(The Wall Street Journal, Telis Demos, 2 dicembre 2025)
Le big tech e le utility stanno inondando il mercato obbligazionario di emissioni per finanziare data center e infrastrutture AI. Le società più legate alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale pesano già il 14,5% dell’indice investment-grade di JPMorgan e potrebbero superare il 20% entro il 2030, diventando più grandi del settore bancario. Chi cerca diversificazione rischia di ritrovarsi lo stesso rischio concentrato sia in azioni che in bond.
1. Sulla crescente concentrazione AI anche nel mercato obbligazionario:
«Le società più strettamente legate alla rivoluzione AI rappresentano già il 14,5% dell’indice investment-grade in dollari di JPMorgan, in aumento di 3 punti percentuali dal 2020, e potrebbero superare il 20% entro il 2030 se gli attuali piani di investimento si concretizzeranno.»
2. Sul confronto con la concentrazione azionaria:
«Nel mercato azionario il paniere di società legate ad AI, data center ed elettrificazione rappresenta quasi il 40% dell’S&P 500 alla fine di novembre: le obbligazioni sono meno concentrate, ma la direzione è la stessa.»
3. Sui rischi di correlazione tra bond e azioni in caso di bolla AI:
«Ci saranno momenti in cui bond e azioni si muoveranno insieme: se le aziende AI perdenti verranno declassate o non riusciranno a giustificare gli enormi investimenti con ritorni adeguati, il rischio si trasmetterà anche al mercato obbligazionario.»
4. Sui nuovi emittenti che dominano il mercato del debito:
«Le big tech entrano a valanga nei mercati del debito per finanziare enormi investimenti in data center, chip e infrastrutture AI, mentre le utility emettono per soddisfare le esigenze energetiche dei chip.»
5. Sull’avvertimento per chi cerca vera diversificazione:
«Gli investitori che vogliono una vera esposizione diversificata dovranno verificare attentamente di non ritrovarsi con lo stesso rischio AI sia nelle azioni che nelle obbligazioni.»
(Estratto dalla newsletter di Giuseppe Liturri)




