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E-commerce

Perché l’Antitrust bastona Yoox (gruppo Richemont)

Dopo aver sanzionato Vinted per pratiche commerciali scorrette, l'Agcm commina una multa anche a Yoox Net-a-Porter Group, la società di vendita online di capi d’abbigliamento, calzature e altri beni di moda. L'articolo di Emanuela Rossi

 

L’Antitrust continua a puntare gli occhi sull’e-commerce. Dopo aver sanzionato Vinted per pratiche commerciali scorrette, ora è la volta di Yoox Net-a-Porter Group S.p.A, la società che svolge attività di vendita online di capi d’abbigliamento, calzature e altri beni di moda, lusso e design attraverso il sito https://www.yoox.com/it. E se Vinted si era vista notificare un provvedimento con multa di 1,5 milioni, Yoox è invece chiamata a pagare 5 milioni e 250mila euro.

CHI È E COSA FA YOOX

Yoox è una società interamente controllata da Richemont Italia Holding S.P.A. (società del gruppo svizzero Richemont, che riunisce marchi del lusso di consolidata tradizione) e opera nel settore delle vendite online di capi d’abbigliamento, calzature e altri beni di moda, lusso e design. È attiva, tra gli altri, attraverso il sito di e-commerce https://www.yoox.com/it. Nell’ultimo bilancio di esercizio disponibile, chiuso il 31 marzo scorso, si legge che Yoox ha realizzato un fatturato complessivo pari a oltre 1,4 miliardi di euro.

LE CONDOTTE SCORRETTE

Come si legge nel provvedimento, i comportamenti finiti sotto la lente dell’Authority riguardano due diverse pratiche commerciali scorrette. La prima consiste nell’annullamento unilaterale degli ordini online già perfezionati “in caso di superamento di determinate soglie di resi” senza peraltro informare i clienti del blocco degli acquisti e “nei ritardi e nella mancanza di trasparenza nella gestione dei resi”.

La seconda pratica scorretta operata da Yoox si traduce invece nel presentare “con modalità ingannevoli” i prezzi dei prodotti e degli sconti effettivamente applicati. Oltre alle segnalazioni arrivate, l’Autorità guidata da Roberto Rustichelli ha potuto contare “sulle amplissime risultanze ispettive e sulle ulteriori informazioni raccolte nella fase pre-istruttoria e nel corso del procedimento”.

LE SEGNALAZIONI ARRIVATE

Tra le segnalazioni giunte a Piazza Verdi c’è quella di una cliente che ha riferito di aver pagato una borsa – a prezzo pieno – 65 euro; dopo cinque giorni, però, lo stesso prodotto era venduto da Yoox al prezzo scontato di 82 euro “a fronte del dichiarato precedente prezzo pieno di € 169,00 (anche in questo caso applicando un presunto sconto di circa il 50%)”.

Un’altra, invece, ha dichiarato che “senza nessun apparente motivo” Yoox le aveva comunicato di non poter più “procedere agli acquisti presso la sua piattaforma”. Una comunicazione avvenuta “via telefono e con numero sconosciuto” solo dopo aver sollecitato il servizio clienti a fornire una spiegazione. Fatto peraltro accaduto anche ad altri clienti, come desumibile leggendo le recensioni.

Casi simili, si legge nel provvedimento, si trovano anche nella segnalazione arrivata dalla Guardia di Finanza.

IL PARERE DELL’AGCOM

Durante l’istruttoria l’Antitrust ha acquisito anche il parere dell’Autorità Garante delle Comunicazioni, chiamata in causa visto che si parla di e-commerce. Nello specifico l’Agcom ha rilevato che il numero di utenti unici dei siti/app di e-commerce varia, nel primo semestre 2022, è oscillato tra 36,4 e 37,3 mln (tra 36,5 e 37,6 milioni nello stesso periodo del 2021), con una media di 2 ore e 13 minuti per ciascun utente. Dunque il mezzo di comunicazione utilizzato da Yoox “risulta idoneo a sviluppare un significativo impatto sui consumatori” che – sulla base delle informazioni trovate sul sito – “potrebbero essere indotti ad assumere una decisione commerciale che altrimenti non avrebbero preso, così sviluppando in concreto la piena potenzialità promozionale delle comunicazioni” offerte da Yoox.

LE VALUTAZIONI DELL’ANTITRUST

Secondo l’Agcm, in base agli elementi raccolti durante l’istruttoria, entrambe le pratiche commerciali scorrette sono state attuate almeno dal 2019 e sono ancora in corso. Dunque, tenuto conto del parere dell’Agcom, l’Antitrust ha stabilito che la prima pratica è “contraria alla diligenza professionale e idonea a condizionare indebitamente la libertà di comportamento dei consumatori, limitandone o comunque ostacolandone al contempo la facoltà di esercitare i diritti di recesso e rimborso” perché non consente ai consumatori che restituiscono prodotti in misura superiore a determinate soglie di effettuare nuovi acquisti, senza peraltro fornire alcuna informazione né instaurare alcuna forma di contraddittorio ma anzi “sfruttando indebitamente la propria posizione di supremazia nell’ambito della procedura d’acquisto online”.

Inoltre questo comportamento può “indurre i consumatori ad assumere decisioni di natura commerciale che non avrebbero altrimenti preso” perché Yoox non ha fornito ai consumatori “informazioni rilevanti in merito alla effettiva esistenza ed alle condizioni della policy aziendale, nonché in merito alle reali cause dell’annullamento unilaterale (anche reiterato) degli ordini online”.

Anche la seconda pratica è stata ritenuta scorretta dall’Antitrust in quanto “contraria alla diligenza professionale e idonea ad indurre in errore i consumatori – e, pertanto, ad influenzarne le relative decisioni commerciali – in merito ad elementi decisivi ai fini della valutazione sull’effettiva convenienza dell’affare quali il prezzo dei prodotti, il modo in cui questo è calcolato, l’entità degli sconti praticati nonché la reale esistenza di uno specifico vantaggio, attraverso informazioni che, nella loro presentazione complessiva, non risultano fornite dal Professionista (società, ndr) con modalità chiare e trasparenti”.

L’AZIONE DELL’AUTORITÀ PER L’E-COMMERCE

Come si rileva nel comunicato stampa che dà notizia della chiusura del procedimento nei confronti di Yoox, “l’intervento dell’Antitrust si inquadra nella più generale attività di enforcement volta ad assicurare il corretto ed equilibrato sviluppo dell’e-commerce”. Un’azione che “assume particolare rilevanza sia per quanto concerne  la novità della pratica, consistente nell’inibizione/blocco dell’account del consumatore per eccesso di resi, che per la fondamentale importanza di un’informazione trasparente e corretta sulle principali leve economiche/concorrenziali su cui si fondano le decisioni commerciali dei consumatori, come i prezzi e gli sconti applicati, soprattutto alla luce dei recenti interventi in materia da parte del legislatore europeo e nazionale”.

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