Gli Stati Uniti hanno un nuovo corpo militare in formazione – la United States Space Force (USSF) – che va ad aggiungersi alle altre arme convenzionali già esistenti: l’esercito, la marina navale, la forza aerea e la guardia costiera.
La nuova organizzazione, ancora sostanzialmente nella fase di consolidamento, è molto più piccola delle forze tradizionali e al momento conta poco meno di diecimila effettivi, mentre le altre forze armate americane tra esercito, marina, forza aerea e guardia costiera – insieme con i dipendenti civli di supporto – arrivano a poco meno di tre milioni di persone, facendo delle forze armate americane la terza organizzazione militare del mondo, preceduta solo da quelle della Cina e dell’india rispettivamente.
Per il momento almeno la USSF dipende dal punto di vista organizzativo dall’Air Force in una maniera paragonabile al rapporto tra i Marines e la marina militare americana, ma l’intento nel tempo è che diventi poi del tutto indipendente. Dal punto di vista formale, gli scopi della sua creazione, la ‘mission statement’ della Space Forse redatta dal Dipartimento di Difesa, precisa cinque punti:
- Fornire libertà d’azione agli Stati Uniti nello spazio
- Garantire agli Usa tempestive e sostenute operazioni nello spazio
- Proteggere gli interessi americani nello spazio
- Ostacolare aggressioni ostili provenienti dallo spazio o nello spazio stesso
- In generale, condurre le operazioni spaziali che si rendono necessari nel tempo
L’eventuale necessità di combattere nello spazio è tutt’altro che una novità. La preoccupazione risale almeno al 1968, quando la CIA ha riferito del successo dell’Urss nella distruzione di un satellite in orbita come parte del suo programma Istrebitel Sputnikov, focalizzato proprio sullo sviluppo di armi anti-satellitari. Ora, l’URSS non c’è più, ma lo spazio è tuttora senza padrone…



