Il gruppo interrompe le consegne di cibo a domicilio in 60 città. Soltanto pochi mesi fa Uber Eats festeggiava la crescita in Italia
Scartabellando tra i comunicati ancora presenti sul sito di Uber Eats ci si imbatte quasi subito in questo dai toni trionfalistici: “Uber Eats: 2021 un anno in espansione”. Il testo, datato 17 gennaio 2022, va oltre: “Sono oltre 70 le città italiane in cui oggi è possibile usufruire dell’app di Uber Eats e più di 7mila i ristoranti che hanno deciso di affidarsi alla app di Uber Eats per i servizi di food delivery: in questo modo ad oggi la app raggiunge oltre il 35% dell’intera popolazione italiana. Una copertura capillare che non ferma la sua corsa. Nei prossimi mesi si aggiungeranno, infatti, numerose nuove città, dove migliaia di cittadini e attività locali potranno accedere ai servizi introdotti dalla piattaforma.” Difficile presagire che di lì a pochi mesi sarebbe seguita un’altra nota per la stampa, di tutt’altra portata: “Uber Eats dismette le operazioni in Italia”.
CHE COMBINA UBER EATS IN ITALIA
“Il nostro viaggio con Uber Eats è iniziato a Milano nel 2016. Nel corso di questi sette anni abbiamo raggiunto oltre 60 città in tutte le regioni italiane (nel precedente cs erano ‘oltre 70’ ndR), lavorando con migliaia di ristoranti partner che hanno potuto beneficiare dei nostri servizi per ampliare la loro clientela e le loro opportunità di business, specie in periodi critici come quello dovuto al Covid. In questi sette anni migliaia di corrieri e delivery partner hanno avuto la possibilità di guadagnare attraverso la nostra app in modo facile e immediato. In questi anni, purtroppo, non siamo cresciuti in linea con le nostre aspettative per garantire un business sostenibile nel lungo periodo.”
“FAREMO IL POSSIBILE PER I DIPENDENTI”
Quindi, al secondo paragrafo, arriva infine la notizia: “Ecco perché oggi siamo tristi di annunciare che abbiamo preso la difficile decisione di interrompere le nostre operazioni di consegna di cibo in Italia tramite l’app Uber Eats.” “Il nostro obiettivo principale – spiegano dall’ex startup – è ora quello di fare il possibile per i nostri dipendenti, in conformità con le leggi vigenti, assicurando al contempo una transizione senza problemi per tutti i nostri ristoranti ed i corrieri che utilizzano la nostra piattaforma.”
“Nonostante questa difficile decisione – si legge sempre nel cs – vogliamo ribadire il nostro impegno verso l’Italia, che non intendiamo assolutamente abbandonare: questa decisione ci consentirà di concentrarci ancora di più sui nostri servizi di mobilità, dove stiamo registrando una crescita importante. […] Vogliamo ringraziare tutti quelli che, in questi anni, ci hanno dato la loro fiducia, collaborazione, affetto, dedizione e passione. Grazie a tutti.”
Smarrita la sbornia della pandemia, con gli italiani che sono tornati a uscire, si è dunque interrotta la crescita esponenziale raccontata dal comunicato relativo ai dati del 2021.