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Sta per vedere la luce anche in Italia la Carta dei diritti di Internet

La Carta dei diritti degli utenti di Internet sta per vedere la luce. A darne l’annuncio in questi giorni è stato Stefano Rodotà che è a capo della commissione, composta da 10 esperti e 10 deputati, voluta dal presidente della Camera Laura Boldrini.

 

Il documento riguarderà tre tematiche fondamentali: 1) i diritti fondamentali delle persone che devono tutelare la privacy degli utenti in un ambiente pubblico; 2) la salvaguardia di internet come strumento per la partecipazione democratica e di libero pensiero; 3) il rapporto con la libertà economica.

L’iter prevede che entro il 29 settembre si presentino gli eventuali emendamenti, l’8 ottobre sia pronta una seconda bozza del testo che poi sarà presentato il 13 e 14 ottobre alla riunione dei Parlamenti dell’Ue che si terrà nell’ambito del semestre di presidenza italiana, cui seguirà una consultazione online. Attualmente sul sito della Camera è presente la prima bozza della Carta dei diritti.

Secondo Rodotà il percorso del documento finale avrà un duplice obiettivo: da una parte consentire al Parlamento italiano di presentare mozioni parlamentari e dall’altra la presentazione della Carta al Parlamento europeo “darà un contributo ad un’ulteriore discussione comune all’interno dell’Ue e per promuovere il più possibile la discussione internazionale. Anche se, ovviamente – ha spiegato Rodotà – il Parlamento italiano sarà il primo a potere utilizzare questo lavoro nel modo migliore”. 

Il Brasile, invece, ci ha preceduto. Dopo un iter lungo cinque anni, la Camera dei deputati brasiliana ha votato il Marco Civil, una prima Carta dei diritti online per i cittadini nel Paese che però deve ancora passare all’approvazione definitiva del Senato. Il testo è diviso in cinque capitoli e 32 articoli.

Il primo di questi “stabilisce principi, garanzie, diritti e doveri per l’uso di Internet in Brasile“, mentre il secondo articolo tutela “il rispetto della libertà di espressione”.

Tra i principi cardine non va dimenticata la neutralità della rete e la protezione dei dati personali, oltre al  “diritto universale di accesso” a Internet e alla necessità di’ accrescere gli open data e l’interoperabilità delle banche dati.

 

 

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