Il costo dell’energia frena la competitività delle imprese europee, gli investimenti stentano e il Rapporto Draghi sembra un libro dei sogni, più che un piano d’azione. Ma intanto la rivoluzione sostenibile cresce grazie alle certificazioni Esg e alle città più virtuose.
RAPPORTO DRAGHI UN LIBRO DEI SOGNI?
Il tanto sbandierato rapporto Draghi sembra una dichiarazione d’intenti. Infatti, l’Europa ha attuato appena “il 10% di quanto scritto nel documento”, secondo Antonio Villafranca dell’Ispi. Del tanto famigerato mercato dei capitali comuni non c’è traccia e a farne le spese è la transizione energetica. L’Ue rischia così di restare indietro nella corsa globale alla sostenibilità. Servono una “governance europea” e un “mercato comune dell’energia” per rilanciare l’Europa, secondo Lara Ponti di Confindustria.
Intanto, il prezzo dell’energia pesa come un macigno sulla competitività delle industrie energivore. Giovanni Brianza di Edison Next ha sottolineato che colpisce diversi comparti, dal vetro all’acciaio alla ceramica. In particolare, le acciaierie italiane oggi hanno un costo di produzione allineato a quello europeo “ma più alto del 35% rispetto alle realtà fuori dall’Europa. Per via del prezzo dell’energia ma anche del costo del rottame”.
LA SOSTENIBILITA’ CORRE
Il mercato delle certificazioni verdi ormai riguarda non solo l’industria ma anche i servizi. “Penso, ad esempio, al mondo delle assicurazioni o della finanza”, ha sottolineato Massimo De Felice di Accredia. La rendicontazione Esg “è diventata una metrica quotidiana per le banche non solo per la valutazione del rischio ma anche in termini di scelta strategica”, secondo Carlo Napoleoni del Gruppo Bcc Iccrea.
La rendicontazione non finanziaria, alla luce della direttiva Ue Csrd, si traduce “in un bilancio integrato con 170 nuovi parametri”, secondo Luca Passa di Snam. Le istituzioni hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo della circolarità come modello, secondo Federico Colombara di Bcg. Milano è un’eccellenza quanto a raccolta differenziata, “con il 63% è già oggi tra le metropoli europee più virtuose”, secondo Carlotta Ventura di Amsa.
“Occorrono premialità per gli investimenti in tecnologia e infrastrutture”, ha sottolineato Colombara. Il diritto ambientale è una “leva per uno sviluppo tecnologico responsabile”, secondo Daniela Frascella di Baker McKenzie.






