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occhiuto

Ma Occhiuto è davvero occhiuto?

Bizzarre esternazioni dell'azzurro Occhiuto su Mamdani, perentorie dichiarazioni di Barbara Berlusconi che stridono con i malumori di Marina e Pier Silvio. Che cosa succede in Forza Italia? La nota di Sacchi

Ma con la “scossa liberale” che Roberto Occhiuto, governatore della Calabria, intende dare a Forza Italia, di cui è peraltro vicesegretario ed ex capogruppo alla Camera, cosa c’entra Zohran Mamdani, il sindaco dem di New York, di origini indiano-ugandesi, alla cui vittoria il nostrano Pd si è aggrappato come fosse una rivincita sulla rielezione di Donald Trump? A notare questa contraddizione, soprattutto se si guarda il programma economico assistenzialista, quasi da 5 Stelle versione Manhattan, è stato subito, nella sua seguitissima rassegna stampa “Occhio al caffè”, solo il direttore del giornale “Il Tempo”, il liberale-conservatore, Daniele Capezzone, ex portavoce di FI e del Pdl, ex segretario dei Radicali.

Spentisi al momento i riflettori sul convegno “In Libertà” della “corrente “, ma “non corrente” come tiene a precisare il governatore della Calabria, a Palazzo Grazioli, ex residenza romana di Silvio Berlusconi, con la partecipazione di diversi esponenti azzurri, sono alcuni punti  del programma dei “dissidenti” a essere messi sotto la lente di ingrandimento.

Occhiuto spiega in alcune interviste dei giorni scorsi a “La Stampa ” e “Il Foglio” che Mamdani è opposto al suo pensiero ma ciò non toglie la suggestione della politica di “inclusione” che l’elezione del sindaco di fede islamica rappresenta nella città colpita a morte l’11 settembre dal terrorismo di Al-Qaeda.

Ma non è questione di fede religiosa. È il programma economico del sindaco dem (“Sono musulmano e socialista democratico”, afferma) della Grande Mela che oggettivamente stride con quello dello stesso Occhiuto che in Calabria con una coraggiosa e brillante mossa, dimettendosi e ricandidandosi, per non finire sulla graticola dell’uso politico della giustizia, ha dato scacco matto al contendente pentastellato, ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Proprio colui che è considerato padre del reddito di cittadinanza.

Occhiuto lancia poi stoccate a Matteo Salvini anche sull’economia contro “la difesa delle corporazioni” sulla questione dei taxi, chiede più apertura sulle unioni omosessuali, ma elogia al tempo stesso il premier, Giorgia Meloni, che persegue la stessa politica sui temi dell’immigrazione e dei diritti civili del suo vicepremier e leader della Lega. Attacca Trump, seppur Meloni si sia ormai ritagliata un ruolo di ponte tra il presidente Usa, con cui ha ottimi rapporti, e la Ue.

Occhiuto lancia l’obiettivo di far tornare Forza Italia al 20 per cento, ma dice anche di voler fare vere riforme “anche a costo di perdere voti” dal mondo delle incrostazioni “corporative”. Smentisce che dietro l’iniziativa di Palazzo Grazioli ci siano i figli del Cavaliere, Pier Silvio e Marina Berlusconi, ma dice di averli sentiti prima dell’iniziativa che ha oggettivamente messo sotto accusa il segretario di FI, Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri. Che però secondo Occhiuto, suo vice, avrebbe fatto bene a partecipare.

In tutto questo una oggettiva frenata alla continua richiesta da parte di Berlusconi junior, amministratore delegato di Mediaset, di “volti nuovi” a Forza Italia, con quello che è suonato come un benservito allo stesso Tajani, è parsa venire da Barbara Berlusconi. La sorella di Pier Silvio e Marina, figlia di seconde nozze del Cavaliere con Veronica Lario, come ha scritto ieri Francesco Damato, nella sua intervista a “Il Corriere della sera” del 24 dicembre, è parsa esprimere un parere negativo sui propositi non negati dal fratello per il futuro di scendere in politica.

E oggettivamente stridono le parole di Barbara con la richiesta da parte dell’imprenditore televisivo di “volti nuovi” nella politica di FI, soprattutto nel passaggio dove sottolinea di avere “un grande rispetto per la politica”. Parole che dovrebbero essere suonate musica alle orecchie di Tajani che rispondendo indirettamente a Berlusconi junior alla festa di Atreju, molto applaudito dalla platea di giovani di FdI, aveva elogiato proprio il valore della militanza politica.

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