Escalation tra Paragon e il Copasir – il Comitato per la sicurezza della Repubblica, ovvero il comitato parlamentare di controllo dei Servizi segreti – sulla vicenda dell’utilizzo dello spyware “Graphite”, sviluppato dalla società israeliana, da parte dei servizi di informazione per la sicurezza della Repubblica.
Ieri i responsabili di Paragon Solutions hanno rivelato al quotidiano israeliano Haaretz che la società ha offerto al governo e al Parlamento italiano “un modo per determinare se il suo sistema fosse stato utilizzato contro il giornalista Cancellato, in violazione della legge italiana e dei termini contrattuali, ma le autorità italiane hanno scelto di non procedere. Ecco perché Paragon ha rescisso i suoi contratti in Italia”.
Parole che sconfessavano di fatto il contenuto della relazione approvata all’unanimità dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, e trasmessa nei giorni scorsi ai presidenti di Camera e Senato, sull’utilizzo di Graphite.
Ieri i membri del Copasir, presieduto da Lorenzo Guerini (Pd), hanno ribadito all’unanimità quanto dichiarato nella relazione. E non solo. Il Comitato si è detto pronto a desecretare i contenuti dell’audizione dei rappresentanti dell’azienda israeliana dello scorso 9 aprile per dimostrare la correttezza del proprio operato “anche a tutela della serietà del lavoro svolto”.
Tutti i dettagli.
LA VERSIONE DEL COPASIR
Innanzitutto la relazione del Copasir, inviata ai presidenti di Camera e Senato, conferma che le operazioni di sorveglianza verso Luca Casarini, Giuseppe Caccia e David Yambio sono state autorizzate secondo le procedure previste. Tutto è avvenuto con l’approvazione del Presidente del Consiglio dell’epoca (governo Conte) e del Procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma. Per il giornalista Cancellato invece “risulta che questi non sia stato sottoposto ad alcun tipo di attenzione da parte dei servizi di informazione per la sicurezza italiani attraverso l’utilizzo dello spyware prodotto dalla società Paragon”, si legge nella nella relazione, approvata all’unanimità dal Copasir il 4 giugno.
“Il 14 febbraio 2025 Paragon, Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna) ed Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) hanno concordemente deciso – secondo quanto chiarito in sede di audizioni al Comitato – di non impiegare, dunque di sospendere temporaneamente, le capacità del software Graphite su nuovi target rinviando ogni decisione all’esito di approfondimenti da parte del Comitato parlamentare e dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale”, si legge nella relazione del Copasir.
LA SMENTITA DI PARAGON
Da parte sua, l’azienda di cyber intelligence Paragon solutions riferisce in uno statement fornito al quotidiano israeliano Haaretz di aver “proposto al governo e al Parlamento italiani un modo per verificare se i sistemi di Paragon fossero stati utilizzati contro il giornalista, in violazione della legge italiana e dei termini dell’accordo. Dopo che le autorità italiane hanno deciso di non procedere con questa soluzione, abbiamo annullato i contratti in Italia”. Il riferimento è al direttore di “Fanpage”, Francesco Cancellato, che sarebbe stato intercettato grazie all’utilizzo appunto dello spyware Graphite.
Dunque Paragon sostiene di aver proposto un supporto diretto nelle indagini italiane, offrendo strumenti tecnici per capire se il suo software fosse stato usato contro il giornalista e, in tal caso, per identificare gli autori. L’offerta sarebbe stata ignorata da Roma. Non solo, mentre il Copasir sostiene che i servizi segreti italiani abbiano deciso di rescindere il contratto, Paragon si arroga la decisione di recedere il contratto per Graphite con il governo italiano.
LO STUPORE DEL COPASIR
Da qui la ribattuta del Copasir ieri, in risposta alle dichiarazioni di Paragon.
Il Comitato “prende atto, con stupore, del contenuto delle dichiarazioni attribuite alla società Paragon Solutions dal giornale israeliano Haaretz secondo le quali la società avrebbe deciso di rescindere i propri rapporti contrattuali con le Agenzie di intelligence italiane in quanto il Governo e il Parlamento, a loro dire, avrebbero rifiutato di utilizzare i servizi dalla stessa offerti per verificare se il giornalista Francesco Cancellato fosse stato sottoposto ad attività di captazione attraverso lo spyware Graphite”. Lo dichiarano all’unanimità i componenti del Copasir.
COSA È SUCCESSO TRA AGENZIE DI INTELLIGENCE E L’AZIENDA ISRAELIANA SECONDO LA RICOSTRUZIONE FORNITA DAL COMITATO PARLAMENTARE DI CONTROLLO DEI SERVIZI
“Nel corso dell’audizione, svoltasi il 9 aprile 2025, i rappresentanti della società Paragon hanno affermato, anche in risposta a vari quesiti posti dai componenti del Comitato, che, per acquisire la certezza della sottoposizione o meno di un’utenza a captazione attraverso lo spyware Graphite, sarebbe stato necessario procedere attraverso una interrogazione diretta del database e del registro di audit presso la sede dei clienti, cioè i Servizi, oppure, in alternativa, utilizzare, di concerto con le Agenzie di intelligence, il servizio offerto dalla stessa società Paragon” spiegano i membri del Copasir.
“Tali opzioni, in risposta a domanda precisa posta da componenti del Comitato, sono state definite come assolutamente equivalenti da parte degli auditi. In questo senso, come ampiamente descritto nella relazione pubblicata lo scorso 5 giugno, il Comitato ha interrogato direttamente, nel corso dei sopralluoghi effettuati presso le sedi di Aisi e Aise il 7 maggio 2025 nell’esercizio dei poteri conferiti dalla legge, sia i database che i registri di audit, non cancellabili unilateralmente da parte del cliente utilizzatore, con gli esiti noti già riportati nella stessa relazione” hanno così ricostruito ieri i membri del Comitato parlamentare.
Dopodiché sottolineano che “Le Agenzie non hanno ritenuto accettabile la proposta di Paragon di effettuare una verifica sui log di sistema delle piattaforme Graphite in uso ad Aise e Aisi, nei termini sopra descritti, in quanto pratiche invasive, non verificabili nell’ampiezza, nei risultati e nel metodo e, pertanto, non conformi alle esigenze di sicurezza nazionale. Ove tali verifiche fossero state realizzate da un soggetto privato e straniero, avrebbero severamente compromesso la reputazione delle Agenzie italiane nella comunità intelligence internazionale ed esposto dati per loro natura riservati. Vi è stata invece la concreta disponibilità, come detto raccolta dal Copasir, a far effettuare gli accessi informatici prima indicati”.
LA MOSSA FINALE: DESECRETARE IL RESOCONTO DELL’AUDIZIONE DI PARAGON
Pertanto, alla luce di quanto ricostruito, “Il Comitato si riserva di desecretare, in via straordinaria – concludono – il resoconto stenografico della citata audizione anche a tutela della serietà del lavoro svolto la cui ampiezza e livello di approfondimento, senza precedenti, si sono spinti ben oltre le consuete attività di verifica e hanno visto, per la prima volta, un riscontro personale diretto da parte die componenti del Copasir che hanno potuto interrogare, peraltro, il sistema usato per le captazioni”.
LA NOTA DEL DIS SULLO STOP DELL’USO DELLO SPYWARE GRAPHITE “DI COMUNE ACCORDO” TRA INTELLIGENCE E AZIENDA PARAGON
Dopo quanto messo nero su bianco (ancora una volta) dal Copasir, è intervenuto sulla vicenda anche il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), la struttura della presidenza del Consiglio che coordina l’Aise e l’Aisi.
LA DICHIARAZIONE DEL MINISTRO DELL’INTERNO
Non finisce qui. In serata ha detto la sua anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi (nella foto insieme a Lorenzo Guerini, direttore del Copasir).
“Il 5 giugno è stata pubblicata la relazione del Copasir” e “secondo gli atti ufficiali Cancellato non è stato intercettato illegalmente”, ha dichiarato ieri sera il titolare del Viminale Piantedosi intervenendo a “Otto e mezzo” su La7. “Trovo molto strano che ci sia una società che fornisce un servizio del tutto riservato e che invece è stato messo in piazza da questa società”, ha aggiunto. “Non mi è mai risultato” che il giornalista Cancelleri “fosse intercettato, men che meno illegalmente e mi conforta che lo dice il Copasir” che afferma come “evidentemente sì”, Paragon ha mentito, ha quindi concluso il ministro.
LE PAROLE DEL GIORNALISTA SPIATO
“Per scoprire chi mi ha spiato basta chiederlo ufficialmente a Paragon: che lo dicano una volta per tutte, che di bugie, omissioni, silenzi, opacità, in questa storia ne abbiamo già sentite abbastanza” ha commentato il diretto interessato nella vicenda, Francesco Cancellato, giornalista direttore di Fanpage.
OPPOSIZIONI SUGLI SCUDI
Insorte infine le opposizioni che pretendono ora risposte dal governo chiedendo “Chi sta mentendo?” tra Paragon e i servizi segreti italiani.