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food delivery

Cosa succede nel food delivery

I tavoli delle trattative per un nuovo contratto collettivo per i rider sono ripresi nelle ultime settimane. Il 2026 sarà l’anno buono? Come va l'intero comparto del food delivery?

Che cosa succede nel settore del food delivery? StartMag ha iniziato il 2025 con un ciclo di interviste alle principali organizzazioni sindacali che operano nel settore (NIDIL, FELSA, UGL Rider) dalle quali sono emerse posizioni chiare che non sono ancora sfociate in un nuovo contratto collettivo, dopo il CCNL Rider firmato nel 2020 da AssoDelivery solo con UGL Rider.

IL 2026 L’ANNO BUONO PER LA SIGLA DEL NUOVO CCNL?

I tavoli delle trattative sono ripresi nelle ultime settimane, dopo un periodo intenso in cui le organizzazioni sindacali hanno svolto incontri e assemblee con i lavoratori e hanno strutturato le loro rivendicazioni, senza però raggiungere ancora una piattaforma rivendicativa unitaria. Dato che chiudere entro l’anno sembra ormai impossibile resta da chiedersi se il 2026 sarà l’anno buono per avere un nuovo contratto collettivo per i corrieri.

IL 2025 DEL FOOD DELIVERY IN NUMERI

A livello industriale il settore sembra continuare a crescere, come mostrano i dati dell’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano. Dopo aver superato la contrazione della crescita del 2023 legata al post covid e al picco dell’inflazione, il food delivery ha ripreso una crescita lenta, ma progressiva, segno di una certa stabilità.

Il mercato italiano si consolida attorno a tre grandi player – Deliveroo, Glovo e Just Eat – e a un vivace numero di operatori locali più piccoli come Alfonsino, Cosaporto e Winelivery. Deliveroo e Glovo continuano la loro crescita con quote di mercato intorno al 40%, mentre si assiste a un progressivo indebolimento nel mercato di Just Eat che è sceso sotto il 20%.

food delivery in italia

Sempre secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2025 il mercato supererà il valore dei 2 miliardi di euro, valori confermati anche da AssoDelivery, l’organizzazione di Confcommercio che rappresenta le imprese italiane del settore.

Molto distante invece la valutazione di Grand View Research recentemente citata da Just Eat che stima il valore del mercato italiano 2024 a 1,3 miliardi di dollari (circa il 40% in meno rispetto alla stima del Politecnico di Milano), con una previsione di crescita di 1,8 miliardi (sempre di dollari) nel 2030. Un dato sorprendentemente disallineato nel valore, ma che conferma la tendenza alla crescita.

LA PEDALATA DI DELIVEROO, GLOVO E JUST EAT

Il mercato italiano del food delivery risulta vivace e competitivo: i tre player più grandi sono stati acquisiti da gruppi internazionali più grandi. L’ultima a diventare parte di un gruppo internazionale è stata Deliveroo, ora nel gruppo DoorDash, multinazionale del mercato statunitense che opera in oltre 40 mercati anche con il brand Wolt.

Cambiamenti pure per Glovo, parte del gruppo tedesco Delivery Hero dal 2022, che durante quest’anno ha mutato modello operativo per prepararsi all’arrivo della direttiva europea, dopo aver aggiornato gli investitori sui rischi del modello precedente e dopo aver ricevuto le sanzioni dell’antitrust europea.

Just Eat, che si era fuso già nel 2020 con Takeaway creando un unico gruppo che nel 2025, è stato rilevato dal gruppo di investitori Prosus e sembra alla ricerca di un nuovo modello per poter competere nel mercato italiano come parrebbe confermare l’accordo dei giorni scorsi con Alfonsino e Rusher.

I tre insomma si preparano a un nuovo anno ricco di sfide: nel 2026 arriverà anche la direttiva europea “platform workers” che potrebbe rappresentare l’occasione per stabilizzare il mercato e sviluppare le relazioni industriali.

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