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Raid sauditi in Yemen: cresce la tensione tra Arabia saudita ed Emirati arabi uniti

L'Arabia Saudita ha lanciato in Yemen raid aerei di avvertimento contro i separatisti dell'STC, sostenuti dagli Emirati Arabi Uniti, dopo la loro conquista di due province nell’est del Paese.

 

L’Arabia Saudita ha compiuto attacchi aerei in Yemen contro le forze del Southern Transitional Council (STC), il principale movimento separatista del sud, sostenuto dagli Emirati Arabi Uniti.

I raid, definiti di avvertimento, arrivano dopo la rapida conquista da parte dell’STC di due province orientali ricche di petrolio, Hadramaut e al-Mahra, avvenuta all’inizio del mese.

L’episodio evidenzia le crescenti divergenze tra Riad e Abu Dhabi, tradizionali alleati che ormai perseguono obiettivi diversi nello Yemen, rischiando di indebolire l’intera coalizione e di distrarre risorse dalla lotta contro i ribelli Houthi che si sono stabiliti nel nord e godono del sostegno dell’Iran.

COSA SUCCEDE NELLO YEMEN

Lo Yemen è immerso in una guerra civile complessa dal 2014, quando i ribelli Houthi hanno conquistato Sana’a e costretto il governo riconosciuto internazionalmente a spostarsi nel sud.

Come ricorda il Financial Times, nel 2015 l’Arabia Saudita ha guidato una coalizione araba per contrastare gli Houthi, con gli Emirati come partner principale.

Col tempo, però, le priorità dei due paesi si sono discostate: Riad punta a preservare l’unità yemenita e il ruolo del governo ufficiale, mentre Abu Dhabi ha progressivamente spostato il suo appoggio verso forze locali meridionali.

Una tregua mediata dall’ONU nel 2022 ha ridotto gli scontri ma, come sottolinea Al Jazeera, le recenti mosse dell’STC hanno stravolto l’equilibrio, alimentando il rischio di una frammentazione ulteriore e di ripercussioni sulla stabilità regionale.

IL RUOLO DI STC

Il Southern Transitional Council è il principale portavoce delle aspirazioni indipendentiste del sud dello Yemen, che mira a ripristinare la divisione pre-1990 tra Nord e Sud.

Come scrive il Guardian, nelle ultime settimane l’STC ha preso il controllo delle vaste province di Hadramaut e al-Mahra – aree strategiche e ricche di idrocarburi – senza incontrare resistenza significativa, estendendo così la propria influenza su quasi metà del territorio meridionale.

Il gruppo, presieduto da Aidarous al-Zubaidi, giustifica le avanzate della formazione come necessarie per contrastare gruppi estremisti, interrompere il contrabbando di armi verso gli Houthi e garantire la sicurezza dei porti costieri.

Reuters riferisce che l’STC ha respinto le richieste saudite di ritiro, dichiarando che non è un’opzione, mentre ad Aden si sono tenute manifestazioni a favore di una dichiarazione di indipendenza.

Pur facendo formalmente parte del governo yemenita, l’STC opera in modo sempre più autonomo, creando attriti insanabili con Riad e le istituzioni riconosciute internazionalmente.

I BLITZ SAUDITI NELLO YEMEN

L’STC ha dichiarato che i raid aerei sono avvenuti venerdì nel governatorato di Hadramawt.

Amr Al Bidh, rappresentante speciale per gli affari esteri del Consiglio, ha dichiarato in un comunicato all’Associated Press che i suoi combattenti erano impegnati in operazioni nell’est di Hadramawt e hanno subito “molteplici imboscate” da parte di uomini armati. Quegli attacchi avrebbero ucciso due combattenti del Consiglio e ne avrebbero feriti altri 12, ha aggiunto Al Bidh. I raid sauditi sono avvenuti subito dopo, ha aggiunto.

L’Arabia Saudita non ha commentato ufficialmente gli attacchi. Tuttavia, come sottolinea l’AP, il quotidiano londinese di proprietà saudita Asharq Al-Awsat, citando “fonti informate” ha riportato venerdì sera che il regno ha effettuato i raid “per inviare un messaggio” al Consiglio.

Faez bin Omar, un importante esponente di una coalizione di tribù di Hadramawt, ha inoltre dichiarato alla stessa AP di credere che i raid aerei rappresentassero un avvertimento al STC affinché ritirasse i suoi combattenti dalla zona.

IL RUOLO DEGLI EMIRATI

Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano il pilastro fondamentale del sostegno all’STC, fornendo supporto militare, finanziario e politico senza il quale il movimento separatista faticherebbe a sopravvivere.

Secondo il Ft, è altamente improbabile che l’offensiva su Hadramaut sia partita senza almeno il tacito assenso di Abu Dhabi.

Il Guardian osserva che gli Emirati hanno espresso apprezzamento per gli sforzi sauditi di stabilizzazione, senza però appoggiare apertamente la richiesta di ritiro delle forze separatiste.

Al Jazeera evidenzia come questa ambiguità stia mettendo alla prova l’alleanza tra Riad e Abu Dhabi, già incrinata da divergenze su altri teatri come il Sudan.

Per gli Emirati, un sud coeso e indipendente rappresenterebbe un argine più efficace contro gli Houthi iraniani, ma questa visione entra in rotta di collisione con gli interessi sauditi.

I TIMORI SAUDITI

L’Arabia Saudita percepisce l’avanzata dell’STC come una minaccia diretta alla propria sicurezza nazionale e al suo ruolo guida in Yemen.

Hadramaut, la provincia più grande e ricca dello Yemen, ha storici legami con il Regno e la sua perdita di controllo rappresenta un rischio inaccettabile per Riad, che teme una distrazione dalla lotta agli Houthi e un vantaggio per l’influenza iraniana.

Reuters cita il ministro della difesa saudita Khalid bin Salman, che su X ha esortato l’STC a evitare “avventurismi” che favoriscono solo il nemico comune.

“Il Regno sottolinea l’importanza della cooperazione tra tutte le fazioni e componenti yemenite affinché esercitino moderazione ed evitino qualsiasi misura che possa destabilizzare la sicurezza e la stabilità, con possibili conseguenze indesiderate”, ha avvertito il Ministero degli Esteri saudita in un comunicato riportato da Al Jazeera.

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