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Perché Pornhub, Stripchat, XNXX e XVideos sono nel mirino dell’Ue?

La facilità di accedere a contenuti pornografici fin da bambini espone i minori a rischi che hanno un impatto duraturo. Sebbene esistano delle norme che li tutelano, l'Ue sta indagando su Pornhub, Stripchat, XNXX e XVideos perché potrebbero averle violate. Fatti e approfondimenti

 

Pornhub, Stripchat, XNXX e XVideos, alcune delle più famose piattaforme di contenuti pornografici, sono finite sotto la lente d’ingrandimento dell’Unione europea per la presunta violazione delle norme che tutelano i minori, i quali non solo spesso vi sono esposti troppo presto ma capita anche che vi incontrino materiale illegale e dannoso.

SU COSA INDAGA L’UE

La Commissione europea ritiene che Pornhub, Stripchat, XNXX e XVideos possano non aver rispettato il Digital Services Act (Dsa), la legge sui servizi digitali che dal 2023 obbliga le piattaforme online di grandi dimensioni a fare di più per contrastare la diffusione di contenuti illegali e dannosi. Parallelamente, per quanto riguarda invece le piattaforme più piccole, gli Stati membri, riuniti nel comitato europeo per i servizi digitali, stanno adottando un’azione coordinata.

“Lo spazio online dovrebbe essere un ambiente sicuro in cui i bambini possano imparare e connettersi. La nostra priorità è proteggere i minori e consentire loro di navigare in sicurezza online”, ha dichiarato Henna Virkkunen, responsabile tecnologico dell’Ue.

In particolare, secondo Bruxelles, le grandi piattaforme coinvolte avrebbero violato le norme che impongono alle aziende di adottare misure di valutazione e mitigazione dei rischi relativi agli effetti negativi sui diritti dei minori e di impedire loro l’accesso a contenuti per adulti tramite strumenti di verifica dell’età. Se così fosse, potrebbe imporre loro multe fino al 6% del loro fatturato annuo globale.

La Commissione ha comunicato inoltre che, in seguito a una sua valutazione, entro quattro mesi, Stripchat non sarà più designata come una piattaforma di grandi dimensioni, tuttavia, dovrà comunque attenersi agli obblighi generali, compreso quello di garantire un elevato livello di protezione dei minori sul suo servizio.

LA RISPOSTA DI PORNHUB

Aylo Freesites Ltd, il gruppo cipriota proprietario di Pornhub, ha dichiarato che i suoi siti sono conformi allo standard RTA (Restricted to Adults), come valutato dall’Association of Sites Advocating Child Protection, e sono strettamente riservati agli utenti maggiorenni.

“Riteniamo che la vera soluzione per proteggere sia i minori che gli adulti sia verificare l’età degli utenti al punto di accesso, ovvero i dispositivi degli utenti, e che i siti web debbano negare o consentire l’accesso a materiali con restrizioni di età in base a tale verifica”, ha scritto Aylo in un’e-mail. Pornhub dichiara di ricevere oltre 100 milioni di visite giornaliere e 36 miliardi l’anno.

Stripchat, sussidiaria della società cipriota Technius Ltd; XNXX, di proprietà della società ceca NKL Associates; e XVideos, che fa parte di WebGroup Czech Republic, non hanno risposto alle richieste di commento di Reuters.

COSA DICONO GLI ESPERTI DELL’IMPATTO DEL PORNO SUI MINORI

È ormai parere condiviso dagli esperti che proteggere i minori dai contenuti delle piattaforme per adulti è necessario sia per tutelare il loro benessere mentale e fisico che per intervenire sulla violenza di genere. Sebbene, infatti, a questo dramma non ci sia una soluzione semplice, il porno ha sicuramente un ruolo nel rapporto che gli adolescenti sviluppano con la sessualità.

Come fa notare infatti su Domani lo psichiatra Santino Gaudio, “una revisione sistematica della letteratura scientifica pubblicata il mese scorso sugli Anales de Pediatria rileva che sono i maschi a visionare più frequentemente ed in età più precoce materiale pornografico, preferendo contenuti anche violenti”.

Questo, osserva il medico, porta a “una costruzione distorta dell’immaginario sessuale”, che si incastra perfettamente con due degli elementi principali alla base della violenza di genere: l’oggettivizzazione delle donne, ovvero la donna non più persona, ma oggetto da possedere e usare, e l’alterata percezione del consenso femminile, che si traduce nell’incapacità di alcuni uomini di riconoscere ed accettare un rifiuto.

Gaudio poi sottolinea che tra gli altri rischi c’è anche quello, non certo irrilevante, di una scarsa consapevolezza dei rischi collegati alle malattie sessualmente trasmissibili (Msf), in aumento in tutto il mondo e a cui gli adolescenti sono particolarmente esposti. Stando all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), infatti, dei 340 milioni di nuovi casi annuali di Msf, almeno 111 interessano giovani sotto i 25 anni di età poiché si stima che ogni anno un adolescente su 20 e in età man mano sempre più bassa, contragga una Msf, senza contare le infezioni virali. Inoltre, più della metà delle nuove infezioni di Hiv ogni anno interessano giovani nel gruppo di età 15-24 anni.

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