Il presidente Trump ha annunciato ieri la ripresa immediata dei test nucleari americani, interrotti dal 1992, per rispondere ai programmi di espansione e collaudo di Russia e Cina.
La dichiarazione, pubblicata su Truth Social prima del vertice con il leader cinese Xi Jinping in Corea del Sud, cita esplicitamente “i programmi di test di altri paesi” e ordina al Pentagono di avviare il processo “su base paritaria”.
L’ANNUNCIO DI TRUMP SUI TEST NUCLEARI
Con gli Stati Uniti in possesso di circa 5.225 testate nucleari, Trump ha rivendicato la superiorità americana, posizionando la Russia al secondo posto e la Cina come “terza lontana, ma in pareggio entro cinque anni”.
L’annuncio arriva a soli cento giorni dalla scadenza del trattato New START, l’ultimo accordo di controllo degli armamenti tra Washington e Mosca, e rischia di innescare una catena di reazioni: da possibili test di risposta da parte di Mosca e Pechino a un’accelerazione della proliferazione globale, con esperti che avvertono di un “effetto domino” capace di disintegrare il regime di non proliferazione, riaccendere una corsa agli armamenti e aumentare drammaticamente il rischio di errori di calcolo catastrofici.
LE PAROLE DI TRUMP
Trump ha ordinato la ripresa immediata dei test nucleari statunitensi, rompendo una moratoria durata oltre tre decenni.
“A causa dei programmi di test di altri paesi, ho dato istruzioni al Dipartimento della Guerra di iniziare a testare le nostre armi nucleari su base paritaria. Tale processo inizierà immediatamente.”, ha scritto il presidente su Truth Social mentre era a bordo del Marine One, l’elicottero presidenziale, diretto all’incontro con il presidente cinese Xi Jinping a Busan, in Corea del Sud, come riporta il New York Times.
Trump ha precisato che gli Stati Uniti possiedono più armi nucleari di qualsiasi altro paese, con la Russia al secondo posto e la Cina “al terzo posto molto distante, ma sarà alla pari entro cinque anni”, ha scritto Trump citato da Reuters.
Non è chiaro se il presidente alluda a detonazioni nucleari vere e proprie o a test di sistemi di consegna, ma Trump ha insistito sulla necessità di “tenersi in linea” con i rivali, come sottolinea la BBC.
OBIETTIVO RUSSIA O CINA?
Il capo della Casa Bianca ha ribadito alla stampa la sua posizione sull’Air Force One al ritorno verso Washington, affermando: “Poiché altri stanno conducendo test, ritengo appropriato che lo facciamo anche noi.”, e aggiungendo che i siti per i test sarebbero stati decisi in seguito, come scrive la BBC.
Il presidente ha collegato la decisione principalmente alla Russia, negando che fosse diretta alla Cina nonostante l’incontro con Xi: “Aveva a che fare con altri”, ha detto a un reporter, secondo la CNN.
Trump ha anche espresso apertura a una denuclearizzazione globale, dichiarando: “Mi piacerebbe vedere una denuclearizzazione perché ne abbiamo così tante, la Russia è seconda e la Cina terza, e la Cina si metterà in pari entro quattro o cinque anni.”, ma ha enfatizzato la modernizzazione dell’arsenale Usa durante il suo primo mandato, come riporta l’Associated Press.
Il vicepresidente JD Vance citato da Reuters ha difeso la mossa, affermando che è essenziale verificare che l’arsenale “funzioni appropriatamente”.
I NUMERI SUI TEST NUCLEARI
Gli Stati Uniti hanno condotto il 23 settembre 1992 l’ultimo test nucleare, denominato “Divider” nell’ambito dell’Operation Julin, presso il Nevada National Security Site, a circa 105 km da Las Vegas, come riporta l’Associated Press.
Da allora, Washington ha osservato una moratoria unilaterale, siglando ma non ratificando il Comprehensive Nuclear Test-Ban Treaty (CTBT) del 1996.
L’alt fu motivato dalla fine della Guerra Fredda, dal crollo dell’URSS e dalla fiducia in simulazioni computerizzate per mantenere l’affidabilità dell’arsenale, come spiega il New York Times.
Gli Usa hanno detonano 1.030 bombe atomiche tra il 1945 e il 1992 (escludendo Hiroshima e Nagasaki), passando da test atmosferici a sotterranei per limitare il fallout radioattivo.
Oggi, l’arsenale si basa sulla “triade nucleare” – silo terrestri, bombardieri e sottomarini – con costi di modernizzazione stimati in quasi 1 trilione di dollari nei prossimi dieci anni, secondo il Congressional Budget Office citato dall’Associated Press.
Trump ha accusato i predecessori di aver lasciato l’arsenale invecchiare, ma esperti come quelli del Los Alamos National Laboratory sottolineano che i test fisici non sono necessari grazie a modelli avanzati, nota sempre l’Associated Press.
I TEST RUSSI E CINESI
L’annuncio sembra una reazione diretta ai recenti collaudi di sistemi nucleari da parte di Russia e Cina.
Putin ha annunciato pochi giorni fa il successo di un testi di un missile da crociera a propulsione nucleare, chiamato Burevestnik, che ha volato per 15 ore coprendo 8.700 miglia, e di un drone sottomarino battezzato con il nome di Poseidon, capace di colpire la costa ovest degli Usa con onde radioattive e un raggio superiore a 6.000 miglia, come descritto da Newsweek.
Mosca insiste che si tratti di test di veicoli di consegna, non di detonazioni: “Questo non può in nessun modo essere interpretato come un test nucleare”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla BBC.
La Cina sta espandendo rapidamente il suo arsenale: da circa 600 testate a una proiezione di 1.000 entro il 2030 e 1.500 nel 2035, con nuovi silos missilistici visibili dai satelliti Usa, secondo valutazioni del Pentagono riportate dall’Associated Press.
Trump ha accusato Putin di “tirarla alla lunga sui colloqui” sull’Ucraina mentre testa armi non coperte dal New START, come nota il New York Times, in un contesto di stallo sul trattato che scade a febbraio 2026 e limita le armi strategiche a 1.550 per paese.
LE REAZIONI INTERNAZIONALI
La dichiarazione di Trump ha provocato reazioni allarmate. La Russia ha avvertito che risponderà simmetricamente: “Se qualcuno interrompe la moratoria, noi ci comporteremo di conseguenza”, ha detto Peskov citato dalla BBC.
Putin ha ripetutamente dichiarato che Mosca riprenderà i test se altri lo faranno per primi. La Cina ha esortato gli USA a rispettare gli accordi internazionali e a mantenere “l’equilibrio strategico globale e la stabilità”, come riporta Reuters, mentre il Ministero degli Esteri di Pechino ha definito la mossa “irragionevole”.
Il segretario generale Onu Antonio Guterres citato da Reuters ha parlato di “conseguenze catastroriche” e ha richiamato la “disastrosa eredità” di oltre 2.000 test nucleari negli ultimi 80 anni.
Robert Floyd, capo della CTBT Organization, ha espresso “allarme” per la destabilizzazione della non proliferazione, come nota Reuters.
Alleati Nato come Regno Unito e Francia osservano la moratoria, ma un test Usa potrebbe spingerli a seguire gli Usa, secondo esperti citati dal Nyt.
COSA DICONO I DEMOCRATICI
Negli Stati Uniti, l’annuncio ha diviso il Congresso. Democratici come il senatore Edward Markey, citato da Reuters, stanno introducendo leggi per vietare fondi ai test, definendo la direttiva “irresponsabile” e avvertendo che provocherebbe Russia e Cina, con Pechino che guadagnerebbe di più.
La deputata del Nevada Dina Titus ha promesso di introdurre una legislazione per bloccare i test locali, citando l’opposizione pubblica, secondo la BBC.
COSA DICONO GLI ANALISTI
Daryl G. Kimball dell’Arms Control Association ha definito Trump “disinformato”, stimando almeno 36 mesi per riattivare il sito in Nevada, dove negli anni ’60 operavano 20.000 persone e che ora richiede anni di preparazione, come riporta l’Associated Press.
Un singolo test costerebbe centinaia di milioni, con scarso valore scientifico, secondo l’esperto William Alberque citato da Newsweek.
CONSEGUENZE GLOBALI
Riprendere i test nucleari potrebbe accelerare una nuova era di competizione atomica.
Gli Usa non detonano armi dal 1992, ma un’esplosione sotterranea in Nevada potrebbe determinare risposte da Russia (ultimo test 1990), Cina (1996), India, Pakistan o Corea del Nord (ultimo nel 2017), come avverte il Bulletin of the Atomic Scientists citato dall’Associated Press.
Esperti prevedono una “catena di eventi fuori controllo” che destabilizzerebbe il Trattato di Non Proliferazione (NPT), con la Cina che beneficerebbe maggiormente per migliorare il suo arsenale, come riporta Newsweek.
Il New START scade senza prospettive di rinnovo, e sistemi come Poseidon non sono coperti da trattati.
Hans Kristensen della Federation of American Scientists nota che sviluppare nuove testate richiederebbe cinque anni, come riporta Newsweek.
In un mondo con circa 12.241 testate globali (90% tra Usa e Russia), la mossa rischia di erodere la deterrenza stabile e aumentare errori di calcolo, ammonisce l’Associated Press.
PROSPETTIVE E SCENARI
Trump ha accennato a negoziati per includere la Cina in futuri accordi, ma Pechino respinge le sue profferte come “irragionevoli” dato il suo arsenale minore, come riporta Reuters.
Putin aveva proposto di osservare informalmente i limiti New START per un altro anno, ma le tensioni sull’Ucraina hanno bloccato i colloqui, secondo il New York Times.
Esperti avvertono che un test Usa manderà in frantumi il trattato di non proliferazione, come scrive la BBC.






