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Apple Tv

Le strategie di Apple Tv per andare ancora in onda, restando a galla

Non c'è pace per Apple TV: nonostante i miliardi investiti da Cupertino, la piattaforma streaming non recupera il distacco maturato rispetto a Netflix, Disney+ e Amazon Prime Video. Tim Cook in persona avrebbe chiesto alla propria divisione televisiva di trovare il modo per aumentare i guadagni o, quanto meno, diminuire le perdite

Apple TV cambia ancora strategia. C’era da aspettarselo dato che Cupertino nel comparto degli show in streaming non riesce proprio a sfondare. I dati Nielsen restituiscono una fotografia impietosa secondo la quale Apple TV Plus deterrebbe solo lo 0,2% delle visualizzazioni televisive statunitensi: per fare un confronto, Netflix (che festeggia l’ennesima trimestrale d’oro) è all’8 per cento.

LA NUOVA STRATEGIA DI APPLE TV

Secondo quanto riporta Bloomberg, che vanta tra le proprie firme alcuni dei giornalisti meglio informati rispetto a quanto accade a Cupertino e dintorni, Apple avrebbe assunto un dirigente incaricato di siglare accordi per concedere in licenza alcune sue produzioni.

L’obiettivo sarebbe evidente: noleggiare a terzi (dunque ai competitor) gli show prodotti al fine di rientrare almeno di parte degli investimenti. Una strategia sensata ma anche rischiosa dato che va a erodere l’appeal delle esclusive vantate da Apple TV che smetteranno di essere tali.

I TANTI SOLDI SPESI FINORA

Nel tentativo di recuperare terreno sulle rivali maggiormente diffuse, ovvero la già citata Netflix, ma pure Amazon Prime Video e Disney+, Apple TV attraverso l’etichetta Apple Original Films aveva adottato una strategia parecchio aggressiva che è consistita nel mettere a disposizione dei registi budget stellari nella speranza – non sempre concretizzata – di ottenere pellicole di qualità.

Per esempio, il film di Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon,  così come pure quello in costume realizzato da Ridley Scott Napoleon e la commedia di Matthew Vaughn Argylle, hanno potuto beneficiare di un fondo da oltre mezzo miliardo di dollari e i costi di ciascuno supererebbero di gran lunga i 200 milioni di dollari. Costi esorbitanti in una industria cinematografica in crisi talvolta nemmeno ripagati dal passaggio al botteghino.

Si comprende insomma perché Apple abbia cancellato all’ultimo momento il rilascio nelle sale cinematografiche di Wolfs, nonostante contasse due star hollywoodiane del calibro di Brad Pitt e George Clooney che, pur di arrivare al cinema, si erano persino tagliati il compenso. La speranza del management in questo caso è di aumentare gli abbonati trasmettendo la pellicola direttamente sulla piattaforma digitale senza subire la concorrenza diretta del botteghino. Per gli analisti, però, così si perdono soprattutto tante occasioni di pubblicizzare il film.

SERIALIZZARE LE SERIE?

Mentre Apple TV si è concentrata su film ad alto budget,  maggiori soddisfazioni sono invece arrivate da serie come Ted Lasso, The Morning Show, Severance, Slow Horses e For All Mankind, capaci di catalizzare l’entusiasmo di pubblico e critica. Tuttavia la Mela morsicata non sembra ancora essere riuscita a trovare l’equivalente di Stranger Things o de Il Trono di Spade: killer app che bastino da sole a spingere l’utenza a sottoscrivere l’abbonamento. Davvero strano, considerata la penetrazione hardware almeno degli Usa dei suoi device. Chi ha un Mac lo userà per connettersi a Netflix? Una domanda che si devono essere posti anche alla Big Tech: ecco perché si vocifera nuovamente di una Smart TV realizzata in casa.

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