Anche a Mountain View devono tenere d’occhio le spese, soprattutto in un periodo come questo in cui la corsa per l’intelligenza artificiale richiede investimenti straordinari. E a rimetterci potrebbe essere Google Tv, piattaforma per lo streaming nata col volano della pandemia dall’unione tra Android Tv e Chromecast.
COSA NON CONVINCE DI GOOGLE TV
Nonostante i servizi di Google solitamente attecchiscano con facilità, non fosse altro per l’immane base d’utenti garantita dalla diffusione del sistema operativo Android su smartphone e tablet (che, è noto, porta in dote una sempre più lunga serie di applicazioni pre-installate, da Google Maps a Gmail, passando per Wallet, Drive, Meet, Home e YouTube / YouTube Music), Google Tv non è mai riuscito a rivaleggiare testa a testa con i rivali che dominano lo streaming (Netflix, Prime e Roku).
YOUTUBE VS GOOGLE TV
Questo nonostante a fine 2024 si fossero contati in tutto il mondo 270 milioni di dispositivi connessi almeno una volta al mese: evidentemente pochi per chi nel proprio portafogli ha già YouTube (comprata nel 2006 per 1,3 miliardi di dollari). E infatti secondo le indiscrezioni della stampa specializzata dalla seconda metà dell’anno Mountain View intenderebbe ridurre gli investimenti in Google Tv per favorire proprio YouTube.
QUALCHE NUMERO
La piattaforma rivale fondata nel 2005, del resto, a febbraio 2025 aveva festeggiato il raggiungimento della quota di mercato dell’11,6% nel segmento della fruizione di programmi televisivi per quanto riguarda il Nord America. Quanto all’ultima trimestrale, la sola YouTube ha riportato entrate per 8,66 miliardi, in aumento del 13% sul periodo precedente.
Da qui, secondo quanto riportato da fonti interne, la volontà di stringere i cordoni della borsa per Google Tv: una scelta che potrebbe avere un impatto diretto anche sull’organico del team che segue il progetto. Secondo quanto riferito da The Verge (che parla persino di ‘futuro incerto’) per il medesimo motivo Mountain View starebbe anche tentando di rinegoziare o abbreviare i contratti commerciali più onerosi.
GOOGLE FA AFFARI D’ORO
Anche se il rischio spezzatino incombe negli Usa, col Dipartimento di giustizia trumpiano deciso a dar corpo alle accuse di monopolio sollevate durante l’amministrazione Biden, Google in questi ultimi mesi non ha mai smesso di correre. Alphabet, la holding che fa da cappello ai vari servizi, ha chiuso il secondo trimestre 2025 battendo le attese degli analisti, con ricavi trimestrali cresciuti del 14% a 84,74 miliardi di dollari nel periodo aprile-giugno rispetto alle stime di 84,19 miliardi di dollari.
LA PUBBLICITA’ IL VERO BUSINESS DI MOUNTAIN VIEW
I profitti netti hanno compiuto balzi del 28,6% a 23,62 miliardi, ben oltre attese di 22,9 miliardi. I ricavi da pubblicità sono saliti dell’11,1% a 64,62 miliardi, con un rallentamento rispetto al 13% del precedente trimestre. Il motore di ricerca da solo ha saputo totalizzare rialzi del 14% a 48,5 miliardi contro previsioni di 47,6 miliardi.