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Economia Circolare

Cosa deve fare l’Italia per migliorare l’economia circolare

L'intervento di Alessandra Servidori alla quinta conferenza nazionale sull'economia circolare organizzata dal Circular Economy Network.

 

La Commissione europea nel 2022 ha presentato una proposta di Direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori: una delle iniziative previste nel Piano d’azione per l’economia circolare per offrire ai consumatori la possibilità di una maggiore partecipazione all’economia circolare, in particolare fornendo loro informazioni migliori in merito alla durabilità e alla riparabilità di determinati prodotti e tutelandoli maggiormente dalle pratiche commerciali sleali. Il 23 marzo del 2023 ha quindi presentato la proposta di Direttiva (Green claims) sulle dichiarazioni green riportate nelle etichette dei prodotti e nella pubblicità.

La finalità è contrastare le pubblicità che forniscono informazioni ambientali false, non provate, ingannevoli sulle caratteristiche di un prodotto o di un’azienda, ossia contro il cosiddetto greenwashing. La necessaria attenzione, fortemente sottolineata a livello europeo ma in verità un po’ sottovalutata nel nostro dibattito nazionale, alle scelte informate dei consumatori, quale fattore rilevante delle trasformazioni dell’economia in direzione circolare, è il focus di questa Conferenza , approfondito con un’accurata indagine che si è realizzata in partnership.

L’ITALIA E L’ECONOMIA CIRCOLARE

A che punto è l’Italia? I dati aggiornati confermano un buon posizionamento europeo del nostro Paese nella direzione della circolarità dell’economia: il tasso di utilizzo circolare dei materiali al 18,4% è ben più alto della media UE, per la produttività delle risorse siamo davanti alle altre principali economie europee con 3,2 euro generati per ogni kg di materiale consumato e anche nella percentuale di riciclo sul totale dei rifiuti prodotti, speciali e urbani, siamo in testa con un 72%.

Attenzione però ai trend, che potrebbero portare a perdere questa nostra leadership europea. Nel tasso di utilizzo circolare abbiamo peggiorato le performance: eravamo al 19,5% nel 2019 e siamo scesi al 18,4% nel 2021. Nella classifica della circolarità fra le cinque principali economie europee (Italia, Germania, Francia, Spagna e Polonia) restiamo in testa, ma in quella sulle performance degli ultimi cinque anni perdiamo posizioni perché altri stanno cambiando più velocemente. Anche per questo non possiamo permetterci di stare seduti sugli allori dei risultati raggiunti, né frenare rispetto alle nuove iniziative europee in direzione della circolarità, ma al contrario mirare a continuare ad avere un ruolo di punta.

GLI IMPEGNI DA RISPETTARE PER L’ECONOMIA CIRCOLARE

Dopo un anno di lavoro delle aziende e associazioni che fanno parte del Circular Economy Network si è svolta la Conferenza nazionale sull’economia circolare dove abbiamo assunto importanti impegni per irrobustire la strategia europea.

Rispettare il cronoprogramma e recepire tempestivamente le misure dell’Unione europea  come dare piena e tempestiva attuazione alle azioni e alle misure previste, rispettando il cronoprogramma e integrando la Strategia con quanto previsto dai provvedimenti dell’Unione europea in via di adozione.

Rafforzare il sostegno agli investimenti delle imprese nell’ambito della legge di riforma degli incentivi presentata dal Governo (Codice degli incentivi) finalizzare in maniera netta e incisiva allo sviluppo dell’economia circolare il credito di imposta previsto da Transizione 4.0 e altre misure di politica industriale, con particolare attenzione alle PMI.

Prevedere misure di fiscalità ecologica nella legge delega Prevedere nella legge delega di riforma del sistema fiscale, colmando una lacuna del testo presentato dal Governo, misure di incentivazione per l’utilizzo di materie prime seconde, il riciclo e la riparazione, e sopprimere sussidi ambientalmente dannosi che ostacolano l’economia circolare.

Sviluppare l’economia circolare delle materie prime critiche In linea con gli obiettivi indicati dal Critical Raw Materials Act dell’Unione europea, adottare misure nazionali in materia di ecodesign e di recupero e riciclo delle materie prime critiche, necessarie per la transizione energetica e digitale, anche utilizzando a tal fine risorse del piano REPowerEU.

Garantire la realizzazione degli impianti previsti dal PNRR Accelerare i tempi di realizzazione degli impianti di riciclo e dei “progetti faro” già finanziati dal PNRR, lavorando ulteriormente per colmare le disparità tra il CentroSud e il Nord del Paese e garantire un’adeguata dotazione impiantistica con elevati standard tecnologici. Eventuali risorse aggiuntive dovranno essere destinate a progetti di alta qualità tecnologica e filiere strategiche per la circolarità.

Dare piena attuazione al Programma nazionale di gestione dei rifiuti Implementare le azioni previste dal PNGR e aggiornare entro la fine del 2023, laddove necessario, i Piani regionali per raggiungere gli obiettivi di riciclo e di riduzione dello smaltimento in discarica previsti dalle direttive europee.

Istituire nuovi sistemi EPR e dunque istituire sistemi di responsabilità estesa del produttore in ulteriori settori, quali il tessile, le costruzioni, l’arredamento, i veicoli e loro componenti, l’industria e la distribuzione alimentare.

Accelerare e semplificare le normative sull’End of Waste Garantire il riconoscimento della cessazione della qualifica di rifiuti per materiali il cui riutilizzo può contribuire a sviluppare l’economia circolare, in un contesto in cui la rapida evoluzione delle tecnologie e delle possibilità di riciclo richiede una altrettanto rapida e costante evoluzione normativa. Particolarmente urgente è il provvedimento sui rifiuti da costruzione e demolizione, nonché quelli su plastiche miste, tessili, pile e accumulatori, terre da spazzamento stradale.  Sviluppare la simbiosi industriale Promuovere la simbiosi industriale attraverso reti di impresa con finalità circolari, rigenerazione di “brown areas” in distretti circolari, piattaforme digitali per favorire l’incontro di domanda e offerta di materie prime seconde, procedure semplificate per il riconoscimento della qualifica di sottoprodotto.

Promuovere la prevenzione e la riduzione dei rifiuti Adottare entro il 2023 il nuovo Programma nazionale di prevenzione e riduzione dei rifiuti. Il Circular Economy Network, promosso da un gruppo di imprese e di organizzazioni in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, opera per sostenere la transizione a un’economia circolare.

A tal fine: costituisce una rete di dibattito, di scambio di informazioni e buone pratiche, per dare forza a una visione condivisa e a un’azione comune sui vari aspetti dell’economia circolare; effettua analisi delle criticità e delle barriere che frenano la transizione ecologica; elabora proposte per valorizzare le potenzialità di sviluppo dell’economia circolare in Italia; produce studi e ricerche, con attenzione all’elaborazione e all’iniziativa europea e internazionale, sui vari aspetti dell’economia circolare, con particolare attenzione alle sue ricadute positive per nuove possibilità di sviluppo, di benessere e di occupazione, per il risparmio di risorse naturali, per il clima, l’innovazione e la digitalizzazione; elabora proposte di strategie, politiche e misure, rivolte ai decisori politici, promuovendo una costante e costruttiva interlocuzione con le istituzioni ai vari livelli. È il senso concreto di un impegno civile che il gruppo porta avanti con grande determinazione.

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