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La gigantesca fabbrica BYD di Zhengzhou, simbolo del potere del gruppo cinese, vista da Le Figaro

BYD ambisce a creare un marchio iconico, paragonabile ad Apple per capacità di fidelizzare i clienti oltre il concetto generico di automobile. L'articolo di Le Figaro tratto dalla rassegna stampa di Liturri.

(Le Figaro, Enguerrand Armanet, 8 novembre 2025)

1. L’articolo descrive l’impressionante dimensione del complesso produttivo, confrontandolo con siti europei per sottolinearne il gigantismo:

«Il gigantismo del sito (quasi 1.000 ettari, contro i 170 ettari del sito Stellantis di Sochaux e i 300 ettari di Dacia a Tanger) si spiega in parte con il modello di business di BYD.»

2. Si evidenzia l’alto livello di integrazione verticale del gruppo, che produce internamente la maggior parte della catena del valore riducendo la dipendenza dai fornitori:

«Se il gruppo cinese collabora con numerosi fornitori – inclusi francesi – produce esso stesso quasi il 70% della sua catena del valore, ricorrendo meno agli equipaggiamenti dei concorrenti europei.»

3. L’economista analizza la feroce concorrenza sul mercato interno cinese, saturato e segnato da una guerra dei prezzi tra oltre cento costruttori:

«“Ciò crea un mercato automobilistico saturo dove più di 100 costruttori si affrontano in una guerra dei prezzi inimmaginabile”, analizza Anthony Morlet-Lavidalie, economista presso Rexecode.»

4. Stella Li esprime l’ambizione di BYD di creare un marchio iconico, paragonandolo ad Apple per fidelizzare i clienti oltre il concetto generico di automobile:

«“Come per i prodotti Apple, vogliamo che le persone non parlino della loro ‘auto’, ma della loro ‘BYD’”, dichiara Stella Li, numero due del costruttore.»

5. La dirigente riconosce le sfide in Europa, dove il gruppo investe per costruire basi solide ma deve ancora aumentare i volumi per raggiungere la redditività:

«“Stiamo ponendo le fondamenta, ma dobbiamo ancora aumentare i volumi per essere redditizi. Tanto più che non è così facile guadagnare la fiducia dei consumatori su questo mercato”, spiega Stella Li.»

(Estratto dal blog di Giuseppe Liturri)

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