(…) In questi anni infatti abbiamo vissuto il calo dei consumi più forte di sempre dovuto da un lato alla crisi economica e dall’altro all’efficienza energetica legata all’evoluzione tecnologica e alle politiche di sostegno. A fronte di questo, dal lato dell’offerta, si è vista un’esplosione dovuta alle molte centrali a ciclo combinato entrate in esercizio dopo gli interventi straordinari assunti a valle degli anni del black-out (il cosiddetto sblocca centrali) e dall’altro la crescita significativa delle nuove fonti rinnovabili (fotovoltaico ed eolico) che hanno aumentato significativamente l’offerta incidendo sui fondamentali del mercato elettrico.
Come cambia il mercato elettrico
In questo percorso si è di fatto trasformato il mercato elettrico che ha visto per i primi anni mantenere il prezzo a fronte di un calo dei consumi (!!), poi invece i picchi di prezzo delle ore di punta sono stati finalmente smussati dalle rinnovabili, con gravi perdite economiche per i produttori tradizionali che tuttavia hanno potuto ripiegare contribuendo all’aumento dei prezzi nelle ore con meno domanda.
Così si è venuto a modificare il profilo della curva dei prezzi in Borsa che ha quasi azzerato le differenze tra ore di carico e ore vuote, alimentando il sospetto che i prezzi siano ancora molto guidati da pochi operatori dominanti in alcune zone.
L’esito di questa trasformazione del mercato, che in qualche modo ha dato segnali di vitalità nell’adeguarsi ai nuovi fondamentali, ha tuttavia generato un allarme indiscriminato che, assumendo la modifica dei prezzi come presupposto necessario, sta con forza portando a chiedere una rivoluzione del mercato, dei sistemi di sostegno e delle politiche energetiche future.
Rinnovabili sempre più alla base del mercato elettrico
Invece di rivoluzionare il sistema si dovrebbe cercare di seguire l’evoluzione dei mercati, definire regole e meccanismi e adeguare alle nuove condizioni i meccanismi esistenti con interventi mirati. Il percorso infatti è tracciato, l’evoluzione verso un sistema sempre meno dipendente dalle fonti fossili è inevitabile e ciò avverrà indipendentemente dal livello di resistenza dei settori perdenti, si tratta solo di far sì che ciò accada in modo graduale e non traumatico.
Più nello specifico è normale attendersi dai produttori fossili una resistenza all’ulteriore crescita delle rinnovabili, addurranno problemi di sicurezza della rete, di costo complessivo per il sistema, di difficile gestione dei carichi in tempo reale, della necessità di modificare, potenziandole, le reti di trasmissione e di distribuzione ecc. Ma tutti sappiamo che dietro queste considerazioni, in parte anche vere, si nasconde il tentativo di mantenere uno status quo che è miope. Infatti ognuno dei problemi indicati ha soluzioni ragionevolmente facili da applicare per risolverli e solo la volontà di bloccare la naturale evoluzione delle cose giustifica la resistenza passiva che stiamo vivendo.
Per un mercato elettrico equilibrato, a beneficio di tutti
Una battaglia di retroguardia, sicuramente perdente alla lunga e che oggi si concentra sull’ultimo, forse più importante, banco di prova: la riforma del mercato elettrico. Proprio la riforma del mercato elettrico è la cartina al tornasole che ci dirà dove andremo a parare, se difenderemo gli interessi dei grandi operatori fossili relegando le Fonti Rinnovabili in una riserva, ovvero se apriremo finalmente i mercati senza ostracismi per tali fonti. L’auspicio è che si arrivi ad un equilibrio sano e soprattutto capace di continuare a far crescere tali fonti pulite, integrandole con le altre fino ad avere, speriamo entro breve, un sistema di mercato funzionante ed efficiente a beneficio di nessuno ma a vantaggio di tutti.
Simone Togni, editoriale pubblicato sulla rivista Il Pianeta Terra