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Irex annual report. Come cambia il mondo delle rinnovabili

Facendo un bilancio sul settore delle rinnovabili in Italia, i segnali di cambiamento sono molteplici. Dopo anni di crescita, il mercato interno cambia segno e le industrie italiane cercano spazi all’estero: il 76% degli investimenti in nuovi impianti sono infatti internazionali.

 

A dirlo è Alessandro Marangoni, CEO di Althesys e direttore scientifico dell’IREX Annual Report, presentato questa mattina a Roma.

Il settore delle FER è profondamente mutato rispetto a pochi anni fa, coinvolto in un processo di forte consolidamento e internazionalizzazione, confermato anche nei primi mesi del 2014. Le tendenze strategiche prevalenti che hanno caratterizzato il comparto nel 2013 sono state: il consolidamento del settore, l’internazionalizzazione, l’efficientamento e il repowering, l’ingresso nel business dell’efficienza energetica e della smart energy, il ritrovato interesse nella finanza.

Il mercato italiano appare saturo e le aziende, simbolo di quella parte dell’Italia che “ce la fa” o che ci prova, conquistano mercati esteri, facendo leva sull’innovazione e sull’esperienza, doti particolarmente apprezzate all’estero. Nel 2013 il 34% delle operazioni del settore ha interessato un Paese straniero (contro il 22% del 2012), per 3.830 MW totali, ovvero il 66% della potenza censita. I nuovi impianti sono il 57% delle operazioni estere, seguono le acquisizioni con il 15%, gli accordi di fornitura con il 13% e le joint venture focalizzate sullo sviluppo di nuovi business con il 10%.

Nuova Europa e Centro – Sud America si confermano le aree più interessante dagli investimenti italiani nel 2013, probabilmente attratti da politiche di incentivazione ancora favorevoli. Si pensi al Brasile o al Cile, dove oggi l’eolico costa meno delle fonti tradizionali. Emergono poi rispetto allo scorso anno il Medio Oriente e l’Asia. Il primo caratterizzato da alcune joint venture volte allo sviluppo di nuove tecnologie e mercati, si pensi al Marocco che sta muovendo i primi passi nelle politiche di sviluppo; il secondo meta di investimenti in nuovi impianti, soprattutto la Thailandia e il Giappone, che dopo Fukushima ha puntato tutto sulle rinnovabili.

Trend molto diffuso quello dell’efficientamento delle imprese, insieme al repowering degli impianti meno recenti. Nell’eolico l’evoluzione tecnologica e l’anzianità di una parte degli impianti (1.790 MW sono stati installati prima del 2005), rende tale argomento di grande attualità, seppur la normativa italiana sia ancora molto farraginosa sull’argomento. Mentre in Paesi come Danimarca e Germania sono state introdotte in passato forme di agevolazione all’ammodernamento, in Italia l’attuale sistema non incoraggia questi investimenti, perché le procedure autorizzative sono pressoché identiche a quelle per la costruzione di nuovi impianti. Politiche più incisive porterebbero a importanti benefici per le aziende italiane e per il Paese, sia dal punto di vista ambientale che di ottimizzazione dello sfruttamento delle risorse.

Cavallo di battaglia della “green energy” è l’efficienza energetica, considerata nella mappatura dei nuovi investimenti uno dei nuovi business sui quali puntano gli operatori per fronteggiare il calo del mercato. Generazione distribuita, smart grid, energia intelligente e storage integrati con l’efficienza energetica stanno guidando la transizione verso nuovi modelli energetici. L’insieme di questo segmento pesa per il 5% sul totale, con ottime prospettive di crescita.

Il 2013 ha visto anche un rinnovato interesse della finanza per il settore. Il 35% delle operazioni di crescita esterna vede infatti almeno un investitore finanziario. In termini di MW, i player finanziari rappresentano il 37% delle acquisizioni di impianti in Italia e il 42% delle operazioni.

 

 

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