Le relazioni tra Stati Uniti e Venezuela sono precipitate in una fase di acuta tensione, segnata da un imponente schieramento di forze americane nei Caraibi – il più massiccio dagli anni ’80 – e da una serie di strike aerei su imbarcazioni sospette di narcotraffico che hanno già causato oltre 80 morti.
Al centro della crisi c’è il presidente Nicolás Maduro, accusato da Washington di guidare il Cartel de los Soles, ora designato come organizzazione terroristica straniera, in un’escalation che mescola operazioni militari, come il varo da parte degli Usa dell’Operazione Southern Spear, con spiragli diplomatici improvvisi.
Donald Trump, dopo briefing ad alto livello mercoledì e giovedì con i suoi consiglieri, ha ammesso di aver “più o meno deciso” la linea d’azione, valutando opzioni che vanno da attacchi su obiettivi terrestri a un possibile cambio di regime, ma nelle ultimissime ore ha sorpreso tutti aprendo alla prospettiva di colloqui diretti con Maduro.
Arriva la Ford
La marina statunitense ha intensificato la sua presenza nei Caraibi con l’arrivo della USS Gerald R. Ford, la portaerei più grande e avanzata al mondo, descritta dal Pentagono come la “piattaforma da combattimento più letale” della Marina a stelle e strisce.
Come riporta Reuters, il gruppo d’attacco della Ford, con oltre 5.000 militari a bordo e decine di aerei da guerra, si è unito a una flotta che include già una dozzina di navi da guerra, un sottomarino d’attacco, cruiser, incrociatori e navi d’assalto anfibio.
In totale, sottolinea l’Associated Press, circa 15.000 militari americani sono ora schierati nella regione, il dispiegamento più significativo dagli anni ’80, paragonabile all’invasione di Panama del 1989.
Operazione Southern Spear
Giovedì, il segretario alla Guerra Pete Hegseth ha annunciato il varo dell’Operazione Southern Spear, una campagna militare e di sorveglianza volta a “distruggere i narco-terroristi” e proteggere gli Stati Uniti dal flusso di droga.
Secondo Axios, l’operazione è guidata dal Comando Sud (Southcom) e include una task force congiunta per contrastare le reti criminali transnazionali, con l’impiego di sistemi autonomi robotici per il monitoraggio marittimo.
Hegseth ha definito l’emisfero occidentale “il nostro quartiere” da difendere, mentre il comandante di Southcom, l’ammiraglio Alvin Holsey, ha parlato di un “passo critico” per la sicurezza regionale.
Dal canto suo, il Venezuela ha risposto con una “mobilitazione massiccia” di truppe, armi e attrezzature, come indicato dalla CNN.
Le riunioni alla Casa Bianca
Mercoledì e giovedì si sono tenute riunioni cruciali alla Casa Bianca per discutere la crisi venezuelana.
Come riporta la CNN, un piccolo gruppo ristretto, tra cui il segretario Hegseth e il capo di Stato Maggiore Dan Caine, ha incontrato Trump mercoledì per discutere di opzioni militari all’interno del Venezuela.
Giovedì, nella Situation Room, un team più ampio – con il segretario di Stato Marco Rubio e altri alti funzionari – ha esaminato target specifici, inclusi strike aerei su installazioni militari, governative o rotte di traffico di droga, e persino un tentativo diretto di rimuovere Maduro.
Venerdì Trump, a bordo dell’Air Force One, ha dichiarato ai reporter di aver “più o meno deciso” il percorso da seguire, senza rivelare dettagli, ma enfatizzando la lotta contro migrazione illegale e droga.
Sottolinea l’Associated Press che il presidente appare cauto sui rischi di fallimento o perdite di truppe americane, e che ha autorizzato operazioni CIA nel paese, anche se mancano al momento giustificazioni legali per attacchi su obiettivi terrestri.
Strike letali
Dall’inizio di settembre, gli Stati Uniti hanno condotto almeno 21 attacchi su imbarcazioni sospette di traffico di droga nei Caraibi e nel Pacifico orientale, uccidendo oltre 80 persone, definite “narco-terroristi” dal Pentagono.
Secondo Reuters, l’ultimo attacco, annunciato domenica, ha eliminato tre persone su una barca nel Pacifico.
L’amministrazione giustifica queste azioni come parte di un “conflitto armato” con i cartelli, senza bisogno di processi giudiziari, ma gruppi per i diritti umani come Amnesty International le condannano come uccisioni extragiudiziali illegali.
Designazione terroristica
Ieri, il Dipartimento di Stato ha annunciato la designazione del Cartel de los Soles – accusato di essere guidato da Maduro e dalla sua cerchia ristretta – come Foreign Terrorist Organization, efficace dal 24 novembre.
Come spiega la BBC, questa mossa rafforza le sanzioni esistenti, rendendo illegale qualsiasi supporto al gruppo e potenzialmente giustificando attacchi su asset legati al governo venezuelano.
Maduro nega fermamente le accuse, definendole una “fabbricazione” per una guerra.
Lo spiraglio diplomatico
Nelle ultime ore, Trump ha introdotto un elemento di sorpresa: “Potremmo avere discussioni con Maduro, e vedremo come andrà a finire – loro vorrebbero parlare”, ha detto domenica ai reporter, secondo quanto riporta la CNN.
Il presidente non ha fornito dettagli su tempi o agenda, ma ha insistito sul mantenere la pressione, aggiungendo: “Parlo con chiunque”.
Maduro, dal canto suo, ha avvertito che un intervento Usa potrebbe trasformare il Venezuela in “un’altra Gaza, Afghanistan o Vietnam”, mentre invita a fermare “la mano folle” della guerra.






