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Cosa succede alla Finanziaria del governo Lecornu in Francia

L’Assemblea Nazionale francese ha approvato a strettissimo margine il bilancio della sicurezza sociale 2026, grazie alla sospensione della riforma pensionistica di Macron che ha convinto i socialisti a votare a favore.

 

Il premier Sébastien Lecornu ha incassato martedì una vittoria importante e tutt’altro che scontata: l’Assemblea Nazionale ha approvato il disegno di legge sul finanziamento della sicurezza sociale per il 2026 con un margine strettissimo.

Il risultato è arrivato grazie a concessioni significative, soprattutto la sospensione della riforma delle pensioni di Emmanuel Macron fino al 2027-2028, che ha convinto i socialisti a sostenere il governo.

Questo successo ha evitato una crisi immediata, ha dato un po’ di ossigeno all’esecutivo minoritario e ha rassicurato in parte i mercati finanziari, rendendo più realistica l’approvazione del bilancio statale entro fine anno.

Le divisioni politiche, però, restano marcate e il cammino per il vero budget statale si preannuncia insidioso.

Il voto sulla legge di bilancio sociale

Martedì l’Assemblea Nazionale ha dato il via libera al cosiddetto PLFSS 2026 con soli 13 voti di scarto. Come riporta l’Associated Press, il testo è passato con 247 sì e 234 no.

Per la BBC si è trattato di un vero banco di prova per Sébastien Lecornu (nella foto), nominato a settembre dopo la caduta dei due predecessori. Una bocciatura avrebbe messo seriamente in discussione la sua leadership in vista del voto sul bilancio statale, in programma a partire dal 15 dicembre.

Compromessi

Per ottenere la maggioranza, il premier ha dovuto cedere su temi delicati. Come scrive Bloomberg, la mossa decisiva è stata la sospensione della riforma pensionistica.

Lecornu ha inoltre rinunciato all’uso dell’articolo 49-3, la “ghigliottina” costituzionale che permette di approvare leggi senza ricorrere a un voto da parte dell’Assemblea.

Politico sottolinea che queste concessioni hanno però irritato il centro-destra e parte dello stesso campo macroniano.

Come hanno votato i partiti

Il voto ha messo a nudo le divisioni di un Parlamento senza maggioranza assoluta. Come riporta la BBC, i socialisti (circa 70 deputati) hanno appoggiato il testo, con i leader Olivier Faure e Boris Vallaud che hanno lodato il “senso di compromesso” del premier.

Al contrario, l’estrema sinistra di France Insoumise ha votato contro, accusando i socialisti di aver tradito i propri principi.

Politico evidenzia che tutti i 91 deputati del partito Renaissance, che sostiene il presidente Macron hanno detto sì, mentre tra i conservatori dei Républicains, contrari alla sospensione della riforma delle pensioni, si è registrata una spaccatura: alcuni favorevoli, molti astenuti.

Il Rassemblement National di Marine Le Pen, primo gruppo parlamentare con circa 120 seggi, si è opposto in blocco.

Euronews precisa che complessivamente 93 deputati si sono astenuti.

Le mosse di Lecornu

Come scrive Bloomberg, subito dopo il voto Lecornu ha twittato che “fare compromessi non è uno slogan, ma significa agire per il bene comune”.

La BBC lo descrive come instancabile, capace di convincere deputati di 11 gruppi diversi senza ricorrere a scorciatoie costituzionali.

Politico nota che, a differenza di Barnier e Bayrou, ha preferito dibattiti lunghi e a volte caotici, ma inclusivi. Il premier ha però già avvertito che approvare il bilancio statale sarà una sfida molto più dura.

Prospettive future

L’attenzione si sposta ora sul bilancio statale 2026. Come osserva Euronews, se il Senato respingerà la versione approvata martedì, il testo tornerà in lettura finale alla Camera bassa.

Bloomberg vede nel voto di martedì un segnale incoraggiante per chiudere il bilancio entro l’anno, evitando un aggravio di 10 miliardi di euro nel deficit della sicurezza sociale.

La BBC però avverte che nulla è ancora scontato: in caso di fallimento, si ricorrerà a una legge provvisoria per prorogare le spese del 2025, come già successo quest’anno.

Con un deficit pubblico al 5,8% del PIL e la sicurezza sociale che assorbe oltre il 40% della spesa pubblica, la Francia resta in bilico. Lecornu dovrà replicare la sua strategia di compromessi per evitare nuove turbolenze.

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