Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, considerata la massima autorità per l’analisi delle tendenze energetiche mondiali, la domanda globale di carbone raggiungerà un valore record nel 2025 ma diminuirà entro il 2030 per via dell’uso crescente di altre fonti – le rinnovabili, il nucleare e il gas naturale – nella generazione elettrica. L’elettricità, comunque, rappresenta solo una porzione dei consumi energetici totali.
A QUANTO AMMONTA LA DOMANDA DI CARBONE NEL MONDO…
Nel 2025 la domanda globale di carbone dovrebbe raggiungere le 8845 tonnellate, quaranta in più delle 8805 del 2024, che a loro volta rappresentavano un incremento dell’1,5 per cento rispetto all’anno precedente.
… E COME EVOLVERÀ
Nei prossimi anni fino al 2030, l’Agenzia prevede che la domanda di carbone si stabilizzerà e diminuirà leggermente verso la fine del decennio, tornando ai livelli precedenti al 2023.
La Cina rimarrà la maggiore consumatrice al mondo, pur riducendo la quota del carbone nel proprio mix elettrico. A trainare la domanda sarà invece l’India (225 tonnellate di domanda aggiuntiva dal 2025 al 2030), seguita dai paesi del Sud-est asiatico (+127 tonnellate), in particolare dall’Indonesia e dal Vietnam.
Al contrario, la domanda carbonifera diminuirà sensibilmente nell’Unione europea e negli Stati Uniti – i cali saranno rispettivamente di 153 e di 106 tonnellate – per effetto delle politiche di phase-out e della sostituzione con combustibili meno emissivi.
LA CRESCITA DEL CARBONE TESTIMONIA L’INSUCCESSO DEGLI ACCORDI SUL CLIMA
A dieci anni di distanza dagli accordi di Parigi sul clima, che prevedevano un impegno internazionale per limitare il riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi Celsius, il carbone rimane la fonte più utilizzata a livello mondiale per produrre energia elettrica. Trattandosi del più emissivo tra i combustibili fossili, il suo abbandono progressivo – in gergo si dice phase-out – è ritenuto fondamentale per il successo dell’azione climatica.
“Guardando al futuro, osserviamo che la domanda globale di carbone si stabilizzerà e inizierà un declino molto lento e graduale fino alla fine del decennio”, ha spiegato durante una conferenza stampa Keisuke Sadamori, che guida l’unità Mercati energetici e sicurezza dell’Agenzia internazionale dell’energia.
CHI CONSUMA PIÙ CARBONE
Attualmente, due soli paesi valgono assieme il 71 per cento dei consumi globali di carbone: la Cina e l’India. Pechino, in particolare, consuma più carbone – il 30 per cento in più, ha detto Sadamori – del resto del mondo messo insieme.
Considerato che la Cina è la maggiore emettitrice di gas serra al mondo, con una quota del 29,2 per cento del totale, e che l’India vale l’8,2 per cento, si potrebbe dire – usando una metafora calcistica – che la “partita” dell’azione climatica, promossa dall’Occidente, si gioca e si giocherà “in trasferta”: l’intera Unione europea rappresenta oggi meno del 6 per cento delle emissioni globali, e gli Stati Uniti l’11,1 per cento.
“In Asia”, ha scritto l’Agenzia internazionale dell’energia nel suo rapporto Coal 2025, “il carbone rimane fondamentale per la sicurezza elettrica e per i processi industriali”.
LE TENDENZE DEL 2025
Nel 2025 l’utilizzo di carbone in India è diminuito – è solo la terza volta in cinquant’anni che accade – a causa dei monsoni particolarmente intensi, che hanno fatto scendere la domanda di elettricità e contemporaneamente accresciuto la produzione delle centrali idroelettriche.
In Cina i livelli della domanda – i più alti al mondo, come detto – sono rimasti sostanzialmente invariati rispetto al 2024. Negli Stati Uniti, invece, i consumi sono cresciuti per via dei prezzi più alti del gas naturale e delle politiche incentivanti introdotte dall’amministrazione di Donald Trump, che prevedono anche il posticipo della chiusura di alcune centrali.
L’Unione europea, scrive l’Agenzia, “continua a registrare un declino strutturale nella generazione a carbone nel 2025, sebbene la riduzione sia rallentata a causa della minore produzione idroelettrica ed eolica nella prima metà dell’anno”.






