Com’è ormai noto a tutti, l’acquisizione di Activision – Blizzard per il controvalore di circa 70 miliardi di dollari – col pagamento di una penale da 3 miliardi se non andasse in porto, termine ultimo per chiudere la prossima estate – non solo non piace troppo a tre autorità Antitrust (Ue, Uk e soprattutto Usa), ma soprattutto fa imbestialire Sony, il colosso nipponico dietro PlayStation, che ai vari “CoD” (Call of Duty, saga bellica di Activision) deve davvero gran parte del proprio successo.
COSA HA SCRITTO SONY ALLA CMA BRITANNICA
È sempre noto a tutti che qualche mese fa la CMA ( Competition and Markets Authority), ossia l’organo antitrust del Regno Unito, ha pubblicato sul suo sito ufficiale i documenti ricevuti da Sony: di fatto un testo di ventidue pagine in cui con insolita durezza il colosso nipponico spiega perché è contraria a tale operazione, provando a instillare nell’organo giudicante la convinzione che, laddove andasse in porto, raffigurerebbe una concentrazione tale da falsare il gioco della concorrenza in ambito videoludico.
“La transazione rappresenta un punto di svolta che minaccia un’industria amata da centinaia di milioni di consumatori”, motivano i legali di SIE che con riferimento ai CoD, spiegano: “La transazione metterebbe questo contenuto sotto il controllo di Microsoft, dandole un vantaggio senza precedenti.” Questo perché l’IP nata negli studi Activision sarebbe “insostituibile”.
Che Sony sia realmente spaventata dall’acquisizione lo si intuiva dai toni usati anche recentemente, quando ha commentato l’accordo concluso tra Microsoft e Nintendo (Call of Duty continuerà a uscire sulla console della concorrenza per i prossimi dieci anni) definendolo “fumo negli occhi”. Ma lo si intuisce soprattutto da un dato, ovvero che per argomentare al meglio sia arrivata a indicare la data di lancio di PlayStation 6.
Chi segue il mondo dei videogame, difatti, sa bene che le tre produttrici di hardware tengono celate questo genere di informazioni: una uscita anticipata può determinare il successo o l’insuccesso della console ma anche delle rivali, visto che comporta comunque l’arrivo di un prodotto più performante e potente che può attrarre pubblico e spostare l’interesse degli sviluppatori terze parti.
Solitamente, l’esperienza suggerisce che chi ha la console che vende di più ha la convenienza a tenerla il più a lungo possibile sul mercato (si veda per esempio la PS4, uscita nel 2013 e ancora in vita a dieci anni di distanza), mentre è chi insegue a provare il sorpasso con un nuovo hardware.
I POSSIBILI INDIZI SU PLAYSTATION 6
Come riportato da GizChina, in una parte dei documenti relativi all’affare Activision inviati da Sony riferisce “Nel momento in cui SIE lancerà la prossima generazione della sua console PlayStation (che verosimilmente accadrà intorno a [censurato]), potrebbe aver perso l’accesso a Call of Duty e ad altri giochi Activision, rendendo la console estremamente vulnerabile a un cambio di preferenza da parte dei consumatori e alla conseguente degradazione della sua capacità di competere”.
Il periodo viene coperto da un omissis, ma subito dopo però, si legge un riferimento temporale più preciso, che potrebbe proprio corrispondere a tale anno. Sony ha infatti riferito che, in base agli accordi proposti, Microsoft continuerebbe a consentire sicuramente l’accesso ai giochi Activision fino al 2027 e tanto basta a lasciare intendere che quello possa essere l’anno di debutto di PlayStation 6, con la preoccupazione del colosso nipponico di dover lanciare una nuova piattaforma sguarnita però dall’uso della IP statunitense che attrae milioni di gamer.
Certo, dobbiamo comunque sottolineare che si tratta di speculazioni, benché le argomentazioni abbiano una loro logica supportata anche dal fatto che tra il lancio di una piattaforma e quella chiamata a sostituirla ormai passino proprio sette anni. Specie nel caso in cui dominino il mercato, che è poi quello di PlayStation 5.
La notizia dunque non rivelerà ai giocatori niente di eccezionale, ma confermerebbe sia l’intenzione di Sony di far debuttare una nuova macchina entro il 2027, sia quella – almeno in apparenza – di procedere senza restyling della vecchia (niente PS5 Pro, quindi…).
In più aggiungiamo un particolare: se l’affare tra Microsoft e Activision – Blizzard andasse in porto realmente, chissà che Sony non decida di anticipare il debutto della prossima macchina, per poter beneficiare al lancio almeno di un CoD, ritenuto essenziale proprio da SIE nella loro argomentazione indirizzata all’Antitrust britannica…