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Chi si prepara in Europa a dar battaglia alla fusione Airbus, Thales e Leonardo

L'azienda aerospaziale tedesca Ohb torna a manifestare preoccupazione per la prevista joint venture spaziale europea tra Airbus, Thales e Leonardo

Non tutti in Europa fanno il tifo per il nuovo gigante dello spazio europeo di Airbus, Leonardo e Thales.

Il presidente dell’azienda spaziale tedesca Ohb  torna a esprimere preoccupazione per la prevista joint venture tra tre dei suoi concorrenti, nonostante l’azienda veda nuove opportunità nella crescente spesa spaziale europea, segnala Spacenews.

Lo scorso 23 ottobre Airbus, Leonardo e Thales hanno siglato un Memorandum of Understanding con l’obiettivo di unificare le rispettive attività spaziali in una nuova società, nome in codice Progetto Bromo.

In una conference call del 13 novembre sui risultati finanziari del terzo trimestre di Ohb, il ceo Marco Fuchs ha affermato che il progetto di joint venture tra le unità di business spaziali di Airbus Defence and Space, Leonardo e Thales Alenia Space rappresenta una sfida per l’azienda tedesca. “Questo è preoccupante. Siamo preoccupati per il nostro ruolo nell’industria spaziale, soprattutto a livello europeo”, ha dichiarato.

Non è la prima volta che l’azienda aerospaziale tedesca dice la sua sulla futura newco, visto che già a inizio anno si era detta pronta a sollevare preoccupazioni presso le autorità di concorrenza dell’Ue sul potenziale legame tra i due più grandi produttori di satelliti europei.

Tutti i dettagli.

IL PROGETTO BROMO

Da tempo le perdite e la concorrenza di Starlink di SpaceX hanno spinto Airbus e Thales Alenia Space a valutare la fusione delle loro attività satellitari in un’unica impresa, con l’obiettivo di competere con i giganti americani e cinesi. In questo contesto si è inserito anche Leonardo, già alleato di Thales nelle joint venture Thales Alenia Space (33%) e Telespazio (67%). Finora, l’Europa ha faticato infatti a rispondere ai rapidi cambiamenti nella domanda di satelliti, in gran parte guidati dall’espansione della rete Starlink di SpaceX in orbita terrestre bassa, ricordava di recente il Financial Times.

Con questa alleanza, le tre aziende mirano a rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa nello spazio. Guillaume Faury, amministratore delegato di Airbus, Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, e Patrice Caine, amministratore delegato di Thales, hanno definito un “passo fondamentale verso la costituzione della nuova società per lo sviluppo dell’industria spaziale europea”.

La nuova società sarà operativa nel 2027, dopo il completamento delle necessarie autorizzazioni regolamentari e delle condizioni previste per il closing, incluso il via libera dell’Antitrust Ue. “Discuteremo con la Commissione sulla base del primo esito dell’analisi, ma la nostra idea è che il livello di concorrenza sia assolutamente assicurato”, ha precisato un manager di Leonardo durante la conference call con i giornalisti sulla nuova alleanza nei satelliti.

LO SCOGLIO DI BRUXELLES

Dunque, come già detto, l’accordo ha comunque bisogno del via libera dall’antitrust Ue.

“La scala continentale è la nostra risorsa più grande, più grande in un mondo di giganti”, dichiarava a inizio anno la presidente della Commissione Ursula von der Leyen al Forum economico mondiale di Davos.

I TIMORI DI OHB

Le aziende sostengono che la joint venture sia necessaria per garantire loro la dimensione necessaria per competere con le controparti statunitensi, ma Fuchs si è mostrato scettico, riporta ancora Spacenews. “In un mercato in crescita, ci si chiede perché si stia verificando un consolidamento”, ha dichiarato il presidente di Ohb. “Si sta creando un ambiente in cui sentiamo che il nostro modello di business europeo è sotto pressione e minacciato”, ha continuato. “Riteniamo che i clienti istituzionali desiderino continuare ad avere offerte competitive, e questo è un aspetto che ovviamente comunicheremo attivamente nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”.

Inoltre, Fuchs ha sottolineato la centralità dei clienti istituzionali perché, a suo dire, la maggior parte del business di queste aziende proviene dai governi europei.  “Faremo sentire la nostra voce. Difenderemo i nostri interessi”, ha assicurato il rappresentante di Ohb. “Ma siamo ovviamente aperti al dialogo con tutti i soggetti coinvolti – governi, attori industriali, autorità di regolamentazione – per esprimere le nostre preoccupazioni e il nostro punto di vista”.

A RISCHIO LA COLLABORAZIONE CON THALES ALENIA SPACE PER OHB?

Infine, il presidente di Ohb ha osservato che l’azienda ha collaborato con uno dei potenziali partner della joint venture, Thales Alenia Space. “Questo ha un impatto sulle nostre opportunità di collaborazione. Questo ha un impatto sulle opportunità della nostra catena di fornitura”, ha spiegato Fuchs.

Resta dunque da vedere se Bruxelles saprà bilanciare le ambizioni del nuovo gigante spaziale europeo con la necessità di preservare una reale concorrenza nel settore.

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