Sei società di intelligenza artificiale – Google, OpenAI, xAI, Anthropic, Meta Platforms e Perplexity AI – sono state citate in giudizio da un gruppo di scrittori statunitensi, tra cui il giornalista del New York Times e vincitore del Pulitzer John Carreyrou, per l’uso di copie piratate dei loro libri nell’addestramento dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) che alimentano i chatbot.
Sebbene la causa sia una delle numerose azioni legali per violazione del diritto d’autore intentate da autori e altri titolari di diritti contro aziende tecnologiche per l’uso delle loro opere nell’addestramento dell’IA, questa depositata ieri presso il tribunale del distretto settentrionale della California, rappresenta la prima causa per violazione del copyright contro xAI relativa al suo processo di addestramento e la prima azione legale intentata da autori contro Perplexity.
L’ACCUSA DI FURTO DELIBERATO
L’atto di citazione, riferisce Bloomberg, sostiene che le aziende abbiano compiuto un “atto deliberato di furto” scaricando copie piratate dei libri da “biblioteche ombra illegali” come LibGen, Z-Library e OceanofPDF. Successivamente, le società avrebbero creato ulteriori copie durante l’addestramento dei modelli o nell’“ottimizzazione” del prodotto. Gli autori dichiarano che le loro opere “ora alimentano ecosistemi di prodotti multimiliardari” senza ricevere alcun compenso.
IL RIFIUTO DELLA CLASS ACTION CON ANTHROPIC
Carreyrou e altri scrittori, secondo quanto scrive Reuters, hanno scelto di non aderire alla class action da 1,5 miliardi di dollari raggiunta con Anthropic, ritenendo insufficiente la cifra offerta, pari a circa 3.000 dollari per opera. L’atto di citazione sottolinea che una giuria potrebbe assegnare fino a 150.000 dollari per ciascun lavoro violato, nel caso in cui fosse accertata una violazione intenzionale.
“Le società che sviluppano LLM – si legge nel documento – non dovrebbero poter estinguere con tanta facilità migliaia e migliaia di rivendicazioni di alto valore a prezzi da saldo”.
CONTROVERSIE LEGALI SUGLI STUDI LEGALI
A questo si aggiunge che uno degli studi legali che rappresentano gli autori, Freedman Normand Friedland LLP, si è recentemente presentato in tribunale per difendere un altro studio accusato di aver cercato di “ingannare” autori per farli rinunciare al risarcimento di Anthropic. Il giudice della class action ha affermato che promettere azioni legali separate per poi tirarsi indietro “sarebbe così non etico da meritare la radiazione dall’albo”.
Tutti i querelanti della causa di ieri si sono presentati all’udienza di novembre per assicurare che non erano stati indotti a rinunciare all’accordo.
I NO COMMENT DELLE AZIENDE
Solo xAI di Elon musk ha risposto all’azione legale definendola “Bugie dei media tradizionali” mentre le altre società citate non hanno rilasciato commenti immediati.





