Mentre Parigi e Berlino non si accordano sul progetto del sistema di combattimento aereo di sesta generazione, Londra, Roma e Tokyo accelerano sul programma rivale.
La Germania punta ancora a prendere una decisione sul futuro del Fcas (Future Combat Air System), il programma per sviluppare il caccia di sesta generazione frutto della collaborazione con Francia e Spagna, entro la fine dell’anno. A confermarlo è stato il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, che ha ribadito la volontà di Berlino di chiudere la partita sul programma, nonostante le tensioni con Parigi, riporta Reuters.
Da parte francese invece si minimizza: le notizie di lotte intestine tra i partner del programma Fcas sono state esagerate e la piattaforma vedrà la luce con tutti i membri a bordo, ha affermato il generale di brigata Philippe Suhr, responsabile del programma per l’aeronautica militare francese, in occasione della International Fighter Conference 2025 la scorsa settimana a Roma, ripreso da Defense News.
Se il programma franco-tedesco-spagnolo è in stallo, procede spedito il progetto parallelo Gcap (Global Combat Air Programme), sviluppato da Italia, Regno Unito e Giappone per un sistema di combattimento aereo di sesta generazione che dovrà essere operativo nel 2035.
Tutti i dettagli.
A CHE PUNTO È IL FCAS
“Manteniamo l’obiettivo di prendere una decisione entro la fine dell’anno, indipendentemente da come sarà”, ha dichiarato il ministro della Difesa tedesco, spiegando di aver discusso del tema con il cancelliere Friedrich Merz. Ma al momento, non è stata fissata alcuna data per la riunione trilaterale dei ministri della Difesa di Francia, Germania e Spagna.
Lanciato nel 2017, il programma – dal valore stimato di oltre 100 miliardi di euro – è progettato per sostituire il Rafale francese e gli Eurofighter tedeschi e spagnoli a partire dal 2040. Il Fcas è stato oggetto di una lunga disputa tra le aziende coinvolte: la francese Dassault, la divisione difesa della franco-tedesca Airbus e la spagnola Indra. L’amministratore delegato di Dassault, Eric Trappier, ha rivendicato la leadership esclusiva per il componente principale e ha più volte affermato che “la Francia potrebbe anche costruire il caccia in proprio”.
IL NODO FRANCESE
Dunque Berlino accusa Parigi di voler mantenere il controllo esclusivo sul design del velivolo, mentre l’instabilità politica francese ha complicato ulteriormente i negoziati.
Da parte sua, la ministra della Difesa francese Catherine Vautrin ha insistito sull’urgenza di andare avanti: “La Francia ha bisogno di un nuovo caccia e del sistema innovativo che lo accompagna. C’è urgenza, dobbiamo muoverci insieme”, riporta ancora Reuters.
A gettare acqua sul fuoco è intervenuto il generale Philippe Suhr, responsabile del programma Fcas per l’aeronautica francese, che a Roma ha ridimensionato le voci di crisi.
“Ci sono differenze, ma non credete a tutto quello che leggete. Siamo ancora pienamente impegnati nel programma con i nostri partner e faremo del nostro meglio per trovare una soluzione”, ha dichiarato il funzionario francese. Suhr ha inoltre negato che Dassault stia chiedendo l’80% del lavoro: “Non è la realtà”, ha precisato.
PROCEDE SPEDITO IL GCAP DI REGNO UNITO, ITALIA E GIAPPONE
Mentre il programma Fcas è in stallo, il programma parallelo di caccia Gcap di sesta generazione, sviluppato da Italia, Regno Unito e Giappone, sembra fare progressi dopo la costituzione di tre consorzi industriali per gestirne i lavori questo autunno, scrive Defense News.
Il Gcap è coordinato da una organizzazione governativa (Gigo) comune ai tre Paesi, che agisce come regista e committente, e, sotto il profilo industriale, è basato sulla joint venture paritetica (Edgewing) tra gruppi capofila: Leonardo per l’Italia, Bae Systems per il Regno Unito e Japan Aircraft Industrial Enhancement per il Giappone.
Lo scorso 5 novembre, in conference call con gli analisti, l’ad di Leonardo, Roberto Cingolani, ha dichiarato che le attività nazionali del programma hanno un budget di 1 miliardo di euro mentre l’organizzazione tra i tre Paesi che sovrintende a tutto il programma sta negoziando con Edgewing il primo contratto a livello internazionale.
La “macchina del Gcap”, il programma del caccia di sesta generazione tra Italia, Giappone e Regno Unito, “si sta muovendo” e penso che “se lavoriamo seriamente la roadmap avanzerà correttamente”: “è molto importante perché a quanto pare i nostri concorrenti stanno rallentando”ha sottolineato Cingolani agli analisti, con riferimento alle difficolta’ che sta incontrando il programma Fcas.
LA VIA ITALIANA
Infine, sempre in occasione dell’International Fighter Conference, il colonnello Antonio Vivolo, rappresentante tecnico senior del Gcap presso la Direzione armamenti del Ministero della Difesa, ha illustrato la visione italiana: un equilibrio tra cooperazione internazionale e sovranità tecnologica.
“L’obiettivo non è solo quello di ottenere un nuovo caccia, l’obiettivo è ottenere e mantenere la sovranità tecnologica e industriale in modo che, quando gli scenari, le minacce e i partner cambiano, possiamo riconfigurare le nostre capacità senza rinegoziare la nostra libertà d’azione con una terza parte”, ha affermato nel suo discorso ripreso da Defense News.
“Senza questa profondità di sovranità, la sesta generazione rimarrebbe un concetto meraviglioso governato da qualcun altro, e questa non era un’opzione”, ha affermato.
Allo stesso tempo, Vivolo ha sottolineato che l’Italia si presenta al tavolo con requisiti chiari e una visione di lungo periodo, “per essere un partner affidabile, prevedibile e utile”.







