Mentre il carrello della spesa si fa sempre più vuoto, colpa della perdita del potere d’acquisto delle famiglie europee e in particolare quelle italiane, l’equivalente virtuale pare soffrire meno le bordate dell’inflazione. Non è solo una impressione: lo certifica infatti un nuovo studio che sottolinea l’impatto economico positivo che lo shopping online sta avendo sui bilanci familiari in tutta l’Unione europea, permettendo al contempo di mitigare le impennate dei prezzi al dettaglio.
COSA DICE IL REPORT
La ricerca portata avanti da The European House – Ambrosetti con il supporto di Amazon ha esaminato gli effetti economici dell’e-commerce in Europa. I risultati delineano un quadro positivo del commercio digitale come forza trainante che genera opportunità di risparmio ai clienti e alimenta la stabilità economica.
QUASI 900 EURO DI RISPARMI ANNUI A FAMIGLIA
Lo studio rivela che, grazie all’e-commerce, le famiglie dell’UE hanno collettivamente risparmiato 891 miliardi di euro negli ultimi cinque anni, creando un significativo e duraturo effetto disinflazionistico. Questo si traduce in circa 880 euro di risparmi annuali per ogni famiglia europea – l’equivalente di 4.500 euro a famiglia nel periodo di cinque anni.
ONLINE PREZZI Più STABILI
La ricerca identifica una chiara relazione matematica tra commercio digitale e controllo dell’inflazione. Per ogni punto percentuale di aumento nella quota di acquirenti online, l’inflazione diminuisce fino a 0,073 punti percentuali. Questo effetto dell’e-commerce si manifesta attraverso prezzi che online che rimangono costantemente più stabili e più bassi rispetto a quelli offline, nei negozi fisici, in tutta l’Unione Europea.
E-COMMERCE ESTINTORE CONTRO LE VAMPATE INFLAZIONISTICHE
I dati sono significativi: dal 2020 al 2025, i prezzi medi online nell’Ue sono stati 6,9 punti percentuali più bassi rispetto ai prezzi offline. Questa sostanziale differenza dimostra come l’e-commerce generi una maggiore competitività nel settore retail a vantaggio dei clienti, a prescindere dal fatto che acquistino online o nei negozi fisici. Si comprende come mai mentre spesso i negozianti che operano esclusivamente sul piano fisico lamentino una forte diminuzione dei consumi conseguente all’aumento dei prezzi, l’e-commerce di contro continui a espandersi, avendo ormai raggiunto i 958 miliardi di euro di ricavi B2C nel 2024 (+50,4% rispetto al 2019).
Sebbene l’inflazione nell’Ue sia diminuita dopo aver raggiunto un picco dell’8,3% nel 2022, si prevede che rimarrà elevata nei prossimi anni, esercitando pressione sui consumatori. Anche perché mentre i prezzi nei negozi vengono aggiornati all’insù in tutta fretta, non sempre tornano a scendere quando le vampate inflazionistiche si sgonfiano.
Più CONCORRENZA, PREZZI Più BASSI
La crescita dello shopping online sta fondamentalmente rimodellando il panorama del retail a beneficio del consumatore finale, alimentando la concorrenza tra gli operatori del settore, aumentando la trasparenza dei prezzi e riducendo i costi operativi. In un simile quadro, l’e-commerce crea un ambiente dove le aziende devono essere attente ai prezzi per restare competitive. Questa dinamica di mercato spinge le aziende a offrire opzioni più economiche ai clienti.
COSA VIENE ACQUISTATO VIA E-COMMERCE
Per questo, come evidenziato dal rapporto elaborato da The European House – Ambrosetti, i prezzi online sono stati costantemente più stabili rispetto ai prezzi offline, particolarmente durante i periodi di inflazione crescente. Lo studio rivela anche interessanti tendenze nelle abitudini di acquisto online che dimostrano la crescente maturità e diversificazione del mercato e-commerce: il settore moda guida la classifica dei settori merceologici più acquistati online, con il 70% degli acquirenti online che compra abbigliamento, calzature o accessori; i servizi multimediali sono la seconda categoria più popolare: vengono acquistati dal 48%; i biglietti per eventi culturali e d’intrattenimento sono acquistati dal 36% degli utenti.
Questa analisi pan-Europea si basa su precedenti ricerche focalizzate sui singoli Paesi e realizzate in Italia, Francia, Irlanda, Spagna e Australia, che hanno mostrato effetti simili. La coerenza dei risultati in diversi Paesi mostra che l’e-commerce svolge un ruolo di stabilizzatore economico generale, indipendentemente dalle condizioni economiche locali. La ricerca dimostra come garantire condizioni di parità, ridurre la burocrazia e gli oneri per i venditori e rafforzare un vero mercato unico europeo possa aiutare le famiglie a ottenere risparmi ancora maggiori.








