Automotive Cells Company, la joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies sarebbe prossima a rinunciare definitivamente alla fabbrica di batterie per veicoli elettrici (gigafactory, in gergo) a Termoli, in Molise. Stando a Mf-Milano Finanza, la decisione potrebbe venire annunciata ufficialmente entro fine anno o nei primi mesi del 2026.
LE PAROLE (VAGHE) DI FILOSA
Il mese scorso l’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, aveva fatto sapere che il progetto di Termoli era “in attesa di una decisione da parte di Automotive Cells Company entro fine anno”. Pur in mancanza di aggiornamenti ufficiali, sembrerebbe che però che la società non consideri più sostenibile la gigafactory molisana a causa di una serie di difficoltà tecniche, finanziarie e strategiche legate alla mobilità elettrica.
Lo scorso febbraio, in un’intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, l’amministratore delegato di della compagnia energetica francese TotalEnergies Patrick Pouyanné aveva detto che Automotive Cells Company dovrebbe concentrarsi sulla Francia e abbandonare i progetti in Germania e in Italia. Automotive Cells Company ha sede in Francia, appunto, e la sua dirigenza è francese.
NON SOLO TERMOLI: LE DIFFICOLTÀ ALLA GIGAFACTORY DI DOUVRIN
Tuttavia, la joint venture sta avendo problemi anche nello stabilimento francese di Billy-Berclau Douvrin, ad oggi l’unico attivo e dedicato ai dispositivi agli ioni di litio dalla chimica “standard” al nichel-manganese-cobalto.
Nello specifico, Automotive Cells Company ha difficoltà con la produzione e pare che non consegnerà più di 15.000-20.000 pacchi batterie nell’ultimo quadrimestre del 2025 – un livello inferiore alle attese -, con tassi di scarto elevati e costi più alti del 20-25 per cento rispetto alla concorrenza asiatica.
QUESTIONE DI CHIMICA
Ufficialmente, Automotive Cells Company ha sospeso la realizzazione della gigafactory e di Termoli per valutare meglio la chimica su cui puntare.
Quasi un anno fa Stellantis aveva annunciato un investimento da 4,1 miliardi di euro per una fabbrica in Spagna dedicata alle batterie al litio-ferro-fosfato: si tratta di una chimica più economica rispetto a quella “standard” al nichel-manganese-cobalto, ma meno performante (offre cioè meno autonomia di guida al veicolo). È probabile che le batterie al ferro saranno destinate alle automobili low-cost, mentre i modelli di fascia più alta saranno dotati di batterie agli ioni di litio “tradizionali”.
Considerato che la gigafactory di Automotive Cells Company a Billy-Berclau Douvrin produce batterie al nichel-manganese-cobalto, e considerato che la fabbrica di Stellantis in Spagna è dedicata a una chimica più economica, la cancellazione del progetto di Termoli non è implausibile. Anche perché nell’Unione europea le immatricolazioni di auto elettriche pure – che hanno prezzi generalmente più alti dei modelli con motore termico – sono fiacche. Stellantis, inoltre, ha fatto pressione sulle autorità europee per incentivare la produzione di auto elettriche di piccole dimensioni e a prezzi contenuti, che verosimilmente saranno dotate di batterie al ferro.
INTANTO, STELLANTIS E CATL IN SPAGNA…
Per fine novembre è previsto l’avvio della costruzione del primo edificio della fabbrica di batterie di Saragozza, dopo l’approvazione del governo spagnolo. La produzione dovrebbe partire nel 2026 e il sito dovrebbe raggiungere una capacità di 50 gigawattora.
LA SITUAZIONE NELLO STABILIMENTO DI TERMOLI
Secondo il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, rinunciare all’investimento nella gigafactory di Termoli “significa negare una prospettiva industriale e mettere a rischio occupazionale circa 1800 lavoratori dello stabilimento e il tessuto produttivo del territorio molisano”.
Per oltre trent’anni il sito di Termoli è stato dedicato alla costruzione del motore a benzina Fire (acronimo di Fully Integrated Robotized Engine) della Fiat; le attività di questo reparto, però, sono state chiuse lo scorso giugno. Oggi rimangono soltanto le linee dei motori a benzina Gse (FireFly), Gme (Global Medium Engine) e V6; per l’inizio del 2026 dovrebbe partire la produzione del nuovo cambio eDct, ma si tratta di attività insufficienti a occupare tutta la manodopera.






