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Cosa farà l’Europa per le donne

Le priorità dell'UE per la 64a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne

Il Parlamento Europeo si presenta compatto alla 64a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne istituita dal Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) con la risoluzione 11 del 21 giugno 1946, come organismo parallelo alla Commissione sui Diritti Umani nel 1946 e oggi la (CSW64) individua il tema prioritario della revisione e della valutazione dell’attuazione della Dichiarazione e della piattaforma d’azione di Pechino del 1979.

Il Parlamento è consapevole dei ritardi che già oggi denunciamo per il raggiungimento della parità di genere in conformità di ciò che prevede l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile adottata nel settembre 2015 e i suoi obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), la sua risoluzione del 28 novembre 2019 sull’adesione dell’UE alla Convenzione di Istanbul e altre misure per combattere la violenza di genere,  le conclusioni del Consiglio del 10 dicembre 2019 su “Economie tra uomini e donne nell’UE: la via da seguire”, considerando che la parità tra donne e uomini è un principio fondamentale dell’UE, sancito dal trattato sull’Unione europea e dalla Carta dei diritti fondamentali e che l’integrazione della dimensione di genere è quindi uno strumento importante per l’integrazione di questo principio in tutte le politiche dell’UE, misure e azioni, anche nella sua dimensione esterna.

Il Parlamento considerando che l’uguaglianza di genere è un prerequisito per lo sviluppo sostenibile e la gestione efficiente delle sfide climatiche al fine di realizzare una transizione equa e giusta che non lasci indietro nessuno; considerando che tutte le azioni per il clima devono includere una prospettiva di genere e intersezionale; considerando che le donne devono svolgere ruoli più forti nello spazio dei cambiamenti climatici in quanto leader, professionisti e agenti tecnici per il cambiamento, si impegna a potenziare in ambito europeo e internazionale alcune azioni prioritarie.

In particolare per quanto riguarda la Responsabilizzazione economica e politica delle donne è fondamentale, come si legge sul sito del Parlamento Europeo:

  • Intensificare gli sforzi per una maggiore inclusione delle donne nel mercato del lavoro e migliorare il sostegno all’imprenditoria femminile dato che sono fattori chiave alla base della crescita economica inclusiva a lungo termine, della lotta alle disuguaglianze e della promozione dell’indipendenza finanziaria delle donne; adottare misure per affrontare la disoccupazione femminile, in particolare la loro disoccupazione di lunga durata;
  • Rafforzare gli sforzi legislativi e non legislativi per colmare definitivamente le disparità retributive e pensionistiche di genere e applicare con forza il principio della parità retributiva, garantendo che i salari per i lavoratori a tempo parziale siano in linea con l’equivalente a tempo pieno e adottando la legislazione aumentare la trasparenza salariale e migliorare la chiarezza giuridica per individuare la discriminazione e la discriminazione di genere nelle strutture retributive, combattere la segregazione professionale verticale e orizzontale e combattere i pregiudizi dei datori di lavoro nelle assunzioni e nelle decisioni in materia di promozione; promuovere nuovi investimenti in infrastrutture di assistenza, istruzione e assistenza sanitaria e nella fornitura pubblica di servizi di assistenza accessibili, convenienti e di qualità per tutto il ciclo di vita, compresa l’assistenza a bambini, persone a carico e persone anziane;
  • Supportare politiche che favoriscano la condivisione equa delle responsabilità domestiche e assistenziali tra donne e uomini e combattano le norme di genere e le disparità di genere riguardo alle cure implementando politiche appropriate che coinvolgono gli uomini nel cambiamento necessario;
  • Riconoscere gli impatti differenziali della tassazione sulle donne e sui diversi tipi di famiglie (famiglie con doppio reddito, famiglie con reddito singolo femminile e maschile, ecc.) E garantire che i sistemi fiscali promuovano e proteggano l’uguaglianza di genere e l’equità fiscale per le donne eliminando le tasse pregiudizi e incentivi legati al genere che perpetuano ruoli diseguali di genere;
  • Intensificare il lavoro per combattere la segmentazione orizzontale e verticale del mercato del lavoro e la femminilizzazione del lavoro precario e garantire un’adeguata offerta alle donne che affrontano molteplici forme di discriminazione; garantire che siano previste adeguate misure per le donne anziane, comprese misure quali crediti per periodi di cura, pensioni minime adeguate, prestazioni di reversibilità e diritti al congedo familiare per gli uomini al fine di prevenire la femminilizzazione della povertà;
  • Sottolineare il diritto delle lavoratrici domestiche, comprese le lavoratrici migranti e rifugiate, a condizioni di lavoro dignitose e pari protezione sociale; assicurare la ratifica e l’attuazione della Convenzione ILO 189 sul lavoro dignitoso per i lavoratori domestici;
  • Riconoscere l’importanza del rafforzamento delle politiche e delle misure che promuovono l’educazione delle ragazze e le loro implicazioni in termini di potenziamento economico; ricordare che è necessario un focus specifico per garantire l’accesso delle ragazze e delle donne a tutti i livelli di istruzione a livello globale; sostenere, a tale proposito, le attività di consulenza sulla carriera di genere e le iniziative di sensibilizzazione per promuovere una maggiore partecipazione delle donne alle carriere STEM e agli uomini nei settori della salute, del benessere e dell’istruzione; sottolineare la necessità di inclusione e rappresentanza delle donne nei settori economici emergenti che sono importanti per lo sviluppo sostenibile, compresi i settori delle TIC, dell’intelligenza digitale e artificiale;
  • Garantire la piena integrazione delle donne su un piano di parità con gli uomini a tutti i livelli e in tutti i settori e promuovere attivamente una rappresentanza equilibrata di genere e un’eguale rappresentanza di tutte le preoccupazioni e interessi delle donne a tutti i livelli decisionali; dare l’esempio e sbloccare la direttiva sulle donne nei consigli di amministrazione in seno al Consiglio europeo e raccomanda l’introduzione di requisiti di equilibrio di genere nelle leggi elettorali.

L’Europa ha dato un enorme impulso alle politiche di genere e alla valorizzazione della presenza femminile nella società, ma è necessario fare una riflessione su cosa vogliamo in più perché se questa deve essere la nostra casa comune dobbiamo capire quale sarà il nostro posto e quanto spazio avremo.

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