Crescita economica disperatamente cercasi e ora sembra che ci siamo… Perchè “sembra”? Perchè il pil del primo trimestre di quest’anno, secondo l’Istat, potrebbe essere dello 0,1%. Siamo in presenza di una previsione relativa al primo trimestre e non di una certezza, per ora. Speriamo bene, ovviamente. L’impressione che se ne trae è quella che il vento stia cambiando e che, ove confermato questo dato, seppure minimo, sarebbe tecnicamente un dato che interrompe una lunga sequenza di trimestri con il segno negativo per il pil di casa nostra. La fine della recessione economica.
La crescita economica non si fa con lo 0,1% ma il clima può essere davvero favorevole al nostro paese. In queste settimane tutti gli osservatori sono concordi nel dire che l’abbassamento del prezzo del petrolio, il quantitative easing da parte della Bce, l’abbassamento degli spread, il deprezzamento dell’euro sul dollaro rappresentano una condizione eccezionale, se non potentissima, per dare avvio ad una vera crescita. Ora nessuno di noi desidera iscriversi al partito dei gufi, ma in tanti di noli vorrebbero il paese a tassi di crescita davvero importanti. Insomma con lo 0,1 di crescita non si va da nessuna parte. Nè tanto meno possiamo sperare soltanto in una congiuntura che ci fa restare a galla, senza aspirare ad essere tra i primi della “classe”. La strada delle riforme economiche va perseguita, ma il tassello vero sul quale il Governo dovrebbe concentrarsi è l’abbassamento della pressione fiscale per chi produce ricchezza, non solo per i dipendenti pubblici che si vedono recapitare 80 euro in più in busta paga.
Crescita economica vuol dire anche puntare su più fronti allo stesso tempo: innovazione e sburocratizzazione vera con una botta vera di semplificazione legislativa e amministrativa.
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