skip to Main Content

Disney Siti Pirata

Agli utenti la pirateria piace di più di Disney Plus e Hulu

La casa di Topolino non se la passa benissimo. Disney Plus e Hulu stanno perdendo abbonati, che si spostano sui siti pirata. Tengono invece Spotify e Netflix nonostante l'aumento del costo degli abbonamenti. Fatti e numeri

 

Disney deve combattere contro una nuova difficoltà: i siti pirata. Sono sempre di più infatti i clienti che annullano il proprio abbonamento preferendo ritornare a una vecchia moda del passato, che con gli attuali servizi di streaming sembrava ormai superata.

Con Netflix, Amazon Prime e tutte le altre piattaforme che offrono l’accesso a migliaia di film e programmi a un costo relativamente basso, i siti illegali parevano un ricordo del passato e, invece, secondo un report di settore della società di dati Muso citato da Quartz, l’usanza appare più viva che mai.

LA PERDITA DI ABBONATI SULLE PIATTAFORME DISNEY

Stando al report, “servizi come Disney+ e Hulu stanno perdendo costantemente clienti, con un calo degli abbonamenti a pagamento fino al 7% entro la fine dell’anno”.

“È difficile convincere le persone a pagare per qualcosa che sanno di poter ottenere gratuitamente”, ha dichiarato a Quartz Michael D. Smith, professore di informatica e politiche pubbliche alla Carnegie Mellon University.

IL RITORNO DELLA PIRATERIA

Se prima gli utenti ricorrevano ai siti pirata per scaricare film e non solo, ora si tratta invece di pirateria basata sullo streaming. Nel 2023, Muso ha registrato 229,4 miliardi di visite a siti pirata, con un aumento del 6,7% rispetto all’anno precedente e ci si aspetta lo stesso trend anche in futuro.

La tv ha rappresentato la maggior parte delle visite con 103,9 miliardi, in crescita del 4% rispetto al 2022. Seguono poi i film con 29,6 miliardi di visite, con un aumento di circa il 7%. Ma la pirateria musicale è quella che ha registrato la crescita più elevata, con un aumento del 13% e 17,1 miliardi di visite nel 2023.

Questa pratica, secondo il report Impacts of digital video piracy on the U.S. economy, costa all’industria dell’intrattenimento statunitense tra i 29 e i 71 miliardi di dollari all’anno.

LE RAGIONI

Come è facile intuire, gli utenti navigano sui siti pirata per avere accesso a contenuti difficili da vedere, ma dall’indagine Muso emerge soprattutto una certa insoddisfazione legata alla prassi sempre più comune da parte delle piattaforme di rendere esclusivi molti dei contenuti che, quindi, devono essere pagati in aggiunta al costo dell’abbonamento.

COME HANNO REAGITO NETFLIX, SPOTIFY E DISNEY

Tuttavia, l’industria dello streaming (legale) – osserva Quartz – non sta necessariamente aiutando a rallentare il flusso, soprattutto perché gli streamer alzano i prezzi: “Netflix, Disney+, Hulu e Spotify hanno aumentato le loro tariffe nel 2023, mentre Netflix e Disney+ hanno aggiunto spot pubblicitari ad alcuni dei loro piani precedentemente privi di pubblicità alla fine del 2022”.

Ma se ad alcuni è andata bene, come nel caso di Netflix e Spotify che hanno visto aumentare del 13% il numero di abbonati nel 2023 (rispettivamente a circa 260 e 236 milioni), per altri tipo Disney il risultato è stato amaro.

Disney+ e Hulu infatti hanno entrambi chiuso il 2023 con una perdita di abbonamenti a pagamento. In particolare, quelli di Disney+ sono scesi da 160 a 150 milioni (-7%) nei tre mesi terminati il 30 dicembre, e quelli di Hulu, nel quarto trimestre, sono diminuiti del 3% a 48 milioni.

Secondo gli esperti comunque la soluzione non è necessariamente abbassare il costo degli abbonamenti quanto rendere più difficile ai consumatori l’accesso ai siti pirata.

Back To Top