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Perché la Nasa taglia le missioni Starliner di Boeing?

La Nasa ha rivisto il contratto con Boeing riducendo da sei a quattro le missioni operative della capsula Starliner verso la Iss. La prossima missione sarà esclusivamente cargo, prevista non prima di aprile 2026. Tutti i dettagli

La Nasa ridimensiona l’accordo con Boeing per la navicella spaziale Starliner: ridotto l’ordine da sei a quattro missioni, di cui una senza equipaggio.

L’agenzia spaziale statunitense ha rivisto il contratto del Commercial Crew Transportation Capability (CCtCap), siglato nel 2014 e dal valore di 4,2 miliardi di dollari, per garantire voli regolari verso la Stazione Spaziale Internazionale. Dopo una revisione tecnica e programmatica, le due parti hanno deciso di ridurre da sei a quattro le missioni operative Starliner già confermate, lasciando comunque due ulteriori rotazioni come opzioni future.

La decisione arriva a sei mesi dal rientro di Suni Williams e Butch Wilmore, i due astronauti della Nasa rimasti sulla Stazione spaziale internazionale per nove mesi (anziché qualche giorno) a causa dei gravi problemi tecnici riscontrati da Starliner-1 durante il suo primo volo con equipaggio.

La modifica contrattuale arriva in un momento cruciale per il programma Starliner, ancora alle prese con attività di test, verifiche e aggiornamenti successivi al Crew Flight Test del 2024, segnato da problemi tecnici che hanno rallentato la tabella di marcia del veicolo spaziale di Boeing.

Tutti i dettagli.

LA POSIZIONE DELLA NASA

“Nasa e Boeing stanno continuando a testare rigorosamente il sistema di propulsione di Starliner in vista di due potenziali voli l’anno prossimo”, ha spiegato Steve Stich, manager del Commercial Crew Program. Il nuovo assetto contrattuale permette, ha aggiunto, di concentrare gli sforzi sulla certificazione nel 2026 e di pianificare le missioni successive in modo coerente con le esigenze della Iss.

IL PROSSIMO VOLO PER STARLINER

Il prossimo volo, Starliner-1, cambia così natura passando da missione con equipaggio a cargo, avrà infatti il compito di trasportare rifornimenti alla Iss e soprattutto servirà a validare in orbita gli upgrade implementati dopo il test con astronauti.

Il lancio non avverrà prima di aprile 2026. Se la missione dimostrerà che le modifiche funzionano come previsto, Starliner potrà essere certificato per voli regolari e supportare fino a tre rotazioni di equipaggio verso la stazione orbitale.

IN RITARDO IL PROGRAMMA DI BOEING RISPETTO A SPACEX

La revisione del contratto è l’ennesimo segnale delle difficoltà che il programma Starliner sta affrontando per raggiungere la piena operatività. Boeing, già sotto pressione per i problemi nel settore aeronautico, sconta dei ritardi rispetto al concorrente SpaceX.

Undici anni fa, la Nasa ha ordinato due nuovi veicoli a Boeing e SpaceX per trasportare i suoi astronauti sulla Iss.

La Nasa aveva selezionato sia Starliner che Crew Dragon di SpaceX per lo sviluppo nel 2014 nell’ambito dei contratti Commercial Crew Transportation Capability. L’obiettivo era di introdurre un accesso ridondante all’orbita terrestre bassa (LEO) per gli Stati Uniti almeno fino al 2030, data prevista per la dismissione ufficiale della Iss. Mentre SpaceX opera come taxi spaziale già da cinque anni, il programma di Boeing è in ritardo.

Per la Nasa Starliner rimane un tassello chiave per assicurare ridondanza e autonomia nel trasporto di astronauti, affiancando la Crew Dragon di SpaceX.

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