Oggi il mondo ha appreso della morte di Dick Cheney, una delle figure politiche più polarizzanti e divisive della storia recente degli Stati Uniti. Vicepresidente sotto la presidenza di George W. Bush dal 2001 al 2009, Cheney ha avuto un impatto profondo sulla politica estera, sulla sicurezza nazionale e sulla guerra al terrorismo, lasciando dietro di sé un’eredità complessa e spesso divisiva. La sua morte segna la fine di un’epoca, ma non cancella le cicatrici lasciate dalle sue politiche, che hanno avuto conseguenze su scala globale.
UN LUNGO PERCORSO VERSO IL POTERE
Nato nel 1941 nel Wyoming, Cheney è stato una figura di spicco della politica americana per oltre mezzo secolo. La sua carriera è iniziata negli anni ’60 come assistente alla Casa Bianca e, successivamente, come capo di gabinetto sotto il presidente Gerald Ford. Cheney è stato eletto nel 1989 membro della Camera dei Rappresentanti per il Wyoming, dove ha rapidamente guadagnato una reputazione come uno degli uomini più potenti del Congresso. Nel 1995, divenne segretario alla Difesa sotto la presidenza di George H. W. Bush, un incarico che avrebbe segnato la sua carriera e il suo approccio alla politica estera degli Stati Uniti. Lasciò la casa Bianca per guidare una altrettanto formidabile compagnia petrolifera texana (con numerosi contratti federali…): la Halliburton, seconda compagnia di esplorazioni petrolifere al mondo che vanta anche un proprio esercito privato per difendere i propri impianti in territori ostili.
La sua ascesa culminò con la nomina a vice-presidente sotto George W. Bush, quando quest’ultimo vinse le elezioni del 2000. Sebbene il ruolo di vicepresidente sia tradizionalmente considerato di minore importanza, Cheney avrebbe presto sfruttato la sua posizione e la debolezza intellettuale del Presidente per esercitare un’influenza senza precedenti nella politica interna ed estera americana.
CHENEY E LA GUERRA AL TERRORISMO
Il periodo più critico e controverso della sua carriera è stato segnato dagli eventi dell’11 settembre 2001. Dopo gli attacchi terroristici a New York e Washington, Cheney divenne uno degli artefici principali della risposta degli Stati Uniti, un’iniziativa che avrebbe trasformato non solo il Paese, ma anche il mondo intero. Cheney fu uno dei principali sostenitori della guerra in Afghanistan e, soprattutto, dell’invasione dell’Iraq nel 2003. Un obiettivo militare che nulla c’entrava coi mandanti degli attentati dell’11 settembre. Il suo impegno per la “guerra globale al terrorismo” è stato determinante nel plasmare la politica estera della presidenza Bush, sebbene questa scelta abbia avuto incommensurabili costi umani e geopolitici.
Cheney è stato un protagonista centrale nella spinta verso l’invasione dell’Iraq, nonostante le prove della non esistenza di armi di distruzione di massa nel Paese. Il suo ruolo di decision-maker chiave ha contribuito a una serie di iniziative militari che avrebbero avuto ripercussioni devastanti per milioni di persone, sia in Medio Oriente che a livello globale.
L’invasione dell’Iraq è stata motivata, tra le altre cose, dalla menzogna che Saddam Hussein possedesse armi di distruzione di massa, una premessa che si rivelò presto completamente infondata. Tuttavia, Cheney ha continuato a sostenere la necessità di una guerra preventiva, una visione che avrebbe plasmato la politica statunitense per molti anni. Le sue dichiarazioni e le sue politiche in merito alla “guerra globale al terrorismo” hanno reso il suo nome sinonimo di una politica aggressiva e spesso senza scrupoli. “Vice” – il nomignolo che gli fu affibbiato per sottolineare le sue azioni nascoste sempre dietro le quinte – ha sdoganato la violazione dei diritti civili e l’adozione di pratiche inumane, come la tortura nei centri di detenzione segreti, considerandole azioni giustificabili per garantire la sicurezza nazionale.
La politica di “prevenzione”, secondo molti analisti, ha avuto un impatto devastante, non solo sull’Iraq ma su tutta la regione mediorientale. L’instabilità seguita all’invasione ha contribuito a creare un vuoto di potere. E proprio questo ha alimentato la crescita di gruppi come al-Qaeda e lo Stato Islamico, con le ben note conseguenze per la sicurezza globale. Cheney e la sua amministrazione sono stati accusati di aver nascosto queste conseguenze, optando invece per un approccio diretto e aggressivo che avrebbe avuto un impatto umano incalcolabile.
CONSEGUENZE A LUNGO TERMINE E LA SOFFERENZA UMANA
Le azioni subacquee di Cheney non hanno solo cambiato la politica degli Stati Uniti, ma hanno avuto effetti devastanti su milioni di persone. L’intervento militare in Iraq ha causato la morte di centinaia di migliaia di persone e ha spinto milioni di altri a fuggire dal paese, creando una crisi umanitaria che perdura ancora oggi. L’impatto delle politiche cheneyane si è esteso ben oltre i confini dell’Iraq, portando ripercussioni dirette sulle guerre in Siria, sull’ascesa dei gruppi jihadisti e sulla destabilizzazione di tutta la regione mediorientale.
Le guerre di Cheney, giustificate dalla necessità di contrastare il terrorismo, sono state responsabili di enormi sofferenze umane. Le immagini delle torture nei centri di detenzione e delle violazioni dei diritti umani sono diventate simboli della guerra in Iraq e della politica americana del post-11 settembre. Queste atrocità hanno sollevato interrogativi sull’etica delle decisioni politiche che Cheney e il suo entourage hanno fatto prendere a Bush, tanto all’interno degli Stati Uniti quanto a livello internazionale.
IL LASCITO E LA CONTROVERSIA
L’eredità di Cheney è una delle più controverse nella storia recente degli Stati Uniti. Sussurrando all’orecchio del Presidente, ha avuto un’influenza smisurata nella politica mondiale, con un impatto che risuona ancora oggi nei conflitti mediorientali e nelle politiche di sicurezza internazionale.
Nonostante la sua morte, il dibattito su Cheney e il suo ruolo nella politica globale continuerà a essere fonte di discussione. Le sue azioni e decisioni hanno avuto effetti devastanti, e le cicatrici lasciate dalla sua politica militare sono ancora visibili. Cheney ha contribuito a modellare la politica americana contemporanea e, in molti modi, ha preparato il terreno per le sfide politiche, morali e legali che i leader degli Stati Uniti dovranno affrontare in futuro.
In un’epoca in cui la guerra al terrorismo è diventata una costante della politica mondiale, la figura di Cheney rimarrà per sempre un simbolo di un’era in cui la politica della sicurezza nazionale ha preso precedenza su molte altre considerazioni. La sua morte segna la fine di una carriera, ma l’eredità delle sue scelte politiche continuerà a influenzare la politica internazionale per gli anni a venire.






