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Intelligenza Artificiale Musk Tesla Vendite

Twitter di Musk coccolerà i bot pur di fare soldi?

Nuove grane per Elon Musk, alle prese con un leak di poco conto riconducibile forse a uno dei tanti dipendenti cacciati in malo modo nell'ultimo periodo

 

Non devono essere state giornate facili nel quartier generale di Twitter. Non lo sono, per la verità, da quando Elon Musk s’è insediato in qualità di padre-padrone del gruppo e ha iniziato a sferzare licenziamenti a destra e a manca. E il clima si deve essere surriscaldato parecchio nelle ultime ore, dato che il social network dell’uccellino blu, acquistato dal magnate sudafricano per 44 miliardi di dollari, è stato vittima di un furto di proprietà intellettuale. Inoltre, per risollevare la situazione finanziaria del gruppo, Twitter inizierà a dare risalto solo ai clienti paganti: la scusa è quella di eliminare il ronzio dei bot che in tante occasioni ha infastidito Musk, eppure lo stesso Ceo di Tesla sembra avere ammesso che i bot potranno restare… pagando. Ma andiamo con ordine.

IL LEAK CHE HA COLPITO TWITTER

Il New York Times ha descritto la vicenda come una circostanza di rara gravità. Di fatto parti del codice sorgente di Twitter, ovvero il cuore pulsante della applicazione con le istruzioni che consentono alla piattaforma di funzionare, sono finite online. Non si tratta di un leak di poco conto tant’è che la scorsa settimana Twitter ha subito inviato una richiesta alla piattaforma per sviluppatori Github, dove si trovava il materiale rubato, per farlo subito rimuovere.

TROPPI INDIZIATI

Ma c’ è un particolare su cui Musk ha chiesto di fare luce: sembra difatti che il maltolto che sia rimasto disponibile online per mesi. Al momento insomma non solo non è chiaro chi sia il responsabile di questo leak, ma nemmeno quando sia avvenuto il furto.

Inutile dire che gli indizi portano ai dipendenti fatti fuori frettolosamente da Musk nella foga di ritornare in attivo coi conti: tra questi c’era sicuramente anche chi aveva le chiavi per accedere al cuore pulsante del social.

Ma la lista è lunga considerando che i dipendenti accompagnati alla porta sfiorano le 4mila unità. Sono insomma davvero in tanti a nutrire risentimento per il patron dell’auto elettrica, da quando si è messo in testa di possedere anche Twitter.

OCCORRE FAR CASSA

L’imprenditore ha poi inviato una mail a quel 30% o poco più di dipendenti ancora alla propria scrivania nella quale spiega che, al momento, il social network vale 20 miliardi di dollari.

La dieta imposta finora ha sì ridotto le spese ma non ha aumentato il valore del Gruppo. Per fare cassa Musk le sta pensando tutte. L’ultima trovata partirà a brevissimo, il prossimo 15 aprile, quando la sezione di Twitter “Per te” ospiterà soltanto tweet e contenuti postati da utenti verificati e ordinati dall’algoritmo.

SEMPRE COLPA DEI BOT, VERO MUSK?

Come ha spiegato il Ceo, questo sarebbe «l’unico modo realistico per affrontare il problema degli sciami di bot avanzati che stanno prendendo il sopravvento». Non è la prima volta che l’imprenditore sudafricano se la prende con i bot, ovvero i falsi profili che accendono e spesso infiammano le discussioni sulla piattaforma: se ne lamentò guarda caso al momento dell’acquisizione, nel tentativo di far scendere il prezzo. Se ne lamenta nuovamente oggi nel tentativo di giustificare una mossa che darà risalto unicamente ai contenuti degli iscritti paganti, sovvertendo per sempre le regole che avevano governato il social fino a ora.

 

Anche perché in calce all’annuncio, Musk ha integrato con una chiosa sibillina: “Detto questo, va bene avere account bot verificati se seguono i termini di servizio e non impersonano un essere umano”. Cosa intende con questo? Che potranno restare i bot dichiarando di essere tali o semplicemente che potranno permanere (e avere persino eco sul social) quelli con la spunta blu e, quindi, paganti?

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