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Cancro e Covid: due emergenze che minano la salute di tutta Europa

Il post di Alessandra Servidori        

In tutta Europa in ottobre si svolge la campagna di prevenzione del cancro che è una delle principali priorità della Commissione europea nel settore della salute. Nei suoi orientamenti politici la presidente Von der Leyen fa riferimento a “un piano europeo di lotta contro il cancro, per aiutare gli Stati membri a combatterlo più efficacemente e a migliorare le cure” per ridurre le sofferenze causate da questa malattia e per far sì che l’Europa assuma un ruolo guida nella lotta contro il cancro.

La commissaria per la salute Stella Kyriakides ha sottolineato i quattro pilastri del piano europeo di lotta contro il cancro: prevenzione, diagnosi precoce, cura e assistenza di follow-up. Il piano europeo di lotta contro il cancro sarà collegato ad altre priorità della nuova commissione e ha il sostegno dei deputati al Parlamento europeo, degli Stati membri e delle parti interessate che collaborano con la commissione per migliorare la prevenzione e la cura del cancro in Europa.

In questi giorni su iniziativa della commissione per i diritti e l’uguaglianza (Femm) si sta svolgendo la settimana dedicata alla salute di genere e la problematica della prevenzione e cura delle patologie oncologiche è stata al centro di una comunicazione programmatica particolare. Lo scorso febbraio la commissione Ue ha avviato una consultazione per novellare un Piano europeo di lotta ed essendo una delle missioni europee di ricerca e innovazione dal 2021 rientrerà nel quadro Orizzonte Europa.

Da decenni la commissione europea si occupa di cancro assieme agli Stati membri dell’Ue e alla società civile, in stretta collaborazione con l’Oms, il Centro Comune di ricerca, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Il cancro è la seconda causa di mortalità nei paesi dell’Ue dopo le malattie cardiovascolari, tuttavia, il 40% dei tumori può essere prevenuto mettendo in pratica quanto già sappiamo. Si tratta anche di una delle numerose malattie non trasmissibili che condividono fattori di rischio comuni e la cui prevenzione e controllo andrebbero a beneficio della maggior parte dei cittadini.

Secondo le relazioni sullo Stato della salute nell’Ue, il cancro è riconosciuto come una delle principali cause di decesso prematuro nell’Ue. Incide non solo sulla salute individuale, ma anche sui sistemi sanitari e sociali nazionali, sui bilanci governativi, sulla produttività e sulla crescita dell’economia, compresa una forza lavoro sana.

Per il 2020 la Fondazione Aiom — nata per collegare il mondo dell’oncologia con i pazienti e per mettere a loro disposizione i risultati della ricerca — stima che in Italia siano stati diagnosticati circa 377.000 nuovi casi di tumori maligni (esclusi i carcinomi della cute non melanomi): 195.000 negli uomini e 182.000 nelle donne. Un numero assoluto in aumento, a causa dell’invecchiamento della popolazione italiana. Anche per il 2020 il tumore più frequentemente diagnosticato è il carcinoma mammario (54.976, pari al 14,6% di tutte le nuove diagnosi di tumore) seguito dal carcinoma del colon-retto, polmone, prostata e vescica. Negli uomini il carcinoma della prostata è ancora la neoplasia più frequentemente diagnosticata e nelle donne il carcinoma mammario.

In termini di numeri assoluti si nota, rispetto al 2019, un aumento delle nuove diagnosi di melanoma e di carcinoma del pancreas in entrambi i sessi. Tra le donne, continua ad aumentare il carcinoma polmonare (conseguenza dell’aumentata abitudine al fumo) e il carcinoma mammario (conseguenza dell’estensione della fascia d’età sottoposta a screening in alcune regioni italiane e di una aumentata consapevolezza delle donne nel caso di formazioni sospette mammarie). I tassi di incidenza standardizzati evidenziano tuttavia nel periodo 2008-2016 una riduzione di incidenza in entrambi i sessi del tumore dello stomaco, del fegato (grazie anche alla vaccinazione antiepatite B e alle terapie antiepatite C), del colon-retto (conseguenza dell’implementazione dello screening). Negli uomini sono in riduzione i tassi di incidenza del tumore del polmone (anche per le campagne di prevenzione antifumo), del carcinoma prostatico (minor ricorso al PSA come test di screening). Nelle donne sono in aumento invece i tassi di incidenza del cancro polmonare. In aumento in entrambi i generi i tassi di incidenza standardizzati per il melanoma.

Questi andamenti dei tassi di incidenza riflettono le abitudini dei cittadini italiani nei decenni passati e le loro variazioni. Ma l’analisi degli andamenti dei tassi di incidenza è estremamente importante per poter comprendere anche gli effetti degli interventi sanitari intrapresi nel passato e poter identificare quelli necessari per il futuro. Un altro dato importante è quello relativo alla riduzione dei tassi di mortalità stimati per il 2020 rispetto al 2015: sono in diminuzione sia negli uomini (-6%) che nelle donne (-4,2%), legati ai progressi ottenuti in ambito diagnostico-terapeutico.

Inoltre, si registra una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi del 63% nelle donne (in cui il tumore più frequente è quello mammario, mediamente a buona prognosi) e del 54% negli uomini: ottimi risultati anche quando paragonati a quelli di altri Paesi europei. E continuano ad aumentare i prevalenti, cioè le persone che vivono dopo aver avuto una diagnosi di tumore: nel 2020 si stima siano oltre 3 milioni e 600.000 (aumento del 3% annuo), un terzo dei quali può essere considerato guarito.

Tutti questi miglioramenti sono legati ai progressi in campo diagnostico-terapeutico e di prevenzione (primaria e secondaria), ma anche al continuo aumento del grado di informazione che viene fornita ai cittadini e, quindi, al loro maggiore grado di consapevolezza. E proprio perché risulta sempre più evidente che una quota importante di tumori potrebbe essere evitata aderendo a corretti stili di vita, sono stati inseriti in questo volume i dati dei sistemi di sorveglianza di popolazione, coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità, relativi ai comportamenti degli italiani, fornendo interessanti spunti di riflessione ai cittadini e ai medici, che sempre più devono indicare ai loro assistiti la necessità di seguire stili comportamentali adeguati.

Inoltre, si è ritenuto importante inserire i dati di Passi d’Argento relativi agli stili di vita delle persone che hanno già avuto un cancro: una modifica di comportamenti scorretti potrebbe aiutare infatti a prevenire recidive tumorali e secondi tumori.

Il continuo monitoraggio dei dati epidemiologici del cancro in Italia permette di valutare l’impatto delle strategie di prevenzione dei tumori e dei sistemi diagnostico terapeutici del nostro Paese e fornire un punto di riferimento per programmazioni sanitarie future. Per questo è necessario continuare questo lavoro di sorveglianza e di diffusione di tali dati.

Cancer Discovery — il primo studio occidentale sul rapporto tra Covid e cancro coordinato dall’Università del Piemonte Orientale tarato sui paesi Europei — ha documentato che se il tumore è in fase di progressione la prognosi è peggiore, ma la terapia tempestiva dell’infezione riduce la mortalità del 60%.

L’impatto indiretto del virus in oncologia, soprattutto per lo stop alla diagnosi precoce e agli screening — che sono il fondamento della guaribilità dei tumori — che è purtroppo avvenuta nella prima ondata di pandemia è necessario evitarla.

È il monito dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, e degli oncologi dell’Irccs, scelto dall’American Society of Clinical Oncology (Asco) per la divulgazione in Italia dei contenuti del suo importante convegno annuale di Chicago, quest’anno svolto in modalità virtuale. L’appello è: la prevenzione riprenda subito, per evitare una nuova epidemia di tumori. Dobbiamo immediatamente impegnarci a recuperare le visite e gli esami, oltre che le terapie non effettuate nei mesi Covid.

Bisogna intervenire subito perché, se non abbiamo potuto schivare l’inevitabile impatto del virus, ora possiamo però limitarlo. In questo processo conta l’organizzazione degli ospedali e dell’assistenza territoriale, ma conta anche la percezione della popolazione. Il rischio cancro c’è, ma a differenza di quanto avviene per i virus sconosciuti, sappiamo come difenderci.

Quindi l’appello agli italiani è: tornate alla prevenzione, alle visite, agli ospedali, con urgenza, ma con serenità.

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