Skip to content

cy4gate borsa

Perché Cy4gate (gruppo Elt) schifa la tecnologia Usa?

Cosa sollecita alle istituzioni italiane Emanuele Galtieri, amministratore delegato di Cy4Gate (gruppo Elt), società attiva nel mercato cyber intelligence e security partecipata di Elettronica, su Cybersicurezza e non solo

“Non può esserci autonomia strategica se non c’è autonomia digitale”.

È quanto ha sostenuto Emanuele Galtieri, amministratore delegato di Cy4gate, società attiva nel mercato cyber intelligence e security partecipata di Elettronica, sulle pagine di Airpress, rivista specializzata proprio su difesa e aeronautica, edita dal gruppo Formiche, alla vigilia dell’approvazione del ddl sulla cybersicurezza.

Dopo l’approvazione del provvedimento da parte del Consiglio dei ministri lo scorso 25 gennaio, lo scorso 15 maggio l’Aula della Camera ha approvato in prima lettura, con 149 sì, 8 no e 109 astenuti, il testo “Disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e di reati informatici”, passato ora all’esame del Senato, in seconda lettura per il via libera definitivo.

Il provvedimento “rappresenta un ulteriore segnale incoraggiante di come il legislatore abbia preso atto dell’importanza di assicurare adeguata e moderna disciplina in tema cyber. Da osservatore privilegiato di chi opera in un’azienda che, come Cy4Gate, produce tecnologie per alzare barriere contro gli attacchi cibernetici, mi soffermerei su alcuni punti che bisognerebbe approfondire di più”, ha osservato Galtieri su Airpress.

E uno di questi punti è proprio il perseguimento dell’autonomia digitale sia per l’Italia che per il Vecchio Continente.

A questo proposito è bene ricordare che inizialmente i partiti di maggioranza avevano proposto emendamenti per introdurre nell’articolo 10 del Ddl Cyber “al fine di tutelare la sicurezza nazionale, criteri di premialità per le proposte o per le offerte che contemplino l’uso di tecnologie di cybersicurezza nazionali o europee al fine di conseguire l’autonomia tecnologica e strategica nell’ambito della cybersicurezza”.

In questo caso sarebbero state premiate le aziende nazionali e dell’Unione europee a scapito non solo di quelle di Paesi come Russia e Cina, ma anche degli Stati Uniti o dei paesi Nato. Ovviamente gli emendamenti sono stati riformulati…

Tutti i dettagli.

PER CY4GATE FOCUS SULL’AUTONOMIA DIGITALE ITALIANA ED EUROPEA

“Il disegno di legge 1717, “Disposizioni in materia di rafforzamento della cyber sicurezza nazionale”, che rappresenta un ulteriore segnale incoraggiante di come il legislatore abbia preso atto dell’importanza di assicurare adeguata e moderna disciplina in tema cyber” ha illustrato l’ad di Cy4gate sulle pagine della testata specializzata in difesa e aeronautica diretta da Flavia Giacobbe.

Dalla promozione della collaborazione pubblicoprivata, alla formazione del cittadino digitale, fino alla necessità di investire risorse finanziare da destinare alla tutela delle Pmi per rafforzare la sicurezza nazionale: sono gli aspetti principali che Emanuele Galtieri ha evidenziato nel suo intervento su Airpress.

Dopodiché, “un ultimo aspetto da considerare è il perseguimento dell’autonomia digitale italiana ed europea, intesa come la capacità di indirizzare a un adeguato livello di autonomia le proprie decisioni senza dover subire influenze non desiderate da potenze estere. Il presupposto è che non può esserci autonomia strategica se non c’è autonomia digitale” ha sottolineato l’ad di Cy4gate.

“SOSTEGNO DELLE TECNOLOGIE NAZIONALI ED EUROPEE”

“Questa passa per la sicurezza digitale che si può garantire a pieno se si è in grado di sviluppare e produrre tecnologie nazionali ed europee” ha proseguito Galtieri su Airpress.

Secondo il numero uno della società del gruppo Elettronica “Questo non vuol essere un invito all’autarchia, ma al fermo sostegno – anche tramite interventi normativi – delle tecnologie nazionali ed europee in quelle nicchie in cui si possono esprimere importanti competenze e fornire sistemi d’avanguardia in grado di assicurare i livelli di performance necessari a irrobustire il perimetro cyber di istituzioni e aziende”.

LA PREMIALITÀ NEI BANDI CONTENUTA NEL DDL CYBER

E in effetti alcuni legislatori si stavano muovendo in questa direzione.

Ha fatto rumore nei giorni precedenti al voto in Aula l’articolo 10 del disegno di legge (Disciplina dei contratti pubblici di beni e servizi informatici impiegati in un contesto connesso alla tutela degli interessi nazionali strategici e disposizioni di raccordo con il decreto-legge 21 settembre 2019, n. 105, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 novembre 2019, n. 133). Ovvero la previsione di criteri di premialità nei bandi rispetto a soluzioni e servizi che provengano da altri Paesi.

Alcune proposte iniziali emendative in sede di commissione contenevano la dicitura “criteri di premialità per le proposte o per le offerte che contemplino l’uso di tecnologie di cybersicurezza nazionali o europee”. Nella riformulazione erano poi previste premialità solo per le aziende italiane, dei Paesi dell’Unione europea e dei Paesi Nato. In successive proposte emendative la premialità è poi allargata anche alle aziende di “Paesi terzi individuati con il decreto di cui al comma 1 tra quelli che sono parte di accordi di collaborazione con l’Unione europea o con la Nato in materia di cybersicurezza, protezione delle informazioni classificate, ricerca e innovazione”. Il testo, così modificato in corso di seduta, è stato approvato.

ALLARGATO AGLI STRUMENTI NAZIONALI, EUROPEI E NATO (E NON SOLO)

Quindi, insieme alle tecnologie italiane ed europee, il perimetro di preferenza è allargato anche alle tecnologie provenienti da paesi Nato (come gli Stati Uniti), ma anche da quelle provenienti da paesi “che sono parte di accordi di collaborazione con l’Unione europea o con la Nato in materia di cybersicurezza” come Israele per esempio.

Non proprio la direzione tracciata e auspiscata dal numero uno della società cyber italiana.

Torna su