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Perché gli anziani sono la vera minaccia per i conti della Francia. Report Le Figaro

L’invecchiamento? La prima minaccia per le finanze pubbliche in Francia. L'articolo del quotidiano Le Figaro tratto dalla rassegna di Liturri

 

(Le Figaro, Gilles Boutin, 03 dicembre 2025)

La Corte dei conti francese avverte che l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite sono la principale sfida per la sostenibilità dei conti pubblici, già indebitati al 114% del PIL, e invita a lavorare più a lungo e a ripensare complessivamente il sistema di protezione sociale.

1. Sul destino demografico francese:

«Il destino demografico della Francia ha raggiunto quello dell’Europa nel suo insieme: da 68,6 milioni di abitanti nel 2024 si arriverà a un massimo di circa 70 milioni negli anni 2040, poi la popolazione scenderà a 68 milioni nel 2070, mentre la popolazione in età lavorativa passerà da 38 milioni nel 2024 a 34,6 milioni nel 2070».

2. Sull’avvertimento di Pierre Moscovici:

«Non commettiamo lo stesso errore con la demografia che abbiamo commesso con il debito pubblico, perché gli effetti dell’invecchiamento sulle finanze pubbliche saranno profondi e genereranno conseguenze di vasta portata su un Paese già indebitato al 114% del PIL».

3. Sulla spesa pubblica concentrata sugli anziani:

«Gli ultra65enni registrano la spesa pubblica pro capite più elevata, passata da circa 39.800 euro nel 1998 a quasi 40.800 euro nel 2023, mentre per la fascia 20-64 anni è la più bassa, salita da circa 8.300 euro a 10.400 euro, evidenziando una forte concentrazione della spesa sulla coorte degli anziani».

4. Sulle proiezioni al 2070 senza interventi:

«A parità di spesa pro capite e secondo lo scenario demografico centrale dell’Insee, il costo per finanziare gli ultra65enni raggiungerebbe circa il 60,8% del PIL nel 2070, rendendo la situazione chiaramente insostenibile nel lungo periodo».

5. Sulla necessità di prolungare l’attività lavorativa:

«La pressione demografica invita a ripensare alla fascia d’età 60-70 anni come una decade in cui l’attività professionale dovrà continuare a occupare uno spazio crescente per tutte quelle persone che potranno farlo, rendendo necessario lavorare più a lungo».

(Estratto dalla newsletter di Giuseppe Liturri)

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