L’obiettivo è di quelli ambiziosi per il Gruppo tedesco: risollevarsi dalla crisi ripartendo dalla Cina, mercato che ha voltato le spalle alle auto occidentali, ritenute non abbastanza innovative. Per questo Volkwagen dovrà mettere a punto la tecnologia idonea a lasciare a bocca aperta una utenza ormai oltremodo selettiva, sviluppando direttamente in Cina nuove soluzioni utili ad aumentare la propria quota di mercato che negli anni si è andata via via riducendo.
L’INCHIODATA TEDESCA SUL TERRITORIO CINESE
Nel 2018 Volkswagen vendeva in Cina 4 milioni di auto l’anno. Nel 2024 le immatricolazioni del costruttore tedesco, presente sul suolo cinese da una quarantina d’anni, si sono fermate a 2,75 milioni di unità. Ma che l’affidabile motore europeo stesse tossendo era già parso chiaro nel 2023, quando si verificò il sorpasso del marchio autoctono Byd sulla Casa di Wolfsburg in qualità di scuderia più apprezzata dai cinesi.
I PIANI DI VOLKSWAGEN PER LA CINA
Per tirare la volata, Volkswagen sta siglando partnership in tutta fretta con produttori locali: per esempio con Xpeng (nel 2023 aveva acquistato il 5% delle azioni del costruttore asiatico per 700 milioni di dollari) per sviluppare congiuntamente l’architettura elettronica di alcuni modelli destinati alla Cina sperimentando al contempo la tecnologia per la guida autonoma.
Volkswagen ora ha annunciato che Carizon, la sua joint venture che vede cooperare il team di R&D Cariad con la cinese Horizon Robotics, svilupperà il primo chip interno del costruttore tedesco per alimentare le funzionalità di guida intelligente.
Per la precisione, il microchip verrà utilizzato per elaborare i dati provenienti da telecamere e sensori presenti nell’auto, offrendo una potenza di calcolo compresa tra i 500 e i 700 tera per singolo chip con previsione di consegnare il prodotto entro i prossimi tre-cinque anni. Il primo modello basato su questa piattaforma e alimentato dai chip della serie J di Horizon Robotics sarà lanciato entro la fine di quest’anno.
UNA JV A TRAZIONE CINESE?
Date le innumerevoli difficoltà di Cariad – da diversi osservatori ritenuta persino responsabile dello slittamento a più riprese, fino alla sua cancellazione, del progetto Trinity relativo alla mobilità elettrica – è abbastanza chiaro che si tratti di una jv a trazione asiatica: anche perché i cinesi finora sono i soli ad aver ottenuto risultati che fossero sia soddisfacenti sia a buon mercato.
Volkswagen ha sottolineato che questa iniziativa rafforzerà la sua capacità di ricerca e sviluppo “in Cina, per la Cina”, senza specificare se il chip verrà impiegato anche su vetture destinate all’esportazione fuori dai confini asiatici. Ma a Wolfsburg al momento preme soprattutto tornare a presidiare il principale mercato automobilistico mondiale.







