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Estrarre gas e petrolio causa i terremoti? La Società Geologica Italiana prende posizione

In Italia si può ricavare shale gas? L'attività estrattiva di idrocarburi causa i terremoti? E poi, è così automatica questa correlazione? Nessun geologo serio può affermare una cosa del genere.

 

Lo avevamo scritto solo qualche giorno fa, in Italia c’è bisogno di un Ministero ‘ad hoc’ per l’energia, perché questo tema non è uno dei tanti, ma il tema fondamentale sul quale costruire la #crescitaeconomica. I temi che si dibattono sono molto delicati, come nel caso dello shale gas. Una puntata di Report, ultimamente, ha riportato di attualità questo argomento delicato e decisivo per il futuro di alcuni paesi, se solo pensiamo a come stanno operando gli Stati Uniti o la Cina sul versante del gas da scisto. 

Report nella puntata del 12 Maggio scorso ha riportato l’attenzione anche sulla possibilità di praticare il fracking (la fratturazione idraulica che si esegue dopo una trivellazione per migliorare la produzione di gas) in Italia e ha messo in relazione temi diversi tra loro, rischiando di generare confusione nello spettatore che non ha familiarità con il mondo degli idrocarburi: il fracking, le trivellazioni, i metodi convenzionali per estrarre idrocarburi dal sottosuolo, la reiniezione dei liquidi nel sottosuolo, tutti temi indistintamente messi in relazione con la possibilità di causare un terremoto. Si è citato lo studio della Commissione Ichese, voluto dal Governo italiano per valutare eventuali correlazioni di causa-effetto tra l’attività estrattiva e il terremoto dell’Emilia Romagna di due anni fa.

Ora, a qualche giorno dalla puntata della trasmissione di Milena Gabbanelli arriva la posizione ufficiale della Società Geologica italiana, che sul proprio sito internet pubblica la lettera che ha inviato alla redazione di Report e per conoscenza anche al Direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi. Nella lettera, firmata dal presidente della Società fondata da Quintino Sella nel 1881, Carlo Doglioni scrive: “Nel vostro servizio, purtroppo, non si è detto da subito che in Italia non si fa fracking perché non esistono riserve economicamente rilevanti di shale gas (i pareri espressi di potenzialità nella nostra nazione sono di persone non informate sul tema); inoltre, la ricerca di shale gas non è prevista dal Governo nel piano di Strategia Energetica Nazionale e nessuno può pensare di farla in incognito: lo dice anche uno dei vostri intervistati che per realizzare il fracking ci vorrebbe un numero infinito di camion ogni giorno. La situazione italiana non è dunque minimamente paragonabile a quella americana nè dal punto di vista geologico e nemmeno da quello normativo, ma lo spettatore è stato indotto a pensare che la stessa tecnica sia adottata o adottabile in futuro anche da noi”. 

La puntualizzazione non è di poco conto e serve non solo a tranquillizzare gli spettatori, ma anche a spiegare perché non sarebbe conveniente e pensabile praticare fracking in Italia. Chi afferma il contrario o non conosce il tema o è in cattiva fede. Tra l’altro, continua il presidente della Società Geologica Italiana, non si può mettere in relazione tanto facilmente l’attività estrattiva con i terremoti: “presentare in modo fuorviante le conclusioni della commissione voluta dalla Regione Emilia Romagna sui rapporti tra estrazioni petrolifere e sismicità, come se la relazione tra la coltivazione di un campo petrolifero in Emilia e il terremoto del maggio 2012 sia praticamente certa (mentre la commissione stessa sostiene che è solo un’ipotesi non dimostrabile), significa semplicemente dire che, per il principio di precauzione, si dovrebbero sospendere tutte le attività minerarie in Italia. E’ una scelta politica possibile, ma con le ovvie conseguenze. Se aveste chiesto a geologi esperti di sismotettonica, avreste potuto sentire che la relazione ipotizzata tra attività estrattive e terremoti, almeno nel caso emiliano, è poco realistica e basata su dati di quantomeno controversa interpretazione. Alimentare le paure di popolazioni già duramente colpite da eventi disastrosi in un territorio naturalmente soggetto ad eventi sismici rilevanti non è una scelta condivisibile perché i cittadini meritano di avere le informazioni più corrette e trasparenti possibili”. 

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