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La resistenza del Lussemburgo alle regole Ue. Report Ft

Il Lussemburgo guida la resistenza alle regole unificate sui capitali con Irlanda, Malta e Cipro. L'articolo del Financial Times tratto dalla rassegna di Liturri.

(Financial Times Europe, Martin Arnold e Paola Tamma, 11 dicembre 2025)

Il Lussemburgo, con Irlanda, Malta e Cipro, blocca la vigilanza centralizzata sui mercati finanziari UE: creerebbe un “mostro” burocratico e non sbloccherebbe nuovi fondi. Il progetto Unione dei mercati dei capitali, lanciato da Juncker nel 2014 per ridurre la dipendenza dalle banche, avanza a fatica proprio per la resistenza dei piccoli Stati a cedere poteri nazionali.

1. Sulla posizione del capo della vigilanza lussemburghese contro la centralizzazione:

«Claude Marx, capo della Commissione di vigilanza del settore finanziario lussemburghese, ha detto al Financial Times che centralizzare la vigilanza “creerebbe un mostro” e farebbe poco per risolvere i problemi di finanziamento.»

2. Sulle differenze regionali che rendono impossibile una vigilanza unica:

«Abbiamo differenze regionali, linguistiche e culturali: un prodotto di risparmio nel sud della Spagna non assomiglia necessariamente a uno nel nord della Finlandia o in Grecia. Costruire una vigilanza centrale su questo sarebbe solo una macchina enorme.»

3. Sulla posizione del ministro delle Finanze lussemburghese:

«Gilles Roth, ministro delle Finanze del Lussemburgo: “Maggiore centralizzazione non sbloccherà fondi aggiuntivi per l’economia UE, richiederà tempo e costi per le imprese e danneggerà la competitività”.»

4. Sull’ironia storica del blocco lussemburghese:

«L’ironia è che il progetto più ambizioso di integrazione dei mercati finanziari UE fu lanciato da Jean-Claude Juncker, il più longevo premier del Granducato, quando divenne presidente della Commissione nel 2014 promettendo un’Unione dei mercati dei capitali.»

5. Sul successo del Lussemburgo nel bloccare la vigilanza unica:

«Il Lussemburgo è riuscito a organizzare la resistenza alla vigilanza unica, spesso sostenuto da altri piccoli paesi come Irlanda, Malta e Cipro, uniti dalla diffidenza verso riforme che riducono i poteri dei supervisori nazionali.»

(Estratto dalla newsletter di Giuseppe Liturri)

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