Sei milioni di copie vendute nei primi quattro giorni dal lancio in early access su Steam e Game Preview su Xbox (dunque si tratta di un titolo sostanzialmente ancora in sviluppo), con tanto di picco di circa due milioni (per la precisione 1,8 milioni) di giocatori impegnati a provarlo contemporaneamente, condividendo il medesimo coloratissimo universo virtuale popolato da strambe creature. Sono i numeri da capogiro di Palworld, curioso progetto dello semisconosciuto, almeno finora, team di Takuro Mizobe, Ceo di PocketPair con all’attivo solo un altro paio di titoli che ovviamente non erano riusciti a suscitare il medesimo clamore.
COS’È PALWORLD?
Le meccaniche di gioco, benché il titolo venga additato come un clone della serie Pokémon di Nintendo, sono quelle di un titolo di sopravvivenza che prevede la creazione di oggetti e strutture, sulla falsariga del noto Ark (nel quale si possono catturare i dinosauri). Ma cosa si debba fare in Palworld è passato velocemente in secondo piano.
LE ACCUSE DI PLAGIO
Chi ha mai giocato a un videogame di Pokémon o visto di sfuggita un cartone animato avrà subito notato l’incredibile somiglianza tra le creature ideate per Nintendo da Satoshi Tajiri (Pikachu & Co, per intenderciI) e quelle finite nel safari di Palworld.
Tutto lì? Considerato che il marchio Pokémon, sfruttato non solo per lo sviluppo di videogame, ma pure in film, fumetti, serie animate e ammennicoli di vario tipo, vale circa 80 miliardi di dollari e non smette di crescere, se il plagio fosse confermato avrebbe di certo una portata economica di tutto rispetto.
Al momento Nintendo tace (nelle ultime ore pare che sia intervenuta solo per bloccare il video promozionale di una mod esterna dell’utente ToastedShoes che aggiungeva proprio i Pokémon in Palworld), ma difficilmente la situazione resterà così tranquilla.
Nintendo has come for me, please leave me in your thoughts and prayers pic.twitter.com/HGg65y67Qp
— Toasted (@ToastedShoes) January 23, 2024
Se la Casa di Kyoto, che detiene i diritti sull’originale, si muoverà come un po’ tutti si aspettano, i suoi avvocati troveranno gran parte del lavoro già fatto da una utente su X, nickname Cecilia Fae, che da giorni pazientemente cataloga e raffronta le creature di Palworld che somigliano maggiormente ai Pokémon. Vi proponiamo una piccolissima parte del suo lavoro di ricerca: i mostriciattoli del nuovo gioco sono quelli a sinistra, mentre a destra si trovano gli originali. Inutile dire che spesso si sia di fronte quasi al medesimo concept.
Secondo il certosino lavoro di Cecilia, le somiglianze sospette riguardano 63 esemplari dei 111 contenuti in Palworld. Un po’ troppo. Per alcuni, la scopiazzatura è così evidente che il team si sarebbe avvalso dell’IA per creare l’aspetto dei mostri così da accelerare i lavori e, soprattutto, mantenere basso il budget. E il risultato, spudoratamente aderente agli originali da apparire pigro, svogliato e senza la minima fantasia, non sarebbe dei migliori.
CHE DICE L’EX AVVOCATO DEI POKéMON
Don McGowan, ex-capo dell’ufficio legale della compagnia dei Pokémon, si è detto “sorpreso” che il gioco sia riuscito ad “arrivare fino a questo punto”. Certo, parole per così dire ‘di parte’, considerato che vengono da un legale. Ma bisogna anche tenere in considerazione che non si contano casi di plagio ai danni del marchio Nintendo che si sono susseguiti dai primi anni ’90 a oggi.
McGowah, insomma, ha ormai maturato una certa esperienza in casi di questo tipo. Interpellato dalla testata di settore Game File, McGowan ha detto senza giri di parole che Palworld “sembra il solito gioco senza senso e copiato come ne ho visti a migliaia all’anno quando ero a capo dell’ufficio legale dei Pokémon“.
LE MINACCE DI MORTE AGLI SVILUPPATORI
Avendo polverizzato diversi record di download – senza nemmeno ancora essere arrivato su PlayStation 5 – e connessione simultanea su Steam, era naturale che Palworld facesse discutere.
Proprio nelle ultime ore, il neonato videogame di PocketPair ha battuto Counter-Strike 2, richiamando 1,8 milioni di giocatori contemporanei sulla piattaforma digitale di Valve, numero che gli ha permesso di diventare il secondo titolo più giocato di sempre su Steam.
Ma torniamo alle lamentele. Quando un titolo rimbalza così tanto, è solo questione di tempo prima che qualcuno abbia qualcosa da ridire. Anche perché, come detto, si tratta di un gioco incompleto, ancora in via di sviluppo. Questo non significa che sia gratis, s’intende: giocarlo richiede l’esborso di circa 30 dollari.
Il team al momento è al lavoro non solo sulla versione definitiva, ma anche sulla risoluzione di circa 50.000 report riguardanti bug e glitch, ovvero errori di gioco. Il gioco sulle labbra di tutti per via dei mal funzionamenti ha velocemente esasperato gli animi, tanto che è dovuto intervenire il community manager della compagnia per provare a placare i gamer più riottosi: “Stiamo guardando come ossessi tutti i messaggi diretti e le email, lo giuriamo!”, si legge su X. “Tuttavia, ci scuserete se escludiamo quelli contenti minacce di morte, minacce alla compagnia e affermazioni decisamente infantili”, ha aggiunto il social media manager, chiosando con una preghiera: “Se potete scrivere come dei veri esseri umani, allora risponderemo il prima possibile”.
IL TEAM DI PALWORLD TIRA DRITTO
Quando un outsider riesce a portare più giocatori su Steam di quanto non abbiano fatto colossi popolari del calibro di Counter-Strike 2, Elden Ring, Baldur’s Gate 3, Hogwarts Legacy, Call of Duty e Grand Theft Auto, difficilmente chi è alle redini di una simile macchina sforna soldi rinnegherà quanto fatto.
Takuro Mizobe di PocketPair, ha risposto alle accuse di plagio in modo serafico: “Realizziamo i nostri giochi con grande serietà e non abbiamo assolutamente intenzione di violare la proprietà intellettuale di altre aziende”. Quanto alla saga di Pokémon, per Mizobe resta il “leader assoluto del genere di raccolta/allevamento di mostri” e un “grande predecessore” di Palworld.
In merito il piccolo studio di sviluppo è così convinto della bontà delle proprie decisioni che ha appena presentato il trailer del prossimo gioco: Never Grave: The Witch and The Curse. Ebbene, secondo alcuni osservatori, anche questo sarebbe fin troppo simile a un altro videogame già esistente: Hollow Knight. Modus operandi che vince non si cambia?