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Banda larga, entro il 2016 connessi 1140 comuni

“Già dal 2015 circa ottocento città italiane avranno acceso alla rete e il numero di comuni connessi salirà a 1.140 entro il 2016”. È quanto ha assicurato Rossella Lehnus, responsabile della pianificazione strategica di Infratel, la società del ministero dello Sviluppo Economico che deve attuare il ‘piano nazionale banda larga’ e il ‘progetto strategico banda…

“Già dal 2015 circa ottocento città italiane avranno acceso alla rete e il numero di comuni connessi salirà a 1.140 entro il 2016”. È quanto ha assicurato Rossella Lehnus, responsabile della pianificazione strategica di Infratel, la società del ministero dello Sviluppo Economico che deve attuare il ‘piano nazionale banda larga’ e il ‘progetto strategico banda ultra larga’.

“Entro il prossimo anno – ha spiegato Lehnus – ci saranno, oltre alle 160 città italiane su cui incidono gli operatori privati, altri 640 Comuni che saranno coperti ad almeno 30 mega grazie all’incentivo pubblico. Anzi, in queste città in cui il governo interviene, tutti gli uffici, dalle scuole agli ospedali, dalle sedi periferiche della difesa alle sedi della pubblica amministrazione dislocate sul territorio, saranno collegati a 100 mega e quindi con la banda ultralarga”.

Tra queste prime 800 città la maggior parte è nelle regioni del Sud: in testa la Calabria con 223 comuni connessi al 2015, seguita dalla Campania (119), dalla Puglia (148) e la Basilicata (64). Entro il 2016 altri 498 comuni saranno coperti a 30 mega dagli operatori privati per un totale di circa 1.140 città connesse.

Secondo Lehnus è necessario prevedere “investimenti pubblici nelle aree più disagiate, mentre per quanto riguarda la banda ultra larga “la bassa diffusione di questo tipo di servizi in Italia è un dato che deve allarmare perché può essere l’origine di altri, e sempre più ampi, divari che saranno poi difficilmente colmabili se protratti nel tempo’”. Un digital divide registrato anche da una recente ricerca di Eurostat che vede l’Italia al secondo posto in Europa, dopo la Romania, per cittadini che non hanno mai usato internet.

È per questo motivo che per Lehnus è importante che il piano per la banda ultralarga e quello per la “crescita digitale” siano stati presentati parallelamente perché secondo lei le due strategie “sono intimamente correlate che, se correttamente attuate, potrebbero davvero cambiare il nostro Paese”.

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