Skip to content

Cloudflare

Tutto sull’americana Cloudflare, che ha azzoppato mezzo Internet

Tra le 12 e le 13 italiane metà Internet o quasi si è spento - da X a ChatGpt fino a League of Legends e Meteo.it- per un problema tecnico a uno dei principali nodi della Rete: Cloudflare. Cos'è, cosa fa, di chi è e chi ci ha investito

Dal social network X (l’ex Twitter), alla piattaforma numero 1 per lo streaming musicale Spotify, passando per l’Intelligenza artificiale per antonomasia ChatGpt fino a uno dei videogame di maggior successo soprattutto tra i casual gamers, League of Legends, per non parlare di Meteo.it: tra le 12 e le 13 italiane tutti questi servizi, come milioni di siti nel mondo, sono finiti offline all’unisono. E non tutti sono ancora ritornati online. Per un amaro scherzo del destino persino Downdetector, il servizio che monitora i malfunzionamenti altrui, era difficile da raggiungere. Tutta colpa di un problema tecnico di Cloudflare, società americana che si occupa di content delivery network, servizi di sicurezza internet e servizi di DNS distribuiti. Un malfunzionamento che ci ha ricordato come Internet benché immenso sia spesso nelle mani di poche realtà e questo ne determini la principale debolezza in caso di attacchi hacker ben mirati o di malfunzionamenti tecnici diffusi.

TUTTO SU CLOUDFLARE

Fondata nel 2009 dall’attuale amministratore delegato, Matthew Prince, ha prima ottenuto 2,1 milioni di dollari da Pelion Venture Partners e Venrock, quindi nel 2011 ha incassato un finanziamento da 20 milioni dai vecchi investitori cui nel frattempo si era aggiunta New Enterprise Associates e l’anno successivo ha incamerato 50 milioni.

Ai vecchi azionisti si aggiungevano Union Square Ventures e Greenspring Associates. Due anni dopo un nuovo round, da 110 milioni e la soddisfazione di avere attratto investitori di primo piano nel mondo del tech come Google, Microsoft, la cinese Baidu e Qualcomm. Nel 2019 altra raccolta di spicco: 150 milioni di dollari nel suo ultimo round di finanziamenti, guidato da Franklin Templeton.

ACQUISIZIONI

Molti di quei fondi sono stati utilizzati per compiere acquisizioni: da CryptoSeal di Ryan Lackey a StopTheHacker fino a Eager. Operazione dopo operazione Cloudflare è divenuta ciò che è oggi: una suite di servizi che protegge i siti internet dagli attacchi informatici, capace di servire oltre 20 milioni di domini in tutto il mondo.

In parole povere, Cloudflare si serve dei propri server un po’ in tutto il mondo e agisce come un intermediario tra i visitatori e il server di origine, bloccando il traffico malevolo e ottimizzando la consegna dei contenuti. Protegge dagli attacchi malevoli più noti (i DDoS, che aumentano fittiziamente il traffico per far crollare un sito) e promette ai clienti di ridurre la latenza migliorando i tempi di caricamento.

L’ULTIMA OPERAZIONE 24 ORE FA

Soltanto 24 ore fa l’ultima azienda messa nel portafogli con Cloudflare che annunciava di aver raggiunto un accordo per l’acquisizione di Replicate, piattaforma di intelligenza artificale. Con questa acquisizione – ha spiegato l’azienda in una nota – gli oltre 50.000 modelli pronti per la produzione di Replicate saranno messi a disposizione degli utenti di Cloudflare Workers AI per creare applicazioni serverless.

LA NASCITA DELLA STARTUP

Davvero un balzo quantico rispetto alle origini della startup, nata per caso da una chiacchierata tra Matthew Prince, in pieno sabbatico per conseguire un Mba alla Harvard Business School, e Michelle Zatlyn, attuale numero 2 nonché Chief Operating Officer di Cloudflare.

QUALCHE NUMERO

A fine ottobre Cloudflare, Inc. ha fornito le previsioni sugli utili per il quarto trimestre e per l’intero anno fiscale 2025. Per il trimestre, l’azienda prevede un fatturato totale compreso tra 588,5 milioni e 589,5 milioni di dollari che vorrebbe dire un incremento del 28% rispetto all’anno precedente.

Per l’intero anno fiscale 2025, la società prevede un fatturato totale compreso tra 2.142,0 milioni e 2.143,0 milioni di dollari per una crescita sempre del 28% su base annua.

I DOWN DEL 2025

Quello odierno non è il primo incidente su scala globale che si è verificato quest’anno. Il 21 agosto 2025 un afflusso di traffico diretto verso client ospitati nella struttura us-east-1 di Amazon Web Services (AWS) ha causato una grave congestione sui collegamenti tra Cloudflare e AWS us-east-1. Ciò, come aveva spiegato la medesima multinazionale statunitense, aveva avuto ripercussioni su molti utenti che si connettevano o ricevevano connessioni da Cloudflare tramite server in AWS us-east-1, con elevata latenza, perdita di pacchetti e guasti alle origini.

“L’incidente è stato causato da un’ondata di traffico da parte di un singolo cliente che ha sovraccaricato i collegamenti di Cloudflare con AWS us-east-1. Si è trattato di un evento di congestione di rete, non di un attacco o di un dirottamento BGP”, avevano detto dalla Big Tech.

Torna su