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La “gente” di Alessandro Baricco e quella di Tina Pica

Il Bloc Notes di Michele Magno

“Chi lo dice?”, chiede preoccupato il maresciallo dei carabinieri Antonio Carotenuto (Vittorio De Sica) alla governante Caramella (Tina Pica). A Sagliena, il pettegolo paese immaginario in cui è ambientato il film di Luigi Comencini “Pane, Amore e gelosia” (1954), ormai non si parla che della sua presunta infatuazione per la “Bersagliera” (Gina Lollobrigida), e quindi è ansioso di saperne di più.

“Lo dice la gente”, risponde la governante. “E che dè sta gente?”, incalza il maresciallo. “La gente è la gente”, replica secca lei troncando la conversazione. Quando ho letto che nel suo ultimo libro, “The Game”, Alessandro Baricco mostra come (testuale) “sia andato in pezzi un certo patto tra le élites e la gente”, confesso di essermi fatto la stessa domanda del focoso graduato dell’Arma.

Allora ho cercato lumi nel dizionario della Treccani, e ho scoperto che la parola gente può significare: stirpe, nazione, gruppo di famiglie dal ceppo comune, numero indeterminato di persone riunite in un luogo, totalità del genere umano. Oppure, con opportune specificazioni, può essere definita: povera o ricca, onesta o spregevole, educata o volgare, di città o di campagna, di mare o di aria, e via discorrendo.

Ora, io capisco che il termine popolo (che un tempo si chiamava classe e che poi si è si è chiamato società civile) si presta a numerosi equivoci, soprattutto da quando viene identificato dai populisti con il mondo degli umili, dei deboli, dei moderni servi della gleba. Ma preferirgli il termine gente non contribuisce certo a una più argomentata discussione sulla “ribellione delle masse”,per dirla con Ortega y Gasset, contro l’establishment politico, economico, sindacale che sia. Magari usiamolo solo per rendere omaggio alla comicità della grande attrice napoletana.

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