Prosegue il braccio di ferro tra Londra e Bruxelles sul Safe (Security Action For Europe), il nuovo fondo Ue per gli armamenti.
Secondo quanto rivelato ieri dal Financial Times, il Regno Unito ha messo sul tavolo appena 75 milioni di euro contro i 6,7 miliardi richiesti dall’Ue per entrare nel programma europeo Safe, il maxi-fondo da 150 miliardi che sostiene gli acquisti congiunti di armamenti degli Stati membri tramite prestiti garantiti dal bilancio Ue. I fondi saranno raccolti sui mercati dei capitali ed erogati agli Stati membri interessati su richiesta, sulla base dei loro piani di investimento per l’industria europea della difesa. Il programma consentirà quindi ai paesi membri di contrarre prestiti dall’Ue per l’acquisto di equipaggiamento militare, i cui rimborsi possono essere spalmati in 45 anni anni.
Secondo la formulazione attuale dello strumento Safe, i componenti provenienti da paesi terzi possono costituire il 35% di un prodotto per poter beneficiare dei prestiti. Se il Regno Unito aderisse a Safe, questa quota potrebbe salire fino al 50%, ma Bruxelles ha affermato che il contributo deve riflettere i benefici che il Regno Unito trarrà dalla sua partecipazione, scrive il Ft.
Mentre Bruxelles ha chiesto a Londra di versare tra 4,5 e 6,5 miliardi di euro per partecipare al Safe, il Regno Unito ha offerto tra 200 e 300 milioni di euro, sostiene oggi Politico.
Cifra che resta comunque una piccola percentuale rispetto alla richiesta dell’Ue, giudicata “insufficiente” da più capitali europee e che rischia di far deragliare l’intesa prima della scadenza del 30 novembre.
Mercoledì gli Stati membri hanno dichiarato che i negoziati sull’entità del contributo del Regno Unito sarebbero proseguiti, con crescenti pressioni per firmare un accordo entro la scadenza di domenica prossima, aggiunge il quotidiano finanziario britannico.
Tutti i dettagli.
LA POSIZIONE DI LONDRA
Ieri il segretario alla Difesa britannico, John Healey, ha dichiarato che il Regno Unito desidera un accordo, ma non a qualsiasi prezzo.
“Abbiamo negoziato seriamente durante tutto questo periodo per la partecipazione a Safe. Ma abbiamo sempre chiarito che, pur essendo disposti a pagare una giusta quota dei costi per questo programma, qualsiasi accordo doveva avere un buon rapporto qualità-prezzo per i nostri contribuenti britannici, doveva essere conveniente per la nostra industria della difesa britannica, e spero che la Commissione [europea] arrivi al punto in cui potremo partecipare” ha affermato Healey.
PERCHÉ IL REGNO UNITO OFFRE COSÌ POCO
Downing Street sostiene infatti che il prezzo richiesto da Bruxelles è sproporzionato rispetto ai benefici diretti, considerando che lo strumento Safe privilegia le imprese con catene di fornitura europee.
Un funzionario del Regno Unito ha affermato che Londra ritiene che la somma debba riflettere i costi amministrativi e il costo della garanzia dei prestiti, aggiungendo che “non è ragionevole pagare l’Ue solo per il privilegio di accesso”, rileva Politico.
Al Ft un funzionario ha dichiarato: “Safe fornisce prestiti agli Stati membri per integrare i loro bilanci nazionali per gli appalti. Gli Stati membri acquistano quindi attrezzature da fornitori, come quelli con sede nel Regno Unito, a prezzi di mercato. “Non è ragionevole che il Regno Unito paghi costi aggiuntivi all’UE solo per il privilegio della nostra industria di fornire attrezzature ai clienti dell’UE a prezzi di mercato.”
A differenza del programma Horizon dell’Ue, in cui il Regno Unito contribuisce con fondi a un fondo da cui gli scienziati britannici possono ricevere finanziamenti, il programma Safe è fondamentalmente diverso, osservano i funzionari citati dal Financial Times.
Secondo Londra l’industria difesa nazionale – da Bae Systems a Rolls-Royce, passando anche per Mbda Uk e Leonardo Uk – venderebbe comunque equipaggiamenti agli Stati europei a prezzi di mercato, senza bisogno di pagare un “biglietto d’ingresso” aggiuntivo. Due funzionari dell’Ue hanno commentato al Financial Times che l’industria della difesa britannica riceverebbe tra i 10 e i 12 miliardi di euro anche senza aderire al programma Safe.
LA REPLICA DI BRUXELLES
Il ragionamento europeo è l’opposto: se il Regno Unito entra in Safe, le sue aziende potranno competere fino al 50% del valore degli appalti, contro il 35% attuale.
“La Commissione rimane aperta a negoziare con il Regno Unito, ma il contributo deve essere proporzionato ai benefici che il Regno Unito trarrà dalla sua partecipazione” ha dichiarato al Financial Times un portavoce dell’esecutivo europeo. “Ciò includerebbe l’entità dei contratti che gli Stati membri stipuleranno e la velocità con cui dovranno essere consegnati entro il 2030, rafforzando le catene di approvvigionamento e apportando al contempo chiari benefici economici al Regno Unito attraverso tasse, posti di lavoro e una migliore bilancia commerciale” ha concluso il portavoce di Bruxelles.
Un accordo sembra lontano considerando la deadline del 30 novembre che si avvicina, ma non è inderogabile.




