Vacanze più brevi a livello globale e rallentamento della domanda da parte degli ospiti statunitensi. Questa la fotografia scattata da Airbnb, il cui fatturato nel secondo trimestre 2024 è cresciuto rispetto all’anno precedente ma i suoi profitti sono scesi, provocando lo stesso effetto sulle sue azioni.
COSA DICONO LE TRIMESTRALI
Nel secondo trimestre 2024, Airbnb ha dichiarato che i suoi profitti sono scesi del 15% rispetto all’anno precedente, con l’utile netto registrato è di 555 milioni di dollari, contro i 650 milioni dello stesso trimestre del 2023.
Il fatturato è cresciuto dell’11% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 2,75 miliardi di dollari.
La tariffa media giornaliera, o costo per notte, di Airbnb è cresciuta di circa il 2%, raggiungendo i 169,53 dollari nel trimestre in esame e il margine di guadagno netto, ovvero il profitto ottenuto dalla società per ogni dollaro di fatturato generato, è sceso al 20% nel secondo trimestre, rispetto al 26% di un anno fa, secondo quanto riportato da Reuters.
LA REAZIONE DELLA BORSA
Avendo riportato un utile inferiore alle aspettative degli analisti e avendo avvertito che sta vedendo segnali di rallentamento della domanda da parte dei clienti statunitensi, ieri le azioni di Airbnb sono crollate di oltre il 16% nelle contrattazioni prolungate. Se i ribassi dovessero confermarsi anche oggi, “il titolo potrebbe riportare il più grande calo intraday mai registrato”, scrive Bloomberg.
PREVISIONI E OSSERVAZIONI SUL TURISMO
La piattaforma online di affitti per vacanze ha previsto un fatturato per il terzo trimestre compreso tra 3,67 e 3,73 miliardi di dollari, ma ha anche avvertito che si aspetta una moderazione della crescita su base annua nella categoria chiave “Soggiorni ed esperienze”, rispetto al trimestre in corso. In questo appena concluso, ha invece riportato il risultato più alto con 125,1 milioni di prenotazioni: “Abbiamo registrato una crescita continua [+9%, ndr] in tutte le regioni rispetto al secondo trimestre del 2023, con l’Asia-Pacifico [+19%, ndr] e l’America Latina [+17%, ndr] ancora una volta in testa”, ha dichiarato nella nota agli azionisti.
Ha però avvertito che “i tempi di prenotazione si sono accorciati a livello globale e ci sono segnali di rallentamento della domanda da parte degli ospiti statunitensi”.
INVESTITORI SUL CHI VA LÀ
Gli investitori, scrive Cnbc, stanno osservando attentamente i segnali che indicano se i consumatori sono sotto pressione, dato che la Federal Reserve ha rinviato i tagli dei tassi al mese prossimo. Inoltre, i risultati di altre società hanno dato segnali preoccupanti. McDonald’s, per esempio, che ha riportato il primo calo delle vendite dalla fine del 2020, ha avvertito che i consumatori continueranno “a sentire il peso dell’economia e dell’aumento del costo della vita almeno per i prossimi trimestri”.
RALLENTAMENTI IN CORSO
Per Airbnb, osserva Bloomberg, “si tratta del ritmo di crescita più lento dal 2020, dopo una stagione di vacanze particolarmente vivace nel 2023. Anche se la pandemia si sta ritirando, i venti contrari hanno perseguitato il settore in generale”. La scorsa settimana, Booking ha fornito indicazioni peggiori del previsto, attribuendo la colpa a una “lieve moderazione” del mercato dei viaggi in Europa e a una “lieve indicazione” di alcuni consumatori che scelgono hotel a stelle più basse e soggiorni più brevi, soprattutto negli Stati Uniti.
I segnali segnali di rallentamento della spesa per i viaggi durante l’alta stagione delle vacanze sono stati osservati pure dagli analisti di Jefferies, i quali in una nota del 23 luglio hanno scritto che il traffico web del secondo trimestre per i siti di viaggi online, tra cui Booking e i concorrenti Expedia e Airbnb, è sceso del 3% rispetto all’anno precedente e ha subito un ulteriore rallentamento a luglio.
“Il rallentamento previsto [da Airbnb] per il terzo trimestre fa eco a quello che altri hanno notato nel settore dei viaggi”, ha dichiarato Dan Wasiolek, analista azionario di Morningstar. “Airbnb non è immune da un rallentamento della domanda di viaggi – ha aggiunto -, ma rimane un marchio ben posizionato per il lungo termine”.
Il mese scorso anche la catena alberghiera Marriott International, Delta Airlines e United Airlines avevano riportato previsioni più deboli del previsto.