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Raggi Virginia

Acea, Raggi e Lanzalone. La società civile è incivile? Le tesi (poco grilline) dei 5 Stelle

I Graffi di Damato sulle convulsioni dei 5 stelle su Acea, Raggi e Lanzalone Una goccia, la classica goccia, ha fatto traboccare il vaso della paura dei grillini nei riguardi degli alleati leghisti di governo, contro il cui leader Matteo Salvini, nonché vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno, hanno protestato o puntato i piedi,…

Una goccia, la classica goccia, ha fatto traboccare il vaso della paura dei grillini nei riguardi degli alleati leghisti di governo, contro il cui leader Matteo Salvini, nonché vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno, hanno protestato o puntato i piedi, all’unisono, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’altro vice presidente, Luigi Di Maio.

La goccia solo formalmente è l’infortunio in cui è incorso Salvini annunciando un “censimento” dei rom diventato, dopo le proteste grilline, una “ricognizione” nei campi dove gli zingari vivono in Italia non sempre rispettando, obiettivamente, le leggi e spesso provenienti, sempre illegalmente, dall’estero.

Oltre ai grillini sono insorti vignettisti poco o per niente simpatizzanti del Movimento delle 5 Stelle, ma rimasti anch’essi basiti dal primo annuncio di Salvini, aggravato dal rammarico da lui dichiarato di poter espellere solo i rom stranieri, e di doversi invece tenere quelli italiani. Particolarmente impietose sono state le vignette di Nico Pillinini sulla Gazzetta del Mezzogiorno e di Stefano Rolli sul Secolo XIX, dove il leader leghista è stato rappresentato come un emulo di Mussolini o come un mostro con mano d’artigli.

Non ha aiutato, diciamo così, Salvini neppure l’annuncio della solita visita d’amicizia e d’alleanza locale in quel di Arcore a Silvio Berlusconi, che non gode di particolari simpatie fra i grillini, e di una prossima, per quanto poi smentita, visita al Papa. Che potrebbe involontariamente contribuire, incontrandolo in Vaticano o altrove, ad aumentare la già forte visibilità del leader leghista, se non la si vuole chiamare popolarità.

La goccia Salvini in versione anti-rom è tuttavia solo formale, come si è già accennato. In realtà, a far traboccare il vaso della paura dei grillini è stato di più il risultato di un sondaggio Swg condotto per conto de La 7, che accredita il sorpasso elettorale della Lega sulle 5 stelle, sia pure per soli due centesimi di punto: il 29,2 contro il 29, cui i grillini sarebbero scesi dal 32 per cento delle elezioni politiche del 4 marzo, quando il partito di Salvini peraltro era salito da una sola cifra, o quasi, al 17 e rotti per cento “soltanto”.

Contribuiscono a rendere sempre più allarmati e delusi i grillini anche gli sviluppi della vicenda giudiziaria del progettato stadio romanista a Tor di Valle, che ha portato agli arresti domiciliari il presidente dimissionario dell’Acea Luca Lanzarone, portato proprio dai grillini a Roma come un mago dalla sua Genova e dalla pentastellata Livorno, dove aveva salvato la dissestata azienda municipale dei rifiuti.

Oltre alla crescente esposizione, nella vicenda giudiziaria, della sindaca Virginia Raggi, sentita due volte in pochi giorni alla Procura di Roma come testimone sui rapporti da lei avuti o subìti con Lanzarone – entrato in affari dopo il suo arrivo nella Capitale col costruttore Luca Parnasi, ora in galera con l’accusa di associazione a delinquere e corruzione- dà un enorme fastidio ai grillini che abbiano fatto più notizia i favori, veri o presunti, forniti loro da Parnasi che i 250 mila euro donati ad un’associazione leghista. O i versamenti effettuati, sempre da Parnasi, ad esponenti come il sindaco di Milano Giuseppe Sala e organizzazioni riferibili al Pd. Non parliamo poi dei soldi o altri favori finiti a esponenti della berlusconiana Forza Italia.

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