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caldaie a gas

Cara vecchia caldaia a gas, resta con noi

Nel nuovo approccio meno green dell'Ue la Commissione europea è tentata di riabilitare le caldaie a gas, che avrebbero dovuto essere messe al bando entro il 2029. I produttori festeggiano ma hanno ancora qualcosa da ridire. Fatti, numeri e reazioni

 

La Commissione europea, in ritirata sui suoi ambiziosi piani green della prima legislatura von der Leyen, starebbe per fare marcia indietro anche sulle caldaie a gas, la cui rottamazione completa era prevista entro il 2029. Lo scorso fine settimana infatti ha avviato la consultazione sulla nuova bozza di revisione del Regolamento Ecodesign.

Le nuove proposte prevedono standard meno stringenti, mantenendo in commercio sia i modelli a condensazione sia quelli tradizionali, mentre restano in vigore altri obiettivi europei legati alla progressiva uscita dai combustibili fossili. Le novità generano incertezza tra consumatori e produttori, con implicazioni su incentivi, scelte tecnologiche e diffusione delle alternative rinnovabili.

LA NUOVA BOZZA ECODESIGN

La Commissione europea ha pubblicato la bozza di revisione del regolamento 813/2013, rimuovendo lo standard di efficienza che avrebbe comportato il ritiro delle caldaie a gas dal 2029. La soglia prevista nella versione del 2023, troppo elevata per gli apparecchi alimentati a combustibili fossili, aveva di fatto disegnato un bando anticipato. Le reazioni del settore avevano sospeso l’iter, ora ripreso con parametri rivisti e tecnicamente più permissivi.

COSA CAMBIA

La bozza precedente stabiliva requisiti tali da escludere qualsiasi caldaia a gas, suscitando opposizione lungo l’intera filiera. Nella versione attuale, chiarisce Altroconsumo, i limiti di efficienza sono stati abbassati, consentendo la permanenza sul mercato sia delle caldaie a condensazione sia di quelle tradizionali. L’orientamento più flessibile rinvia l’obiettivo di ridurre l’uso del gas ad altri strumenti, come gli interventi previsti dalla direttiva “Case green”, che introduce lo stop alle nuove installazioni in edifici nuovi o ristrutturati dal 2040.

LE REGOLE IN VIGORE E L’OBIETTIVO 2040

Pur con l’allentamento dei criteri Ecodesign, resta valido il traguardo indicativo del 2040 per l’uscita dai combustibili fossili nel riscaldamento, stabilito da altri atti europei. L’Ecodesign, infatti, disciplina la commercializzazione dei prodotti ma non modifica gli obiettivi politici fissati in documenti come la direttiva Energy Performance of Buildings Directive (Epbd) sulle prestazioni energetiche degli edifici, nota come “direttiva case green”. La discussione riguarda quindi tempi e modalità della transizione, ma non l’indirizzo generale.

GLI INCENTIVI E LE CONSEGUENZE PER I CONSUMATORI

Dal 1° gennaio 2025 in Italia sono cessati gli incentivi per l’installazione di nuove caldaie a gas. Chi ne possiede già una non è soggetto a obblighi di sostituzione, poiché il divieto previsto per il 2040 riguarda solo nuove installazioni o interventi in edifici ristrutturati. L’assenza di un quadro stabile alimenta quindi incertezza per chi deve decidere se sostituire l’impianto, mentre le alternative come le pompe di calore richiedono valutazioni tecniche e investimenti più elevati.

I NUOVI CRITERI DI EFFICIENZA E LE ETICHETTE ENERGETICHE

La bozza introduce parametri che includono tutte le apparecchiature oggi diffuse. Viene eliminato il requisito di efficienza al 115%, che secondo Giuseppe Lorubio, presidente di Assotermica, l’associazione dei produttori di apparecchi e componenti per impianti termici federata in Anima Confindustria, “escludeva di fatto caldaie a gas e a gasolio, che non sarebbero più potute essere messe in commercio dal 2029”. Il sistema di etichettatura, spiega Repubblica, passerà da classi come A o A+ a una scala da A a G. Le caldaie a gas dovrebbero ricadere nella classe F e potranno accedere agli incentivi solo gli apparecchi di classe B e C.

REAZIONI CONTRASTANTI TRA I PRODUTTORI

In Italia vengono vendute oltre 900mila caldaie all’anno, di conseguenza, il settore ha accolto con favore l’allentamento dei parametri, pur rilevando incertezze normative. Paolo Curati, Ad Vaillant Group Italia, ha affermato che “la transizione energetica non può essere ostaggio dell’incertezza normativa”, mentre Matteo Cimenti, presidente di Assogasliquidi-Federchimica, giudica il vincolo sugli incentivi come contrario alla logica del rinnovo degli impianti. Lorubio, infine, esprime soddisfazione per la revisione rispetto a un divieto che, a suo avviso, avrebbe danneggiato il comparto, sottolineando che le caldaie a condensazione sono “pronte a utilizzare qualsiasi tipo di combustibile rinnovabile”.

L’IMPATTO SUL MERCATO E SULLE ALTERNATIVE GREEN

Stando a Repubblica, le modifiche potrebbero incidere sulla diffusione delle pompe di calore. Il mercato europeo ha registrato un calo del 22% nelle vendite nel 2024, ma l’Italia rimane uno dei Paesi più rilevanti con quasi 4,2 milioni di unità installate. La permanenza delle caldaie tradizionali sul mercato, unita alla riduzione degli incentivi, potrebbe infatti influenzare la velocità della transizione verso tecnologie più efficienti.

PROSSIMI STEP

Al termine della consultazione della nuova bozza Ecodesign, il testo finale sarà pubblicato nella prima parte del 2026 ed entrerà in vigore dopo due anni, tra la metà del 2028 e l’inizio del 2029 – salvo parere negativo o obiezioni durante il periodo di esame da parte del Parlamento europeo o del Consiglio.

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