Data breach “segreto” o c’è una talpa in Wind? È la domanda che sorge spontanea leggendo le segnalazioni dei recenti tentativi di truffa ai danni di diversi cittadini, portate alla luce su Linkedin da Sergio Sette, consulente informatico per la pubblica amministrazione specializzato in digital transformation. Le tempistiche farebbero pensare a una talpa, secondo fonti di Start Magazine vicine all’azienda.
L’ARMADIO SATURO DI WINDTRE
Windtre è stata colpita da un “bel data breach”, secondo Sergio Sette, consulente informatico per la pubblica amministrazione specializzato in digital transformation. Un’affermazione che si fonda sulla sua esperienza personale. Infatti, il giorno dopo aver inviato una PEC all’azienda per richiedere di traslocare la linea fissa, l’esperto informatico ha ricevuto una telefonata da un sedicente tecnico che comunicava l’impossibilità di dar seguito alla richiesta perché “l’armadio e saturo” e offriva un accordo “temporaneo” con Tim.
“Si tratta certamente di un bel data breach” scrive Sette, aggiungendo che lo stesso servizio clienti di Wind ha confermato di aver ricevuto diverse segnalazioni simili e che quei dati erano in possesso solo di Wind. Tuttavia, l’ultimo data breach comunicato da WindTre risale al 25 febbraio 2025, quando un accesso non autorizzato ai sistemi di un rivenditore ha potenzialmente esposto dati personali (nome, indirizzo, recapiti) di alcuni clienti. Un incidente che è costata alcune prescrizioni da parte del Garante Privacy nell’ottica di rafforzamento delle cyber difese.
C’E’ UNA TALPA IN WIND?
L’opzione data breach non è l’unica sul tavolo. Le tempistiche suggerirebbero anche una seconda strada, secondo fonti di Start Magazine: una talpa. La “spia” potrebbe lavorare in Wind o in uno dei diversi call center a cui l’azienda si appoggia. Il travaso dei dati da un call center a un altro sarebbe una pratica tanto consolidata quanto difficile da estirpare, secondo fonti di Start Magazine. Non è raro, infatti, che persone che lavorano all’interno di un call center rivendano i dati dei clienti a un altro.
La seconda opzione è forse peggiore della prima. La talpa potrebbe essere, invece, un dipendente di Wind, pronto a vendere in tempo reale dati sensibili dei clienti alla concorrenza. Negli anni è nato un vero e proprio mercato nero delle informazioni personali dei clienti, venduti per pochi centesimi, alimentato da dipendenti infedeli che sfruttano la loro posizione per consultare e saccheggiare archivi riservati, con la complicità di intermediari e call center. Una rete illegale di informazioni personali che permette ai call center di chiamare i clienti al momento giusto e spingerli a stipulare i contratti con un’altra compagnia.






