Con riferimento all’articolo pubblicato in data 4 novembre 2025 a firma del giornalista Luigi Pereira, recante il titolo “Asi, cosa non quadra nell’Agenzia spaziale italiana?”, si richiede la pubblicazione, nei termini di legge (art. 8 legge 47/1948), della seguente rettifica.
In relazione alle informazioni contenute nell’articolo, si precisa che l’utilizzo delle seguenti espressioni terminologiche “bilancio in rosso”, “deficit” o “bilancio caratterizzato da un equilibrio precario”, presenti all’interno, risultano errate e fuorvianti in quanto tendono a trasmettere, ad un pubblico generico, un risultato “negativo” che non corrisponde alla realtà dei fatti gestionali-amministrativi.
A differenza di quanto riportato, il bilancio dell’ASI registra complessivamente un avanzo di amministrazione, ossia un dato concreto che determina un risultato positivo e non negativo. Il bilancio, peraltro, presenta una situazione di perfetto equilibrio, ai sensi del quadro normativo e regolamentare vigente, poiché il disavanzo di competenza è interamente coperto dall’avanzo di amministrazione registrando, quindi, il suo corretto utilizzo. Quanto precede, genera un risultato complessivo che consente all’Agenzia di garantire una corretta gestione finanziaria nel triennio 2025-2027.
Nel ribadire, in maniera assoluta, che il bilancio dell’ASI non è in alcun modo caratterizzato da un equilibrio precario ma da una solida situazione che sta permettendo investimenti massivi nei programmi e progetti su ampia scala, nazionali e internazionali, sottolineano la necessità di riposizionare e rivedere quanto dalla vostra testata affermato, anche in relazione alla insussistente situazione legata ai tetti di sforamento degli emolumenti dei vertici come debitamente documentato in sede di formale risposta a specifica interrogazione parlamentare sul tema.
Resta inteso che la nostra richiesta non intende in alcun modo ledere il diritto di cronaca ma semmai vuol focalizzare la necessità di sancire una cronaca rispondente ai fatti, al fine di garantire un’informazione corretta e completa al pubblico.
Cordialmente
Media Relation
Agenzia Spaziale Italiana
+++
Risponde Luigi Pereira, autore dell’articolo:
Nell’articolo si faceva riferimento alla prima variazione di bilancio 2025, approvata dal Consiglio di amministrazione lo scorso 6 marzo, che registra un incremento delle entrate per 103,6 milioni nel solo 2025, compensato però da riduzioni negli esercizi 2026 e 2027. Il saldo complessivo del triennio rimane positivo per circa 51 milioni, ma non modifica l’impianto generale del bilancio: il disavanzo di competenza previsto sul triennio pari a 2,1 miliardi di euro continua infatti a essere interamente coperto dall’avanzo di amministrazione vincolato presunto 2024 per 2 miliardi di euro circa – come specificato nell’articolo – e con l’avanzo libero presunto per 16 milioni di euro che sarà utilizzabile solo dopo il definitivo accertamento che avverrà con l’approvazione del conto consuntivo 2024.
Quanto agli emolumenti dei vertici, il riferimento è all’aumento delle retribuzioni dei vertici dell’Agenzia spaziale (tra le decisioni di maggiore sul fronte delle spese), che in alcuni casi superano il tetto previsto per i dirigenti pubblici, come segnalato in un precedente articolo del 29 settembre 2025 e ribadito nell’articolo dello scorso 4 novembre.
La vicenda è finita al centro di un’interrogazione parlamentare a risposta scritta, presentata il 22 aprile 2025 dalla deputata pentastellata Marianna Ricciardi, prima firmataria del testo, che chiede al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, – l’autorità delegata per il coordinamento delle politiche relative ai programmi spaziali e aerospaziali, includendo la vigilanza sull’Asi – se sia stato esercitato il potere di vigilanza sul rispetto dei tetti retributivi e se non ritenga opportuno verificare la gestione dei compensi e delle risorse.
L’aumento significativo delle retribuzioni dei vertici di un ente pubblico, talvolta oltre i limiti previsti dalla normativa, se collegato non a risultati straordinari ma al semplice avvicendamento della governance, solleva interrogativi infatti sul corretto allineamento con la missione istituzionale dell’ente, come ribadito dall’interrogazione parlamentare.
Il caso più emblematico riguarda il direttore generale dell’Asi, Luca Salomone, entrato in carica il 14 novembre 2023 con un trattamento economico di 264 mila euro lordi annui. Il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 all’articolo 23-bis, ha sancito infatti che il limite massimo di compenso annuo onnicomprensivo per amministratori, dirigenti e dipendenti delle pubbliche amministrazioni non può eccedere euro 240.000 annui, al netto delle rivalutazioni Istat previste e al lordo degli oneri previdenziali e fiscali.
Analogo il percorso del presidente dell’Agenzia, Teodoro Valente, insediatosi l’8 giugno 2023. Dall’iniziale compenso di 119 mila euro lordi (giugno 2023) è passato, dopo soli cinque mesi, a 210 mila euro, un aumento del 75% appunto.
“Tale incremento appare all’interrogante singolare per la sua retroattività e per il fatto che risulta decisamente superiore rispetto all’aumento medio percentuale dei compensi in Italia. Nella stessa delibera, il C.d.A. approvava l’incremento dei compensi spettanti al vice-Presidente e dei gettoni di presenza per i componenti degli organi di amministrazione e controllo dell’Asi” si legge sempre nell’interrogazione parlamente.
Inoltre, “con delibera n. 219 del 20 dicembre 2024, il C.d.A. dell’Asi approvava il bilancio di previsione finanziario decisionale 2025, al quale veniva allegata la «tabella dimostrativa del presunto risultato di amministrazione» dalla quale si evince che il residuo presunto al 31 dicembre 2024 ammonta a euro 2.110.005.587,30. Il collegio dei revisori ha rilevato, nel verbale allegato alla delibera, 2 miliardi di euro di residui presunti iscritti in bilancio, stabilendo la necessità di monitorare il dato con attenzione. Si certificava così l’incapacità dell’ente di investire i fondi che lo Stato gli aveva affidato” prosegue l’interrogazione parlamentare.
In Aula la sottosegretaria di Stato ai rapporti con il Parlamento Giuseppina Castiello ha sottolineato che “l’ammontare dello stipendio del direttore generale rappresenta il costo complessivo del lavoro, che include non solo il trattamento lordo, ma anche tutti gli oneri previdenziali e assistenziali”.
Dopodiché, la sottosegretario ha evidenziato che “In un momento storico in cui l’Agenzia si trova a gestire risorse più che triplicate, il lavoro e la competenza dei vertici vanno riconosciuti e valorizzati, considerando che l’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo in grado di vantare una filiera spaziale completa”.
Resta quindi da capire se le spiegazioni fornite dall’Agenzia e dal governo saranno ritenute sufficienti o meno a chiarire le discrepanze evidenziate.



