L’attivismo, o meglio l’hacktivismo, nei confronti della guerra tra Israele e Hamas è anche cyber. Un gruppo noto come Mysterious Team Bangladesh ha infatti preso di mira diversi siti italiani per il sostegno del nostro Paese a Israele.
L’ATTACCO ALL’ITALIA
Mysterious Team Bangladesh, un gruppo di hacker che si è fatto notare in passato per attacchi soprattutto contro siti indiani e israeliani, questa volta ha puntato tre aeroporti italiani: quelli di Aosta, Calabria e Bari.
Gli attacchi, riportano varie agenzie, sono di tipo Ddos, ovvero, Distributed denial of service, e hanno determinato rallentamenti nei siti.
L’HACTIVISMO
Come sempre, in questi momenti di tensione, si registra un aumento dell’attività anche sul web, a cui partecipano, tra gli altri, hacktivisti – come quelli del Mysterious Team Bangladesh -, che con le loro azioni portano avanti un messaggio politico.
LA DICHIARAZIONE D’INTENTI CONTRO ISRAELE, INDIA E ATEI
“Il nostro gruppo ha attaccato con successo i siti web del governo israeliano per protestare contro l’uccisione del popolo palestinese. Lavoriamo per l’umanità”, rivendicano sul proprio sito insieme agli attacchi a siti web indiani per vendicarsi “di aver abusato del Profeta Muhammad (SW)”.
Mysterious Team Bangladesh fa inoltre sapere che una parte del loro team si sta dedicando alla ricerca e rimozione di contenuti per adulti e atei su tutte le piattaforme social.
CHI C’È DIETRO
Mysterious Team Bangladesh si autodefinisce “un gruppo di hacker con sede in Bangladesh”. È stato fondato nel 2020 da alcuni dei loro BD Hackers e la loro missione è “proteggere il cyberspazio del Bangladesh”.
I PRECEDENTI ATTACCHI
Tuttavia, dove – se non nel cyberspazio – non esistono confini? Il lavoro del gruppo infatti va ben oltre il loro Paese. Prima di oggi, in Europa, il team aveva già colpito la Svezia dopo il caso della distruzione di una copia del Corano e l’attuale situazione in Medio Oriente è diventata l’occasione per una nuova campagna di hackeraggio da parte della crew.
In passato si era anche schierato contro il governo iraniano per la morte di Mahsa Amini; quello del Myanmar, insediatosi con un colpo di Stato nel febbraio 2021, “per la violazione della sovranità del Bangladesh e l’incitamento al confine del Paese”; e contro il governo degli Emirati Arabi Uniti.
Stando al fornitore di prodotti per la sicurezza informatica Radware, da giugno 2022 Mysterious Team Bangladesh ha effettuato più di 750 attacchi DDoS e 78 defacement di siti web.
L’ACCOUNT SU X
La loro pagina su X (ex Twitter), dopo essere stata sospesa, è stata riaperta il mese scorso e il primo tweet fissato in alto recita: “I Paesi che sostengono Israele saranno il nostro prossimo obiettivo, di qualunque Paese si tratti. Nessuno sarà risparmiato”.
I tweet di questa mattina mostrano i risultati dei loro attacchi contro il sito dell’aeronautica militare italiana (ancora irraggiungibile alle 13:32), l’aeroporto internazionale di Napoli e quelli di Calabria, Bari, Aosta; mentre ieri sera sono stati presi di mira i siti dell’agenzia di stampa Inter Press, AeroItalia, Cnr, Banca d’Italia, Agenzia per l’Italia digitale, Comune dell’Aquila e ministero degli Esteri italiano.
L’AGENZIA PER LA CYBERSICUREZZA
Fin dall’inizio della guerra il 7 ottobre scorso tra Hamas e Israele è stato alzato il livello di attenzione della sicurezza cibernetica italiana. L’Agenzia per la cybersicurezza italiana, a quanto si apprende, ha infatti allertato i soggetti potenzialmente interessati dall’offensiva: gli aeroporti e, più in generale, gli erogatori di servizi essenziali.
IL COMMENTO DELL’ESPERTO
“La notizia dell’apertura del fronte italiano nel contesto della cyberwar che sta connotando anche il conflitto tra Hamas e Israele non fa che confermare quanto questa sia una guerra partecipata nella dimensione del cyberspazio, dove agiscono forze animate dalla natura ideologica e religiosa connaturata alla crisi in corso. Si sta andando rapidamente verso una clickwar, in cui i simpatizzanti vengono messi nelle condizioni di agire dai gruppi organizzati attivamente in campo”, ha detto Pierguido Iezzi, Ceo della società di sicurezza Swascan.
“Le direttive della guerra ibrida, già vissute in occasione del conflitto che da quasi due anni sta interessando il cuore dell’Europa – prosegue Iezzi -, vengono ora ricalcate con azioni dimostrative sui Paesi occidentali con l’obiettivo di mettere in risalto la causa per la quale si sta combattendo o per spingere gli stessi paesi ad una presa di posizione a favore di una fazione”.